Rinnovato il dibattito sulle città del futuro

Pubblicato il 6 aprile 2009

Svoltosi presso la Fiera di Roma fino a venerdì 3 aprile, promosso da Camera di Commercio di Roma e Fiera Roma – sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, Ecopolis è nato per promuovere una riflessione a tutto tondo sulle tematiche verdi più attuali, attraverso il ‘fil rouge’ della gestione ambientale delle città che, se da un lato rappresentano la maggiore fonte di impatto per l’ambiente, dall’altro possono contenere la soluzione a questi problemi.

Studi autorevoli dimostrano che nel 2030 quasi 5 miliardi di persone vivranno nelle aree urbane, con punte di crescita fino all’80% nei paesi non sviluppati o in via di sviluppo. Secondo i dati dell’United Nations Populations Fund “State of the world population 2007”, in Africa e Asia la popolazione urbana raddoppierà tra il 2000 e il 2030 e la concentrazione di persone in aree così ristrette comporterà un’analoga e parallela concentrazione di risorse, beni, merci, servizi, flussi. In una parola la gran parte dell’economia.

Ecopolis ha voluto essere il luogo in cui interrogarsi sulle modalità attraverso cui governare questi fenomeni, per costruire un futuro adeguato alle aspettative di miglioramento della qualità della vita. Ispirandosi alla Dichiarazione delle Città Verdi (Giornata Mondiale dell’Ambiente – San Francisco 2005), il salone ‘ha fatto il punto’ sullo stato dell’arte esistente in sette settori strategici: energia, rifiuti, mobilità, acqua, natura urbana, urban design, salubrità ambientale. Trasversale è stato poi il tema della governance, imprescindibile se si pensa al ruolo della pianificazione strategica delle grandi aree metropolitane.

La tre giorni romana è stata dunque un momento di incontro e di confronto destinato a diventare un
punto di riferimento per coloro che quotidianamente si occupano di progettare il futuro delle nostre città, a vari livelli e ognuno con le proprie competenze specifiche. Ogni metropoli sta oggi sperimentando nuovi modi per gestire i beni collettivi e le questioni di pubblico interesse (risparmio idrico, gestione dei rifiuti, salubrità dell’aria e così via), ma solo dalla condivisione delle conoscenze e dallo scambio di esperienze relative può prendere avvio un nuovo corso.



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