Transizione energetica e sviluppo locale: parco fotovoltaico di Lamezia Terme

L’impianto garantirà più del 5% del fabbisogno energetico della provincia di Catanzaro, offrendo occupazione locale e promuovendo lo sviluppo economico, senza danneggiare minimamente l’area, attualmente oggetto di degrado

Pubblicato il 9 novembre 2021

Il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) redatto dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è lo strumento centrale per modificare la politica energetica e ambientale del nostro Paese verso la decarbonizzazione.

Il Piano Energetico Ambientale Regionale (P.E.A.R.) è invece il riferimento per la transizione energetica della Regione Calabria: in entrambi i piani, nazionale e regionale, il fotovoltaico rappresenta un elemento centrale nella strada verso l’Impatto Zero.
Ed è proprio nel solco di questi due grandi scenari che si inserisce il progetto denominato “Sant’Eufemia”, ossia un impianto fotovoltaico della potenza di circa 129 MWp da installarsi su un’area a forte connotazione industriale e produttiva nei pressi del Comune di Lamezia Terme (Catanzaro).

Perché Lamezia Terme?
L’area è caratterizzata per la presenza di due “grandi poli di trasformazione insediativa”, rappresentanti aree fortemente degradate: a Nord l’aeroporto internazionale di S.Eufemia e a Sud l’Area del Consorzio di Sviluppo Industriale (area ASI). In particolare l’impianto fotovoltaico in progetto si inserisce nel comparto industriale e pertanto ricade all’interno di aree di degrado e compromissione entro le quali non si evidenzia la permanenza dei caratteri paesaggistici originari.
La superficie totale occupata dai pannelli fotovoltaici in pianta è di 571.855 mq sui 1.503.186 mq disponibili nell’intero lotto. Da ciò si evince che la superficie interessata (in pianta) dalla proiezione dei pannelli è circa pari al 38% del totale.

L’applicazione della tecnologia fotovoltaica consentirà:

  • la produzione di energia elettrica senza emissione di alcuna sostanza inquinante in atmosfera, nelle acque e nel suolo;
  • il risparmio di combustibile fossile;
  • nessun inquinamento acustico;
  • disponibilità dell’energia anche in località disagiate o lontane dalle grandi dorsali elettriche.

Al fine di ottenere i massimi vantaggi possibili, sia in termini economici che di impatto ambientale, l’impianto è progettato per essere realizzato con materiali di eccellente qualità, in grado di ottenere elevate prestazioni, minimi ingombri, riciclabilità dei componenti, durata illimitata, bassi costi di gestione e manutenzione. In quest’ottica i moduli da utilizzare saranno in silicio monocristallino ad alta efficienza, le strutture di sostegno in materiale resiliente nel tempo ed, inoltre, l’impianto sarà diviso in più sottocampi, associati a più gruppi di conversione in modo tale da permettere un buon equilibrio tra ingombri, efficienza, continuità del servizio e possibilità di monitoraggio delle singole parti dell’impianto stesso.

I vantaggi dei sistemi fotovoltaici come quello di Sant’Eufemia sono la modularità, le esigenze di manutenzione ridotte (dovute all’assenza di parti in movimento o alla semplicità di esse), la semplicità d’utilizzo, e, soprattutto, un impatto ambientale estremamente basso. In particolare, durante la fase di esercizio, l’unico vero impatto ambientale è rappresentato dall’occupazione di superficie.
Gli impianti fotovoltaici sono inoltre esenti da vibrazioni ed emissioni sonore e se ben integrati, non deturpano l’ambiente ma consentono di riutilizzare e recuperare superfici e spazi altrimenti inutilizzati.

L’impianto, denominato “Sant’Eufemia”, è di tipo montato a terra, connesso alla rete (grid-connected) in modalità trifase in alta tensione (AT).
Dalla realizzazione del progetto deriveranno benefici di tipo energetico, ambientale e socio-economico, così brevemente riassunti:

  • Miglioramento della situazione ambientale perseguita mediante la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, con abbattimento delle emissioni di gas serra (CO2): l’impianto fotovoltaico “Sant’Eufemia” consentirà di evitare l’emissione di ben 2.205.756,1 tonnellate di CO2 durante il suo ciclo di vita!
  • Abbattimento delle emissioni inquinanti (polveri, NOx, SOx, ecc.) e risparmio di combustibili fossili;
  • Bassi costi di esercizio e manutenzione;
  • Nessun inquinamento acustico, idrico, del suolo;
  • Miglioramento dell’efficienza economica attraverso il contenimento dei costi energetici, per il tempo di vita dell’impianto, stimato in 35 anni;
  • Possibilità di sviluppo economico mediante l’impiego di installatori e manutentori operanti a scala locale (almeno 400 durante la fase di costruzione e almeno 20 attivi in maniera costante per la manutenzione). Senza trascurare le entrate dovute al Comune per oneri vari, stimate in circa 10 milioni di euro per il ciclo di vita dell’impianto.

L’impianto fotovoltaico in oggetto rappresenta infatti una nuova sorgente di produzione di energia elettrica, i cui effetti saranno evidenti nel breve e lungo termine ed aumenteranno flessibilità e sicurezza del sistema energetico locale.

Si consideri a questo proposito che per la Provincia di Catanzaro, come desunto dai dati ambientali messi a disposizione nel Quadro Conoscitivo del PSC comunale di Lamezia adottato, i consumi di energia finali sono stati, nel 2006, pari a 381,6 ktep; prendendo a riferimento questo valore, seppur relativamente datato, è possibile stimare che l’impianto fotovoltaico in progetto consentirebbe, da solo, di coprire circa il 5,2% dell’intero fabbisogno provinciale annuo di energia elettrica.

“Come evidenziato alla COP26 di Glasgow” afferma Luigi Mancuso, progettista e portavoce di UBH Solar, l’azienda che ha ideato il parco fotovoltaico di Lamezia Terme, “anche l’idrogeno avrà un ruolo centrale nella transizione energetica: ed è su questo solco che la nostra società, grazie all’energia solare prodotta, intende sviluppare un progetto sull’idrogeno verde, peraltro in linea anche con il piano nazionale, circostanza che renderebbe la Calabria un centro di eccellenza e all’avanguardia nel settore dell’energia del futuro con un’integrazione virtuosa tra industria, università e centri di ricerca europei”.

Fonte foto Pixabay_Caniceus



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