A un anno dalla pandemia di Covid-19, fra ristori, suprebonus e una digitalizzazione sempre più spinta, dove sta andando il mercato delle installazioni? Lo abbiamo chiesto a Matteo Birindelli, Country Manager di Qundis in Italia.
Matteo Birindelli: “Sicuramente dopo il 2016 il mercato della contabilizzazione ha subito una contrazione, dopo il grande boom delle installazioni di quell’anno, supportato anche dall’obbligo normativo – il mercato ha avvertito un rallentamento. Dopo 5 anni c’è ancora una componente importante di condomini da mettere a norma e dei segnali in questo senso si erano cominciati a vedere, ma con l’arrivo della pandemia le tempistiche si sono dilatate ulteriormente. Il 2020, quindi, è stato un anno tendenzialmente drammatico nei suoi primi mesi, con dei timidi segnali di ripresa in autunno, poi sfumati a causa della terza ondata.
Sperando che il piano vaccini ci porti fuori da questo incubo entro l’estate, siamo fiduciosi che nella seconda metà dell’anno le installazioni ripartano in modo massivo. Gli interventi necessari in questo momento riguardano il grande capitolo della sostituzione. Infatti, considerando che il numero di installazioni importanti di ripartitori ha avuto inizio negli anni 2009/2010, si capisce come sia necessario in molti casi sostituire i ripartitori, che hanno una vita media di circa 10 anni. Inoltre la tecnologia avanza e il mercato offre prodotti più performanti basati su sistemi connessi che consentono, ad esempio, la lettura da remoto senza che alcun operatore si presenti nelle nostre abitazioni. Una feature non da poco anche in tempo di pandemia”.
Domanda: Come sta reagendo tutto il comparto contabilizzazione in parte “messo in secondo piano” dai superbonus 110%?
Birindelli: “Per poter effettuare degli interventi sull’involucro o sul sistema dell’impianto nel suo complesso in tutti i contesti in cui c’è una centrale termica, l’installazione dei sistemi di contabilizzazione e regolazione è necessaria, oltre che obbligatoria da DM del 26 giugno 2015. Ciò vale per tutte le ristrutturazioni di primo livello praticamente. Quindi, per poter ottenere il superbonus 110% è necessario mettersi in regola anche con la parte contabilizzazione, onde evitare un rischio sanzioni davvero elevato.
I progettisti sono sicuramente concentrati su tutta la parte relativa all’efficientamento energetico, così da fare progettazione per il 110%, ma ciò non significa che la contabilizzazione venga messa in secondo piano, proprio perché è un requisito minimo da inserire nel progetto”.
Domanda: Quali sono le strategie per l’Italia di un’azienda come Qundis, che opera da 30 anni nel settore della misurazione e contabilizzazione del calore?
Birindelli: “Abbiamo in cantiere numerosi investimenti, molti dei quali hanno a che fare con l’utente finale.
Ciò che vogliamo continuare a fare, infatti, è informare e sensibilizzare, per creare confidenza nei confronti delle nuove tecnologie e far comprendere in concreto i vantaggi che possono offrire. Penso a come solo 8 anni fa ci fossero perplessità – lato utente finale – relative alla bontà di soluzioni dotate di radiofrequenza, alcuni erano preoccupati che potessero nuocere alla salute. Oggi non riscontriamo più queste perplessità per fortuna ma questo anche perché è stato fatto un importante processo di sensibilizzazione in cui si è spiegato come non ci sia alcun rischio per la salute e come questo genere di dispositivo sottostia a norme europee molto restrittive.
È dunque importante fare informazione perché ciò rende tutti un po’ più responsabili e anche più “green”. Installare i sistemi di contabilizzazione ci porta a misurare i nostri consumi e avere un’indicazione esatta della nostra spesa e questo, di conseguenza, ci rende più accorti rispetto al risparmio energetico. Se tutti iniziassimo ad agire in questo modo, nel lungo periodo potremmo riscontrarne benefici anche in termini ambientali.
Informare serve anche a far comprendere la valenza delle nuove tecnologie: non ci sono più i ripartitori a evaporazione, oggi i ripartitori radio inviano direttamente i dati relativi ai server e gli utenti finali, grazie alle società di servizio, possono disporre di app per verificare i propri consumi nel corso dell’anno.
Ma serve fare formazione anche nei confronti degli installatori. Noi produciamo dispositivi che dovranno poi essere installati, abbiamo quindi la necessità di relazionarci con società esperte e qualificate che fanno questo lavoro. Siamo testimoni di cosa è successo alternativamente: nel 2016 proliferavano installatori di ogni tipo che sono stati protagonisti di installazioni improvvisate e a pagarne il prezzo sono stati gli utenti finali. Anche per questa ragione abbiamo deciso di sviluppare un network interno che vada in questa direzione. Data l’importanza che riveste per noi l’installazione, stiamo creando un network capillare in Italia di società specializzate”.
Domanda: Come vede il futuro del mercato dell’energia, in particolare dal punto di vista ‘green’? Con tutto il parlare che si sta facendo su nuove soluzioni, dall’idrogeno al biogas, cosa cambierà per il consumatore?
Birindelli: “Sicuramente si è intrapreso un percorso che nel tempo ci porterà all’utilizzo di fonti rinnovabili ed energie alternative. Tuttavia c’è ancora tanta incertezza su come affrontare certe tematiche. Le risposte degli esperti del settore energetico sono molto caute in tal senso. Bisogna considerare che si dovranno affrontare anche questioni economiche, capaci di impattare l’economia mondiale.
In concreto, non penso che scompariranno i combustibili fossili, più che altro come spesso accade nei processi di transizione di ogni tipo, il vecchio affiancherà il nuovo per un periodo relativamente lungo. È innegabile che si stia registrando un progresso, si va in una direzione più green auspicata per anni ma il tutto è in una fase abbastanza embrionale. Basti pensare al processo davvero energivoro per ricavare l’idrogeno, ai relativi problemi di stoccaggio e al trasporto dello stesso. Bisogna accettare anche il fatto che ogni evoluzione sia di per sé lenta; lo vediamo anche con l’auto elettrica, non usiamo più il petrolio ma dobbiamo ancora risolvere il problema di come verranno smaltite le batterie“.
Domanda: Quali soluzioni tecnologiche saranno un ‘must’ nel mondo delle utility/energia in generale (dal telecontrollo alle soluzioni di raccolta ed elaborazione dati ecc.)?
Birindelli: “Già il presente ma soprattutto il futuro è fatto di connettività. Siamo sulla strada giusta se pensiamo alla contabilizzazione elettrica e del gas. Quella elettrica sfrutta la rete elettrica, appunto, per la raccolta dei dati da parte dei fornitori di energia e recentemente è stata creata anche un’infrastruttura simile per il gas. Sono stati installati contatori di nuova generazione in radiofrequenza e grazie a reti capillari strutturate a livello cittadino le letture avvengono da remoto con processi altamente automatizzati e privi di errori, in questo modo la plausibilità dei dati è garantita. Inoltre, in caso di malfunzionamento, manomissione o perdita di gas, il gestore potrà intervenire in modo tempestivo avendo sin da principio una fotografia chiara dell’accaduto. Quello dei dati in cloud è un trend importante che vale per tutto il settore energia.
Riguardo al mondo utility, un must è sicuramente il remote monitoring dei sistemi, poiché dovendo gestire milioni di utenze, è essenziale disporre di soluzioni efficienti in grado di verificare costantemente il funzionamento garantendo cosi un livello di servizio elevato per l’utente finale. Il mondo connesso, dunque, rappresenta il futuro del settore, e la strada è già tracciata”.