Nitrati nelle acque dell’Italia nordorientale

Pubblicato il 10 agosto 2015

Il rapporto “La contaminazione da nitrati nelle acque: applicazione di un modello isotopico nelle Regioni del Bacino del Po, della Pianura Veneta e del Friuli Venezia Giulia” sintetizza i risultati delle attività effettuate nell’ambito della convenzione tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali – Rete Rurale Nazionale 2007 – 2013 ed Ispra, finalizzata a dare una risposta a quanto richiesto nell’accordo Stato-Regioni del 5 maggio 2011 e siglata nella primavera del 2012.

L’individuazione e la quantificazione dell’origine del contenuto di nitrati nelle acque sotterranee e superficiali è un operazione complessa, specialmente nel caso di sorgenti multiple e diversificate che possono avere un impatto su vaste aree.

Tali valutazioni richiedono la conoscenza delle potenziali sorgenti di nitrati di origine civile, agricola e zootecnica incidenti su un determinato territorio, la disponibilità di informazioni dettagliate sull’uso del suolo e i risultati delle attività di monitoraggio, effettuate dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente, oltre alla conoscenza dei meccanismi di migrazione e/o trasformazione chimico-fisica dell’azoto nei diversi comparti ambientali.

Considerata la molteplicità di Amministrazioni competenti su tali argomenti, è stato necessario coinvolgere nelle attività, oltre al Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, costituito da Ispra con funzioni di coordinamento tecnico e dalle Arpa a cui competono le azioni di monitoraggio e controllo ambientale sui rispettivi territori regionali, anche gli Assessorati all’Ambiente e gli Assessorati all’Agricoltura delle Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia, le Autorità di Bacino del Po e dell’Alto Adriatico, il Mipaaf e la Seconda Università di Napoli per le analisi isotopiche.



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