Quale futuro per la tutela della biodiversità nell’Ue?
La Commissione europea ha inaugurato l'anno internazionale della biodiversità pubblicando un documento che presenta le possibili alternative per la politica in materia di biodiversità
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La comunicazione adottata dalla Commissione europea il 19 gennaio propone una visione strategica per la biodiversità a lungo termine (2050), con quattro alternative per raggiungere l’obiettivo intermedio (2020), che costituisce una tappa fondamentale verso la realizzazione del traguardo di fondo. In base a tale visione strategica la biodiversità e i servizi ecosistemici che la natura offre sono preservati, valorizzati e, per quanto possibile, ripristinati per il loro valore intrinseco, a sostegno della prosperità economica e del benessere umano e per evitare i cambiamenti catastrofici legati alla perdita di biodiversità.
L’obiettivo a medio termine (2020) inteso a tradurre nella pratica questa visione strategica può declinarsi in quattro modi, a seconda del livello di ambizione perseguito: opzione 1 – rallentare in misura significativa il ritmo al quale avviene la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici nell’Ue entro il 2020; opzione 2 – arrestare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici nell’Ue entro il 2020; opzione 3 – arrestare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici nell’Ue entro il 2020 e ripristinarli nella misura del possibile; opzione 4 – arrestare la perdita di biodiversità e di servizi ecosistemici nell’Ue entro il 2020, ripristinarli nella misura del possibile e aumentare il contributo dell’Ue alla prevenzione della perdita di biodiversità a livello mondiale.
Questa visione strategica e il relativo traguardo permetteranno all’Ue di costruirsi una posizione comune forte in vista dei prossimi negoziati internazionali sulla definizione di una strategia e obiettivi mondiali in materia di biodiversità, che si terranno in autunno a Nagoya, in Giappone.
La comunicazione illustra la situazione dell’Ue e del resto del mondo e mette in luce le cause principali della perdita di biodiversità, nonché le ripercussioni sull’ambiente, l’economia e la società in generale. Presenta i risultati più importanti finora ottenuti e le lacune dell’attuale strategia facendo riferimento anche ai negoziati internazionali.
La biodiversità del pianeta è gravemente minacciata, come risulta dalla percentuale di perdita delle specie, da 100 a 1.000 volte più alta del normale. Oltre un terzo delle specie controllate è in pericolo di estinzione e si stima che il 60% dei servizi ecosistemici abbiano subito un degrado negli ultimi 50 anni. All’origine di tale perdita c’è l’attività umana, con il cambiamento della destinazione d’uso dei terreni, lo sfruttamento eccessivo, pratiche non sostenibili, l’inquinamento e l’introduzione di specie invasive, che portano alla distruzione, alla frammentazione e al degrado degli habitat e delle specie. Anche il cambiamento climatico è un fattore determinante.
Nel 2001 l’Ue si era prefissa di arrestare la perdita di biodiversità nel proprio territorio entro il 2010, ma ci sono segnali evidenti che questo obiettivo non sarà raggiunto. Le ripercussioni della perdita di biodiversità vanno da mutamenti molto circoscritti al collasso di interi ecosistemi e servizi, quali l’approvvigionamento di cibo e acqua e la regolazione del clima, che compromettono la nostra prosperità e benessere futuri. La biodiversità è anche di vitale importanza per il raggiungimento di altri obiettivi strategici, in particolare nel campo della sicurezza alimentare e del cambiamento climatico, ed è determinante per il sostentamento di svariati settori come l’agricoltura, la pesca e il turismo. Uno studio recente sul valore economico degli ecosistemi e della biodiversità (The Economics of Ecosystems and Biodiversity – Teeb) evidenzia il fatto che l’impoverimento dell’ambiente naturale ha ripercussioni economiche. La biodiversità e i servizi ecosistemici sono beni naturali che svolgeranno un ruolo fondamentale nelle strategie economiche miranti a promuovere la crescita e la prosperità.
Gli Stati membri, le istituzioni europee e altre parti in causa si confronteranno in un ampio dibattito in occasione di una conferenza europea sul tema “Visione e traguardo post 2010 per la biodiversità”, organizzata a Madrid il 26 e 27 gennaio prossimi, per giungere a un accordo ad alto livello nei mesi successivi. Sulla base di tale accordo e di ulteriori lavori, la Commissione presenterà, entro la fine dell’anno, una nuova strategia dell’Ue in materia di biodiversità volta a conseguire il traguardo che sarà stabilito.
Commissione europea ambiente: ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/policy/index_en.htm
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