Biocarburanti: rinnovabili, istituzioni al lavoro

“Una proiezione recentemente elaborata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile prevede che ‘al 2030, avviando a stabilizzazione anaerobica circa 9 milioni di tonnellate di Forsu, si otterranno circa 670 milioni di m3 di metano’. Una prospettiva di grande interesse per lo sviluppo delle auto a gas”. Lo ha dichiarato Alessandro Tramontano, Presidente del Consorzio Ecogas, organismo rappresentativo del settore del Gpl e del metano per autotrazione, in seguito all’approvazione, da parte del Parlamento europeo, della direttiva che fissa al 7% il limite massimo di biocarburanti derivati da colture agricole per il raggiungimento dell’obiettivo del 10% di fonti alternative nei trasporti al 2020 e che promuove al contempo i biocarburanti di seconda generazione, per esempio quelli derivati da alcuni tipi di rifiuti, di residui e da nuove fonti come le alghe. Il piano, sottolinea un comunicato stampa del Parlamento europeo, mira a ridurre le emissioni di gas a effetto serra derivanti dal crescente utilizzo di terreni agricoli per le colture impiegate per la produzione di biocarburanti.
“Anche in Italia”, ha proseguito Tramontano, “si fa sempre più definito il quadro nel quale si vanno ad inserire i biocarburanti, in un’ottica di sviluppo delle fonti rinnovabili nel settore dell’autotrazione”.
Nei giorni scorsi infatti il Gestore Servizi Energetici ha pubblicato le Procedure applicative per l’incentivazione del biometano – in attuazione delle disposizioni del DM 5 dicembre 2013 (art. 8.2) – sottoponendole a consultazione. Il documento illustra il processo di qualifica degli impianti, valido per i tre meccanismi incentivanti (articoli 3, 4 e 5 del decreto) e si articola nei seguenti capitoli: capitolo 1 – “Inquadramento generale”, nel quale sono sintetizzati i principali concetti del decreto e illustrate le modalità per l’attuazione dell’art.4 del provvedimento (incentivazione del biometano utilizzato nei trasporti); capitolo 2 – “La procedura di qualifica degli impianti di produzione del biometano”, in cui sono indicati i requisiti di accesso e la documentazione funzionale allo svolgimento della qualifica e alla comunicazione della data di entrata in esercizio. Eventuali osservazioni e proposte alle Procedure applicative possono essere trasmesse al Gse entro il 22 maggio 2015.
Il biometano – così come anche, in prospettiva, il biopropano da biomasse – è una risorsa il cui impiego per la produzione di carburanti alternativi si preannuncia importante: può essere efficientemente prodotto da diverse fonti, la composizione del combustibile rinnovabile è esattamente la stessa del gas proveniente dall’estrazione di gas naturale consentendo al biometano di essere miscelato al gas naturale a qualsiasi percentuale e senza problemi per i motori dei veicoli, può essere trasportato e distribuito convenientemente nelle reti del gas naturale.
“Una parte considerevole di biometano arriverà dalla digestione anaerobica di sottoprodotti agricoli e da colture di integrazione. A tale proposito, a maggior ragione, gli stessi mezzi agricoli potranno utilizzare questo carburante (sono già disponibili nei listini trattori alimentati a biometano), oppure usufruire della nuova tecnologia dual fuel diesel metano”, conclude Tramontano, “questo a beneficio delle colture grazie al fortissimo abbattimento di tutti gli inquinanti ed in particolare delle polveri sottili. Una prosecuzione equilibrata del processo che porterà le rinnovabili a contribuire sensibilmente a ridurre l’impatto ambientale nel mondo del trasporto è fondamentale per salvaguardare ecosistemi, suolo e agricoltura e gestire al meglio tutto quanto può essere utilizzato per produrre energia, quali scarti, residui e rifiuti”.
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