Pile e batterie: stop alla dispersione nell’ambiente

Pubblicato il 20 gennaio 2009

Con l’inizio dell’anno anche in Italia viene fatto un nuovo fondamentale passo avanti per la tutela ambientale: l’obbligo di raccogliere le batterie viene esteso a tutte le tipologie di pile e accumulatori oltre a quelle al piombo (batterie/auto).

Il Decreto Legislativo 20 novembre 2008, n. 188, che recepisce la direttiva europea 2006/66/CE sulla produzione e il riciclo di pile e accumulatori e che abroga la direttiva 91/157/Cee specificando il carico della raccolta, trattamento e riciclo, prevede, infatti, la raccolta differenziata sull’intero territorio nazionale di: pile, usa e getta o ricaricabili, alkaline, a stilo o a bottone utilizzate per giocattoli, orologi, calcolatrici, torce, piccoli apparecchi elettrici e così via; accumulatori o batterie, a ioni di litio, nichel-cadmio, nichel metalidrato e via dicendo, impiegate per alimentare apparati dagli apparecchi dell’elettronica di consumo agli elettroutensili da lavoro.

Pile e batterie consentono il funzionamento di tutti gli strumenti elettrici ed elettronici che pervadono la nostra quotidianità: telefonini, pc portatili, macchine fotografiche, lettori portatili di musica, navigatori, telecomandi, così come trapani, avvitatori, apparecchi professionali, spazzolini per i denti, rasoi, sono solo alcuni esempi di apparecchi con “energia senza filo”.

Complessivamente si stima che ogni anno siano immesse sul mercato italiano circa 40.000 tonnellate di pile e accumulatori non piombosi, i quali, una volta esaurita definitivamente la propria carica, se dispersi nell’ambiente, diventano rifiuti potenzialmente inquinanti e pericolosi per la nostra salute.

A differenza delle batterie al piombo, utilizzate per i veicoli, che perlopiù sono sostituite dagli elettrauto, le pile e i piccoli accumulatori, proprio per via delle loro ridotte dimensioni e del fatto che raramente è necessario ricorrere ai centri di assistenza per la loro sostituzione, sono facilmente gettati nelle nostre pattumiere per poi finire in modo indifferenziato nelle già straboccanti discariche.

Il Centro di Coordinamento Pile ed Accumulatori (Cdcpa) si pone lo scopo di raccoglierne il maggior numero per evitare un danno per l’ambiente e uno spreco di metalli che possono essere riciclati mantenendo inalterate le proprie caratteristiche.



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