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n.12 novembre 2013
EFFICIENTI
SOLUZIONI
L’analisi dell’attività esercitata dalla distilleria Bertolino, ha
consentito di mettere in evidenza i molteplici aspetti ambientali
diretti e/o indiretti ad essa connessi in tutte le fasi del processo
produttivo: dall’ingresso della materia prima, dei materiali di
consumo e i relativi consumi energetici, pervenendo a uno studio
di fattibilità per l’utilizzo del biogas in un impianto di
cogenerazione in sostituzione di combustibili fossili.
Il ciclo produttivo della distilleria Bertolino si divide in più fasi
di lavoro che prendono in considerazione le tre materie prime,
utilizzate: la vinaccia, la feccia di vino ed infine il vino stesso
(Figura 1-3). L’azienda è stata definita la più grande distilleria
europea, lo stabilimento è in grado di controllare l’80% della di-
stillazione e della lavorazione di vino, feccia e vinaccia prodotta
in Sicilia. Per una potenzialità dichiarata di circa 2.700 hl/giorno
di alcol, il volume delle acque reflue da depurare e raffreddare è
di circa 100 m
3
/h, con un carico organico inquinante equivalente
a quello prodotto da una città di 300.000 abitanti.
Il ciclo produttivo delle vinacce
Nel ciclo produttivo le vinacce subiscono due processi di lavo-
razione. Il primo prevede che le vinacce siano lavate con acqua
ed immesse nell’impianto di vinellazione. L’acqua aggiunta alla
vinaccia ha lo scopo di liberare gli zuccheri e dare vita ad un
processo di fermentazione. Il liquido ottenuto definito vinello
di vinaccia presenta un grado alcolico medio variabile dal 3 al
4%. In seguito a questa operazione il vinello va nell’impianto di
distillazione, tramite delle condutture interne all’impianto, per
la produzione di alcol grezzo (92-93%) per la trasformazione e
produzione finale di bioetanolo previo trasporto nella raffineria
del gruppo Bertolino presso Trapani.
Il secondo processo tratta la vinaccia esausta (lavata con ac-
qua). Per il trattamento di questo prodotto si utilizza un impianto
di essiccazione ed uno di separazione attraverso i quali la vi-
naccia viene sfruttata al massimo per ottimizzarne la resa fina-
le. Con il processo di separazione vengono separati i raspi della
vinaccia dal vinacciolo (seme dell’uva essiccato) per alimentare
i forni di essiccazione. Il vinacciolo viene conferito alle aziende
che estraggono dal seme di uva olio di semi. Esso grazie alle
sue capacità termiche viene venduto anche per il riscaldamento
delle case in sacchi di varia grandezza per alimentare stufe a
combustibile naturale. Dal processo di lavorazione della vinac-
cia si ottiene alla fine la buccia dell’uva meglio nota in termine
tecnico come “buccetta” di vinaccia, inviata tramite tubazione
interna ad aria compressa dall’impianto di essiccazione all’im-
pianto di produzione di vapore. Tale impianto sfrutta la poten-
za di caldaie a combustibile naturale al fine di inviare il calore
all’impianto di essiccazione. Il quantitativo di vinaccia trattata in
EFFICIENZA
E SOSTENIBILITÀ
NEL CICLO PRODUTTIVO
DI UNA DISTILLERIA
Francesco Claudio Campione*, Daniele Milone** Angelo
Milone**, Paolo Daino **
Antonio Parente ***
*Facoltà di Architettura, Università degli Studi di Palermo, Viale delle Scienze 14, 90128 Palermo, Italia;
**DEIM – Dipartimento di Energia, Ingegneria dell’Informazione e Modelli Matematici; Università di Palermo, 90128 Palermo, Italia;
***Libero professionista
1...,20,21,22,23,24,25,26,27,28,29 31,32,33,34,35,36,37,38,39,40,...102
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