Il Seicento e il Settecento sono stati i secoli in cui
è cominciata la rivoluzione scientifica e tecnica:
in varie città d’Europa hanno cominciato ad
operare studiosi di varia educazione: filosofi ma
anche curiosi della natura, matematici e chimici
anche attenti a problemi che potevano soddisfare
bisogni umani. Questa vasta comunità era in
collegamento attraverso lettere, la pubblicazione
di libri e delle prime riviste scientifiche; i suoi
membri si riunivano periodicamente nelle
‘accademie’ e società scientifiche. Secoli
devastati da guerre e controversie politiche e
religiose, ma in cui anche crebbe la voglia di
arricchirsi con le invenzioni. In alcuni paesi agli
inventori cominciarono ad essere assegnati dei
brevetti che garantivano il diritto esclusivo di
trarre un guadagno dalle loro scoperte.
All’energia solare Giovan Battista Della Porta
(che abbiamo conosciuto in
Energie & Ambiente
Oggi
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, 76) aveva guardato come una
manifestazione delle ‘magie’ della natura,
ma adesso un numero crescente di persone
cominciò a considerare il Sole e la sua energia
come fonte di calore ad alta temperatura,
concentrata mediante specchi e lenti, come
fonte di energia meccanica mediante macchina
in cui un fluido, come l’acqua, si espande dopo
essere stato scaldato col Sole, e anche come
fonte di calore a bassa temperatura entro
scatole coperte con lastre di vetro o nelle serre,
anticipando quelli che oggi chiamiamo pannelli
solari termici. A queste varie operazioni si
dedicarono personaggi che sono noti per molte
altre realizzazioni scientifiche.
Effetti della concentrazione del calore solare
Già nella seconda metà del Cinquecento il
chimico e botanico Adam Lonicer (1528-1586),
o Lonitzer, talvolta scritto Lonicier, descrive, nel
suo trattato Krauterbuch, l’uso del calore solare
concentrato con uno specchio per distillare i
profumi, la stessa cosa che negli stessi anni
aveva suggerito anche Della Porta.
L’interesse per l’energia solare era anche dovuto
ad una specie di ossessione di verificare se
fosse vera la leggenda secondo cui Archimede
aveva bruciato le navi romane, dall’interno della
città di Siracusa, con il Sole. Le proprietà delle
lenti e delle parabole erano oggetto di studio fra
i matematici; fra questi Bonaventura Cavalieri
(1598-1647) che nel 1632 pubblicò un libro
intitolati: “Lo specchio ustorio overo trattato delle
settioni coniche, et alcuni loro mirabili effetti
intorno al lume, caldo, freddo, suono, e moto
ancora”.
Il fisico francese Salomon de Caus (1576-
1626), emigrato nel 1612 in Inghilterra in quanto
protestante, si occupò di specchi e di ottica ed
elaborò una teoria relativa all’espansione e alla
condensazione del vapore che lo fa considerare
un pioniere dell’utilizzo pratico della forza motrice
del vapore e delle sue applicazioni pratiche.
Nel 1615 de Caus costruì il primo dispositivo
che si può considerare un ‘motore solare’; era
costituito da lenti di vetro, poste in un telaio, che
concentravano il calore solare su un recipiente
sigillato contenente aria e acqua. Durante il
riscaldamento la dilatazione dell’aria spingeva
all’esterno una parte dell’acqua in forma di
graziose fontane che destavano l’ammirazione
dei signori del tempo: si trattava di un giocattolo,
più che di una macchina utile, ma dimostrava
quello che si poteva ottenere col calore solare
con concentrazione.
Nel 1634 il francescano Marin Mersenne (1588-
1648), matematico, fisico e personalità nota nel
campo scientifico, ebbe uno scambio di lettere
con il fisico e chimico, anche lui francese, Jean
IMPRONTE
Continua il nostro viaggio
nella storia dell’uomo e delle
invenzioni solari: la rivoluzione
scientifica e tecnica nel Seicento
e nel Settecento porta ai primi
esperimenti sugli effetti della
concentrazione del calore del
sole e alla costruzione dei primi
pannelli solari termici.
Giorgio Nebbia
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n.10 maggio 2013
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