Limitazioni d’uso del percloroetilene

Pubblicato il 15 maggio 2012

Si registrano, con una certa frequenza, voci riguardo un presunto divieto di utilizzo di percloroetilene, quindi di Soltene, Dollper ExstraStab ecc., costituiti da percloroetilene appositamente stabilizzato per l’impiego in impianti a ciclo chiuso; si ricorda che tali prodotti, sono considerati “preparati” ovvero miscele e che, al momento, sono disciplinati dalle Direttive 67/548/C EE e 1999/45/C E. Per fare chiarezza sulla questione un comunicato di Dollmar Meccanica precisa quanto segue.

L’attuale normativa europea ed italiana non prevede limitazioni d’uso per il percloroetilene il quale, oltre ad essere usato nello sgrassaggio dei metalli, è largamente utilizzato nel settore dry-cleaning, e particolarmente nelle lavasecco artigianali.

L’utilizzo di tale solvente risponde quindi alle norme che riguardano le emissioni in atmosfera (in particolare al DLgs. 152/2006 - parte quinta e ai relativi allegati, ed eventuali ulteriori disposizioni regionali) ed alle norme relative alla tutela della salute dei lavoratori, oggi riassunte nel DLgs. 81/2008, e particolarmente al titolo IX parte capo I (protezione da agenti chimici) del decreto stesso.

In relazione ai problemi connessi alle emissioni in atmosfera si precisa che limitazioni di uso di percloroetilene non sono previste neanche nella direttiva 1999/13/C E dell’11 marzo ‘99, recepita con D.M. n. 44 de l 26 febbraio 2004 (successivamente sostituito dall’Allegato III alla parte quinta del DLgs. 152/06), inerente la limitazione delle emissioni di composti organici volatili. Tale recente disciplina prevede, per i solventi clorurati (caratterizzati dalla frase di rischio R 40 - quali il precloroetilene), limiti alle emissioni particolarmente severi (20 mg/Nm3 se il flusso di massa è superiore o uguale a 100 g/h) ma, come sopra richiamato, non inibisce l’utilizzo del solvente in questione. I predetti limiti all’emissione sono peraltro già rispettati dalle macchine lavametalli che utilizzano la “miglior tecnologia di contenimento delle emissioni”, tra le quali possiamo annoverare le lavametalli a circuito chiuso.

In conclusione, senza voler sottacere la criticità del percloroetilene sia per gli operatori che per i risvolti ambientali che può de terminare se utilizzato non correttamente, si può affermare che a tutt’oggi non esistono norme, italiane o europee, che ne vietino o limitino l’utilizzo.

Si sottolinea invece il caso del tricoloretilene (trielina) per il quale le disposizioni comunitarie prevedono l’attribuzione della frase di rischio R 45 – può provocare il cancro; si coglie l’occasione per ricordare che l’utilizzo industriale di tale sostanza non è proibito, ma dovrà sottostare alle limitative prescrizioni di cui al Titolo IX capo II del DLgs. 81/2008 (protezione da agenti cancerogene e mutageni).

Si ricorda infine che la possibilità di causare il cancro sull’uomo, e la conseguente frase di rischio R45, riguarda esclusivamente il tricloroetilene (trielina) e non il percloroetilene, molecola diversa che a tutt’oggi vie ne largamente impiegata anche nello sgrassaggio dei tessuti (lavasecco).

Le informazioni riguardo le limitazioni d’uso di percloroetilene ci vengono confermate da primari produttori di solventi clorurati e dalle rispettive associazioni di categoria.

Dollmar Meccanica: dollmarmeccanica.com



Contenuti correlati

Scopri le novità scelte per te x