Ingegneri energetici: le competenze universitarie incontrano le richieste delle aziende?

Pubblicato il 10 marzo 2011

Risultano essere occupati professionalmente in gran parte con un contratto a tempo indeterminato. Nel giro di 2 mesi e mezzo dal conseguimento della laurea riescono a trovare un impiego. Vivono e lavorano soprattutto in Italia nel settore della fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata per aziende private. Hanno, nella maggior parte dei casi, conseguito la laurea specialistica magistrale e conoscono almeno una lingua straniera. Le loro conoscenze universitarie e le abilità specifiche sono più sviluppate delle competenze relazionali e gestionali. Non trovano particolari difficoltà ad inserirsi in un ambiente di lavoro e ritengono che i corsi universitari seguiti siano stati utili per il tipo di lavoro in cui sono impiegati e, quindi, li consiglierebbero ai loro amici.

È questo il profilo che emerge da un’indagine realizzata da Fondazione Politecnico di Milano, Dipartimento di Energia del Politecnico di Milano e Assolombarda, su un campione di circa 200 tra ingegneri e studenti in corsi di ingegneria energetica, di cui il 54% laureati e lavoratori, l’11% studenti laureandi che stanno maturando o hanno già maturato esperienze professionali e il 35% studenti senza alcuna esperienza lavorativa. Tra chi possiede il titolo di laurea, quasi il 90% ha conseguito al Politecnico di Milano quello in ingegneria energetica, una minoranza, invece, in ingegneria nucleare e in ingegneria meccanica.

Il corso di laurea in ingegneria energetica è nato, per primo, al Politecnico di Milano nel 2000. La ricerca è stata condotta tra i laureati, dai primi ad avere conseguito il titolo nel 2003 ad oggi. L’indagine mette a confronto le aspettative e le attese dei giovani con le esigenze delle imprese. Sono valutate la competenza e le conoscenze acquisite nel percorso di studio in relazione all’inserimento nella realtà produttiva in un settore, come quello dell’energia, di grande attualità e in continuo divenire dal punto di vista tecnico e culturale.

In particolare, oltre a fotografare lo scenario e lo spettro delle possibili occupazioni per un ingegnere energetico, è stata riservata una forte attenzione all’analisi dell’efficacia del percorso formativo. Il cuore della ricerca è rappresentato dai dati relativi a condizione occupazionale, formazione ed esperienza di laureati occupati o studenti che hanno maturato esperienze lavorative. Tra chi ha già fatto il suo ingresso nel mercato del lavoro: il 61,1% ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato; il 12,1% ha un contratto a tempo determinato; il 7,4% ha un contratto di stage post-laurea; il 5,6% ha intrapreso la professione del libero professionista; il 4,6% è occupato con un contratto di apprendistato; il 6,5% è in cerca di una prima occupazione; l’1,9% è disoccupato e in cerca di un nuovo lavoro.

L’86,4% lavora in Italia e nel 91% dei casi le aziende appartengono al settore privato. L’ultima retribuzione netta mensile percepita: dal 32,1% degli ingegneri considerati dall’indagine è compresa in un range che va da 1.500 a 2.000 euro; seguito da un altrettanto 32,1% di ingegneri il cui ultimo stipendio va dai 1.000 ai 1.500 euro; dal 21,7% che ha una retribuzione che si attesta attorno ai 1.000 euro; dall’8,5% che ha una retribuzione compresa tra i 2.000 e i 2.500 euro; dal 3,8% degli ingegneri con oltre 3.000 euro netti al mese; e infine dall’1,9% con uno stipendio compreso tra i 2.500 ed i 3.000 euro netti mensili.

Il 94,5% del campione ritiene che i corsi universitari seguiti siano stati utili per il lavoro che attualmente sta svolgendo e il 94,2% consiglierebbe ai propri amici di iscriversi agli stessi corsi universitari. Il 90,4% è soddisfatto della sua attuale posizione lavorativa, il 77% ritiene comunque utili ulteriori momenti di formazione.

Politecnico di Milano: www.polimi.it
Assolombarda: www.assolombarda.it
Fondazione Politecnico di Milano: www.fondazionepolitecnico.it 



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