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n.17 marzo 2015

FANGHI

GESTIONE

sa iniziale, oltre a realizzare un sistema non solo energeticamente

autosufficiente, ma produttore netto di energia termica ed elettrica, a

patto di fornire all’impianto un fango con contenuto d’acqua inferiore

al 60% e con sufficiente potere calorifico e di eliminare i composti

inquinanti dai fumi di combustione, per i quali le tecnologie attua-

li consentono abbattimenti fino a valori limite di un ordine di gran-

dezza inferiori ai limiti previsti dalla normativa. I trattamenti termici

consentono, inoltre, di valorizzare i fanghi anche per il recupero di

materia, in particolare del fosforo, che può essere recuperato dalle

ceneri con diversi processi: estrazione chimica - BioCon, Eberhard,

Leachphos, Pasch, Recophos, Sephos, Sesal; alta temperatura -

ATZ Eisenbadreaktor, Mephrec, Susan (Ash Dec),Thermphos; elet-

trocinetici - Ephos; bioleaching - P-bac.

Il caso di studio

Una valutazione puramente accademica è stata effettuata per il di-

stretto comasco. Sul territorio provinciale sono attivi 20 impianti di

depurazione delle acque reflue urbane con popolazione servita su-

periore a 2.000 abitanti. Gli scarichi industriali vengono convogliati

quasi totalmente agli impianti pubblici e costituiscono dal 20 all’80%

del carico totale da questi trattato. I fanghi prodotti sono tutti portati

fuori provincia per essere ulteriormente trattati e utilizzati in agricol-

tura. I centri di trattamento distano da 60 a 160 km, localizzati prin-

cipalmente in Lomellina e nel Lodigiano. I costi per lo smaltimento

in agricoltura, che per gli impianti più grandi si attestano intorno ai

60 euro per tonnellata di fango umido disidratato (contro la media

lombarda di 90 euro/tonnellata), sono costituiti dai costi di traspor-

to, igienizzazione (inattivazione del potenziale contenuto patogeno,

soprattutto salmonelle e altri parassiti) e di stabilizzazione biologica

(eliminazione delle componenti putrescibili odorigene).

Il progressivo aumento della produzione di fanghi comporterà la

richiesta di nuove aree per lo spandimento e la necessità di una

caratterizzazione sempre più minuziosa dei fanghi, per soddisfare le

richieste dei nuovi e più severi limiti normativi per l’ammissibilità del

riutilizzo agricolo dei fanghi. Non è improbabile quindi pensare a un

progressivo aumento dei costi di smaltimento dei fanghi in agricoltu-

ra. Attraverso la ricerca di soluzioni innovative per il trattamento e lo

smaltimento dei fanghi di depurazione, la risposta più promettente è

la diversificazione delle opzioni di smaltimento: non, quindi, puntare

esclusivamente sul riutilizzo agricolo, come oggi avviene nel distret-

to comasco, ma programmare tecnologie e modalità di gestione che

consentano una maggiore flessibilità e, nel contempo, la riduzione

dei costi e dell’impatto sull’ambiente. Nello studio sono stati con-

siderati alcuni scenari di smaltimento a confronto con lo scenario

attuale e, precisamente:

il trattamento di ossidazione termica di parte dei fanghi, ottenuto

mediante pre-essiccamento fino a circa il 40% di sostanza secca

e combustione in forni a letto fluido, e parte dei fanghi destinati al

riutilizzo agricolo;

il trattamento di gassificazione e pirolisi dei fanghi prodotti dagli

impianti di maggiori dimensioni, ottenuto mediante essiccamento

fino al 90% di secco e processo in assenza o deficit di ossigeno;

anche in questo caso, i fanghi conferiti dagli impianti più piccoli ven-

gono avviati al riutilizzo agricolo.

Con una simulazione estesa su un arco temporale di 35 anni (pari

alla vita utile degli impianti di trattamento termico), si è potuto os-

servare che per gli scenari che prevedono una combinazione di più

modalità di smaltimento i costi non superano il costo medio attua-

le praticato in Lombardia (Figura 1). Inoltre i trattamenti termici dei

fanghi consentono di recuperare materia dai residui: scorie e ceneri

volanti dall’incenerimento e il residuo solido (char) e il syngas dai

processi di gassificazione e pirolisi.

Nel caso della termodistruzione, le tecnologie di controllo delle

emissioni consentono di rispettare i limiti di emissione delle polveri

e recenti processi innovativi rendono possibile il recupero di fosfo-

ro dalle ceneri. Nel caso della gassificazione/pirolisi, il char ha un

elevato potere calorifico e può essere bruciato per produrre energia

termica, mentre il syngas può essere sfruttato per produrre energia

elettrica.

Lo studio, anche se si tratta solo di un esercizio puramente accade-

mico, può fornire la base per impostare un piano di smaltimento dei

fanghi per un distretto provinciale (Tabella 2).