Assemblea Assobiotec: in sei anni, forte crescita del settore biotecnologie

All’Assemblea annuale di Assobiotec, l’Italia risulta fanalino di coda nelle politiche di incentivazione all’innovazione. Il sistema Paese è chiamato ad aiutare il settore in innovazione e mercato

Pubblicato il 25 maggio 2010

Si è di recente svolta a Roma, l’assemblea annuale di Assobiotec, l’associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie (oltre 100 associati tra aziende e parchi scientifici e tecnologici), che fa parte di Federchimica.

Nel corso della parte privata dell’Assemblea, Alessandro Sidoli è stato eletto a larghissima maggioranza nuovo presidente dell’associazione per il triennio 2010-2012. All’assemblea di Assobiotec sono intervenuti, oltre a Roberto Gradnik, presidente uscente di Assobiotec, Andrea Bianchi, direttore generale Direzione per la politica industriale e la Competitività, Giuseppe Palumbo, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera e Alessandro Sidoli, presidente designato Assobiotec. Nell’occasione si è svolta inoltre la cerimonia di consegna dell’Assobiotec Award, riconoscimento assegnato da Assobiotec alle personalità che si sono distinte nella promozione dell’innovazione, della ricerca scientifica e del trasferimento tecnologico.

L’Assobiotec Award 2010 è stato assegnato a Umberto Veronesi, per l’impegno che ha animato la sua attività professionale e personale, che lo visto sempre protagonista sulla frontiera della ricerca e dell’innovazione, con una particolare attenzione nel mettere al servizio del paziente le tecnologie più avanzate, innanzitutto nell’area prescelta, l’oncologia.

Oggi l’industria biotecnologica italiana rappresenta una solida realtà, che ha all’attivo oltre 300 imprese. Gradnik ha chiesto alle Istituzioni di sostenere il comparto delle biotecnologie, avviando una strategia mirata a rafforzare la competitività italiana in questo ambito, così come è stato fatto dagli altri Paesi europei.

Sidoli ha presentato una ricognizione, operata da Assobiotec, degli interventi avviati in favore dell’innovazione in un campione significativo di Paesi europei: Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda, Spagna e Ungheria. Gli incentivi presenti in tali Paesi sono stati poi valutati nel loro impatto, e paragonati con le misure disponibili in Italia.

Questo lavoro vuole rappresentare una base di riflessione sui temi del sostegno al biotech: così come nel resto dell’Europa, l’Italia merita di veder adeguato il sistema degli incentivi fiscali per le aziende che fanno innovazione, con misure efficaci e stabili per la piccola impresa innovativa, cuore del biotech italiano, sul modello eccellente esistente in Francia.

Occorre intervenire sulle debolezze del sistema italiano, in primo luogo la lentezza nell’erogazione dei pochi finanziamenti disponibili. Ma, innanzitutto, incentivare il biotech significa tutelare l’innovazione che si è fatta prodotto, garantendo adeguati ritorni sul mercato, non addebitando a tali prodotti, come troppo spesso è avvenuto con i farmaci innovativi, le inefficienze e gli sprechi presenti nella spesa sanitaria.

Assobiotec: assobiotec.federchimica.it



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