La prima mappa web del degrado ambientale italiano

Roberto Albanesi: “La lettura delle mappe e, soprattutto, partecipare per completarle ci rende più consapevoli della ricchezza ambientale che stiamo perdendo. È questo lo scopo di Aci”

Pubblicato il 28 gennaio 2013

È nata la prima mappa web italiana, accessibile da tutti e a cui tutti possono collaborare, per misurare l’impatto dell’uomo sull’ambiente. È lo scopo di Aci (Antropentropia dei Comuni italiani), un progetto no profit sviluppato nella community del Well-Being, del divulgatore scientifico Roberto Albanesi. Il progetto si è già guadagnato l’interesse di noti esperti come Juan Carlos de Martin, del Politecnico di Torino, che al Sole24Ore ha detto, commentando Aci, “questo progetto è un esempio magistrale di come gli open data possono avere anche una finalità civica”.

Aci utilizza infatti i dati “aperti” forniti dalle Regioni, secondo le specifiche del progetto europeo Corine Land Cover. Sono dati geografici che dividono un territorio in celle e dicono che cosa c’è in ciascuna: un bosco, un campo, una strada, una casa ecc. L’antropentropia misurata è la quantità di territorio “antropizzato” (occupato da cose create dall’uomo) in rapporto con la sua superficie totale.

Il progetto sta creando la mappa dell’antropentropia di cinque regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Puglia, Sardegna), più la Provincia autonoma di Trento. Corrispondono alle amministrazioni che rendono disponibili i dati a titolo gratuito. La loro rielaborazione – a cura di Antonio di Gennaro, esperto di bonifica di siti contaminati e collaboratore dell’Agenzia regionale di protezione ambientale del Lazio – produce mappe grafiche che consentono di vedere a colpo d’occhio il livello di antropizzazione di una zona. I colori delle mappe vanno infatti dal verde (buona situazione), al giallo (pericolo), fino al viola (problemi gravi per l’ambente) e al nero (degrado ormai irrecuperabile).

Ma come fare per quelle aree dove le Pubbliche amministrazioni non forniscono i dati per la mappa? Qui interviene la seconda parte del progetto: gli utenti sono chiamati a collaborare, mappando il proprio territorio dove abitano secondo le specifiche del progetto (il sito indica come fare e gli strumenti gratuiti da utilizzare, Google Earth e il software Gimp).

“La lettura delle mappe e, soprattutto, partecipare per completarle ci rende più consapevoli della ricchezza ambientale che stiamo perdendo. Ed è, in fondo, questo lo scopo di Aci”, dice Albanesi.

Roberto Albanesi: www.albanesi.it 



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