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n.12 novembre 2013
EDITORIALE
U
na domanda viene subito in mente: cosa sono le smart
city, dove sono? E, ovviamente, una risposta univoca non c’è.
Le smart city sono il luogo di integrazione delle tecnologie
di comunicazione, sono le città di oggi ma migliorate grazie
all’integrazione tra domanda e offerta di servizi. Quando si
parla di servizi bisogna pensare a servizi a rete: distribuzione
di elettricità, acqua, trasporti, ma anche servizi informativi,
di comunicazione e integrazione tra ambiti diversi in modo
da rendere più agevole la vita dei cittadini e la capacità di
prendere decisioni.
Non sono concetti astratti, si pensi alla distribuzione elettrica
in grado di prevedere i consumi e di adattarsi ad essi, oppure
la capacità dei sistemi di regolazione del traffico di adattarsi
alla quantità di traffico presente imparando a ottimizzarne la
gestione. Non si tratta di singoli dispositivi ma di una rete,
interconnessa e capace di reagire ai diversi cambiamenti.
Ma non bisogna fermarsi agli aspetti tecnici per arrivare a una
smart city, occorre molto lavoro sociale e interdisciplinare.
Parlando di edifici intelligenti, ad esempio, si tratta di recepire
e coniugare i concetti di ‘efficienza’, quelli di ‘risparmio
energetico’, ‘sostenibilità’ e ‘servizi integrati’. Quindi si
tratta di mettere in atto modelli operativi complessi e modelli
economici sostenibili per la realizzazione dei retrofitting sul
patrimonio edilizio esistente.
Ovviamente oltre alle parole bisogna dare seguito con i fatti,
quindi ci sono due possibilità per realizzare una smart city:
realizzarla ex novo, partendo greenfield, oppure impegnarsi
con retrofit e politiche di trasformazione sia tecnologica che
sociale ed economica.
Per meglio spiegare, i cinesi hanno deciso di costruire una
città ‘smart’ ovvero all’avanguardia tecnologica, partendo
da zero, con un grandioso programma pluriennale stanno
finanziando la nascita della nuova Urumqi, la capitale della
Regione autonoma dello Xinjiang, una città ad alta crescita
demografica negli ultimi anni grazie alla veloce crescita
economica della zona. Il retrofitting, invece, riguarda gli altri
casi, in cui si procede individuando le azioni più urgenti e le
zone prioritarie di intervento, costruendo piani di sviluppo con
orizzonti di medio e lungo periodo.
Le smart city sono, inevitabilmente, il futuro delle megalopoli
(città oltre i 5 milioni di abitanti), dove il concetto di
pianificazione urbanistica e rete intelligente deve far fronte
all’espansione demografica e alla crescita continua dello
spazio urbano e dei servizi ad esso connessi. Ci sono tante
modalità per declinare il concetto di smart city, azioni e
implementazioni diverse secondo le priorità peculiari di
ciascun centro urbano.
Importante è capire che i ‘driver’ sono riconducibili a
otto diverse categorie: cittadini e persone, pianificazione
urbanistica, mobilità, informatica e informatizzazione, energia
e reti energetiche, edifici e spazio costruito, modelli di
business, governance.
È la combinazione di questi ingredienti che caratterizza la
smart city. Ad esempio l’informatica unita alle reti energetiche
crea le cosiddette smart grid, ovvero reti capaci di interagire
in modo attivo rispetto alla configurazione tra chi produce e
chi consuma, adattandosi proattivamente rispetto alle leggi di
stabilità della rete mantenendo il servizio sia ai consumatori
che ai produttori di energia.
Se, invece, guardiamo alla mobilità dobbiamo pensare
all’informazione condivisa e disponibile agli utenti, ovvero
avere le possibili configurazioni di viaggio preventivamente
in modo da poter decidere l’opzione migliore: ad esempio
mettendo a rete l’integrazione tra i trasporti pubblici e i
parcheggi a pagamento.
Altra situazione è quella dei modelli di business per
l’efficienza energetica e l’adozione di nuove tecnologie, in
questo caso si parla di ESCo (Energy Service Company) in
grado di assumere il rischio di implementazione e di costruire
modelli di business sostenibili. E si potrebbe proseguire con
molti altri esempi.
La smart city è un insieme di iniziative che integrano diversi
aspetti costruendo delle reti interattive. Le smart city
diventano, quindi, necessariamente, il futuro della megalopoli,
ma sono anche modelli di governance per centri urbani più
piccoli.
Dietro questi esempi ci sono colossi societari che si stanno
muovendo per creare le infrastrutture e le tecnologie per le
diverse applicazioni. Ci sono le università e i centri studi che
propongono, testano e sperimentano sia le soluzioni tecniche
sia quelle economiche per le città smart del futuro. È un
mercato potenzialmente enorme, stimato in 3.300 miliardi di
dollari nel 2013, in crescita esponenziale e, soprattutto, tutto
da costruire con alleanze e soluzioni.
Franco Pecchio
Smart city
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