ATTUALITÀ
14
n.15 settembre 2014
Riutilizzo dell’acqua in Europa
Il riutilizzo dell’acqua non è una pratica diffusa in Europa. La
maggior parte delle acque reflue provenienti dagli impianti di
depurazione urbani viene semplicemente riversata nei fiumi e nei
laghi. Ma un maggiore riutilizzo ci aiuterebbe ad affrontare i crescenti problemi
legati alla scarsità d’acqua e alla siccità, riducendo al tempo stesso i rischi di
contaminazionedovutialleacquerefluee icostididepurazione.Inoltre,riutilizzare
l’acqua anziché procurarsela da altre fonti, quali ad esempio il trasporto da altre
regioni e la desalinizzazione, comporta anche un minore impatto ambientale.
Malgrado questi vantaggi e le notevoli potenzialità di ulteriori sviluppi, vi sono
diverse ragioni alla base di un così basso livello di riutilizzo, tra cui:
- la mancanza di norme ambientali e sanitarie comuni nell’UE in materia di
riutilizzo delle acque;
- potenziali ostacoli alla libera circolazione di prodotti agricoli irrigati con acqua
riutilizzata;
- l’inadeguatezza dei modelli tariffari e commerciali dell’acqua;
- la scarsa consapevolezza dei benefici derivanti dal riutilizzo delle acque da
parte dei soggetti interessati;
- la mancanza di accettazione da parte dei cittadini;
- ostacoli tecnici e incertezza a livello scientifico.
La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica su una serie
di possibili misure a livello dell’UE volte a incoraggiare il riutilizzo delle acque
depurate. La Commissione vuole sapere cosa pensano i cittadini, i soggetti
interessati, le imprese, le ONG e le pubbliche autorità
delle potenzialità del riutilizzo e degli ostacoli che vi si
frappongono, e con quale tipo di misure, normative e non,
l’UE potrebbe contribuire efficacemente a superare
queste preoccupazioni e a incrementare il ricorso
al riutilizzo sicuro delle acque nell’Unione.
La consultazione, alla quale si può accedere tramite
il link
consultations/water_reuse_
en.htm, è aperta fino al 7
novembre 2014.
I risultati contribuiranno a
realizzare una valutazione di impatto
concernente tutti gli aspetti principali
del riutilizzo delle acque, compresi
gli usi agricoli, urbani, industriali
e ricreativi.
Nel 2015 la Commissione
intende presentare una proposta ufficiale
basata sui dati contenuti nella valutazione di
impatto.
Antonella Rampichini
Dal report “Qualità dell’ambiente urbano” pubblica-
to dall’Istat emerge che nel 2013, per il secondo anno
consecutivo, si riducono i tassi di motorizzazione nei
capoluoghi di provincia e c’è un calo della domanda di trasporto
pubblico locale. Si diffondono inoltre le iniziative a favore della
mobilità sostenibile: cresce l’offerta di car sharing e di bike sha-
ring. Si conferma il trend di miglioramento della qualità dell’aria
per le polveri sottili: rispetto al 2012 diminuisce da 52 a 44 il
numero di capoluoghi dove il valore limite per la protezione del-
la salute umana previsto per il PM10 viene superato per più di
35 giorni. Miglioramenti si riscontrano al Nord (da 37 a 32) e, in
proporzione, soprattutto al Centro (da 9 a 6). Nel Mezzogiorno si
evidenzia un peggioramento in Campania (da 2 a 4 dei capoluo-
ghi della regione). In 17 capoluoghi sono state attuate politiche
di limitazione della circolazione del traffico privato di tipo sia
emergenziale (a seguito di superamenti dei valori limite di un
inquinante), sia programmato (a scopo preventivo o di riduzio-
ne progressiva delle emissioni); 28 capoluoghi hanno limitato
la circolazione solo con blocchi programmati. Sono 88 i comuni
che nel 2013 hanno effettuato attività di misurazione del rumore
finalizzate alla verifica del rispetto dei valori limite imposti dalla
normativa (erano 91 nel 2012). Nel 47,9% dei controlli è stato
riscontrato almeno un superamento dei limiti dell’inquinamento
acustico (-5,1 punti percentuali rispetto al 2012). Nel 2013, il ver-
de urbano pubblico rappresenta il 2,7% del territorio dei comuni
capoluogo di provincia, oltre 577 milioni di m
2
(+0,7% rispetto
all’anno precedente) che corrispondono ad una disponibilità
media di 32,2 m
2
per abitante. Ricadono in “aree naturali protet-
te” oltre 3.200 km
2
del territorio dei capoluoghi (pari al 15,8%).
In 43 comuni è stata individuata una rete ecologica, a tutela del
mantenimento della biodiversità anche in ambito urbano. Sono
57 le amministrazioni che hanno attivato orti urbani da dare in
gestione ai cittadini.
ISTAT: NEL 2013 MIGLIORA LA QUALITÀ
DELL’AMBIENTE URBANO