Tecam: sistema di impianti per il trattamento del percolato

Pubblicato il 9 gennaio 2013

Il percolato da rifiuti solidi urbani è un refluo ricco di sostanze inquinanti, quali fenoli, ammoniaca, sali, idrocarburi, mercurio e composti organici, tanto che la normativa italiana rende obbligatoria la sua gestione per un periodo che si estende fino ai trent’anni successivi alla chiusura di una discarica. Dati i notevoli costi di trasporto e di smaltimento, la soluzione più vantaggiosa, dal punto di vista ambientale ed economico, è il trattamento in sito del refluo. Tecam, società operante nel settore del trattamento delle acque reflue industriali, è in grado di proporre diverse soluzioni per il trattamento del percolato. Il sistema di impianti per il trattamento del percolato della discarica Cava Sari di Terzigno (NA), è stata aperta nel 2009 per far fronte all’emergenza rifiuti della regione Campania e chiusa lo scorso maggio per l’esaurimento della sua capacità di stoccaggio.

Il sistema, progettato in due lotti analoghi, uno dalla capacità di 72 m3/giorno e uno dalla capacità di 144 m3/giorno, si compone di cinque sezioni di trattamento. Il processo comincia con un trattamento di evaporazione, dal quale si ottengono un concentrato, contenente la maggior parte degli inquinanti, che viene conferito in discarica, e un’acqua distillata, che deve essere ulteriormente trattata per poter essere scaricata. Previa correzione di pH, il refluo è dunque sottoposto a due trattamenti ad osmosi inversa, che ne estraggono un’altra frazione concentrata, quindi ad un trattamento chimico-fisico di clorazione con ipoclorito, che ha il fine di ridurre la percentuale di azoto ammoniacale presente in esso, ed infine ad un trattamento di filtrazione in un impianto a carboni attivi per la rimozione delle sostanze organiche. Alla fine del processo di trattamento, l’acqua è scaricabile in acque superficiali in ottemperanza al decreto legislativo 152 del 2006.

L’impianto, studiato dai Technical Sales Engineers di Tecam sulla base dei parametri del percolato delle discariche giovani campane, valutando attentamente il rapporto tra costi e benefici dell’investimento al fine di un rapido raggiungimento del ROI (Return On Investment), è in grado di ridurre fino al 10% il volume del percolato, producendo una quantità di acqua scaricabile fino al 90% del totale di materia in ingresso.



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