Remedia lancia la sfida delle materie prime: l’importanza del riciclo per un’economia sostenibile

Pubblicato il 29 ottobre 2013

Si è svolta a Roma l’edizione 2013 di Hi Tech & Ambiente, convegno organizzato da ReMedia – fra i principali Sistemi Collettivi italiani no-profit per la gestione eco-sostenibile dei Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), pile e accumulatori esausti e impianti fotovoltaici – in collaborazione con la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

“La sfida delle materie prime: può l’industria del riciclo ridurre i rischi di approvvigionamento?” è l’occasione per stimolare il dibattito sul tema dell’accesso alle materie prime e sulla nuova Direttiva Raee 2012/19/EU, che dovrà essere recepita entro febbraio 2014, in linea con la strategia europea sull’efficienza delle risorse.

“La giornata di Hi Tech & Ambiente è stata utile per creare un Sistema Italia delle materie prime e quindi a riflettere su come il Paese potrà partecipare alle diverse iniziative sviluppate nel contesto del partnenariato dell’innovazione. Le materie prime sono vitali per l’Europa per due ragioni: sono essenziali per l’economia e la società europea e perché il loro approvvigionamento è minacciato”, ha affermato Antonio Tajani, Vicepresidente Commissione Europea, Responsabile Industria e Imprenditoria, nel suo messaggio portato da Alessandro Giordani, Capo Settore Comunicazione della Commissione Europea – Rappresentanza in Italia. “La strategia dell’Europa si basa su tre pilastri: garantire condizioni eque di concorrenza nell’accesso alle risorse, favorire l’approvvigionamento sostenibile di materie prime provenienti da fonti europee, promuovere efficienza energetica e riciclaggio. Questi pilastri convergono tutti verso l’innovazione”.

“Il recepimento della normativa non è solo un atto formale, ma è un’opportunità per dare nuovo impulso al Sistema Raee e favorire così politiche industriali orientate all’efficienza delle risorse”, ha dichiarato Danilo Bonato, Direttore Generale di ReMedia. “L’Europa, infatti, vuole accelerare il processo di sviluppo di una moderna società di riciclo: l’utilizzo più efficiente e sostenibile delle risorse naturali è una priorità, come dimostra il programma di finanziamenti all’innovazione denominato Horizon 2020”.

“La strategia Europa 2020 si focalizza su una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Trasformare l’economia europea in un sistema competitivo, a basse emissioni di carbonio e con un utilizzo sostenibile di materie prime è una grande sfida, che, a partire da gennaio 2014, sarà supportata da Horizon 2020”, ha spiegato Kurt Vandenberghe, Direttore ambiente Commissione Europea DG Ricerca e Innovazione, nel suo videomessaggio di saluto. “Il riciclo è un’area dove l’Europa può fare la differenza in termini di crescita e di nuovi posti di lavoro. I rifiuti, infatti, sono una risorsa per riciclare, riutilizzare e recuperare materie prime. L’obiettivo è realizzare un’economia circolare”.

La sessione “Il riciclo come pilastro fondamentale della strategia europea sulle materie prime” ha concentrato la prima parte del convegno sull’importanza del riciclo come elemento fondamentale della strategia di accesso alle materie prime da parte dell’Unione Europea.

Per non continuare a essere dipendente dalle importazioni, l’Europa ha bisogno di un cambiamento sistematico nell’uso e nel recupero delle risorse, che servirebbe ad aumentarne la competitività e contribuirebbe a costruire un’economia europea sostenibile. Secondo una stima recente, infatti, l’Unione europea potrebbe ridurre la quantità di materie prime necessaria a far girare l’economia di circa il 25% a parità di produzione entro il 2020. L’economia ne trarrebbe beneficio e la crescita del PIL porterebbe anche la creazione di nuovi posti di lavoro, tra 1,4 e 2,8 milioni.

A ciascun cittadino europeo è associato un consumo medio di 25 tonnellate annue di minerali e di metalli. Solo in Italia, per avere un’economia sostenibile dovremmo utilizzare 360 milioni di tonnellate di risorse, mentre il consumo attuale arriva a 1 miliardo. L’impiego di materie prime nel nostro Paese, quindi, dovrebbe essere ridotto a un terzo.

“Le Terre Rare, riciclabili dai Raee, costituiscono certamente una grande possibilità che il nostro Paese può cogliere sia dal punto di vista ambientale, per le ricadute positive sulla mitigazione degli impatti e sull’inquinamento, sia dal punto di vista sociale, per la possibile creazione di nuovi posti di lavoro legati allo sviluppo delle attività di riciclo. Il tema dell’‘Urban Mining’ risulta quindi di importanza strategica per agganciare il treno dell’Europa”, ha affermato Franco Terlizzese, Direttore Generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico. “La Direzione Generale è impegnata anche nella collaborazione con il Laboratorio Materie Prime, per incentivare le attività di ricerca per lo sviluppo sostenibile nel comparto estrattivo dei minerali solidi non energetici per la crescita sociale ed economica dei territori, nell’iniziativa ‘European Innovation Partnership on Raw Materials’ e soprattutto nel percorso di confronto con le Regioni per intraprendere una profonda condivisione dei pilastri europei del settore”.

“Per un Paese come l’Italia, povera di materie prime e con una grande vocazione manifatturiera, lo sviluppo di una forte industria del riciclo è una questione strategica”, ha spiegato Roberto Morabito, Responsabile Unità Tecnica Tecnologie Ambientali Enea. “È necessario avviare una fase di transizione da una economia di tipo lineare, basata sulla trasformazione delle risorse in rifiuti, ad una economia di tipo circolare, dove i rifiuti diventano una preziosa fonte di materie prime seconde da reimmettere nei cicli produttivi. Particolare importanza in questo quadro riveste lo sviluppo di tecnologie innovative, ambientalmente compatibili e caratterizzate da sostenibilità economica come, ad esempio, le tecnologie idrometallurgiche per il recupero di metalli, metalli preziosi e terre rare da Raee”.

“In un Pianeta dotato di risorse limitate, in presenza di una loro domanda in continua crescita, l’accesso alle materie prime diviene un fattore sempre più strategico. In particolare, per una economia di trasformazione dei prodotti come la nostra, la seconda in Europa. Per attenuare i rischi di approvvigionamento occorre definire una strategia sull’uso efficiente delle risorse e sul riciclaggio dei materiali, che integri la produzione industriale con il comparto economico dedicato alla gestione dei rifiuti. L’efficienza delle risorse non va riferita solo all’energia, ma anche ai materiali, come i metalli, i minerali, e le materie prime critiche. Un esempio tipico di materie prime critiche ricavabili dai Raee è quello delle terre rare, che sono fondamentali per le tecnologie rispetto alle quali è atteso il maggior sviluppo nei prossimi anni”, ha sostenuto Edo Ronchi, Presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile.

La tavola rotonda “Recepimento della Direttiva, modelli e scelte strategiche a confronto” ha acceso i riflettori sulla strategia che stanno adottando i principali Paesi europei nel recepimento della Direttiva, che impone agli stati membri di riciclare l’85% dei Raee generati entro il 2019. Attualmente in Europa vengo raccolte 10 milioni di tonnellate di Raee, ma solo 3,5 vengono riciclate in modo corretto. Hanno preso parte alla discussione rappresentanti delle istituzioni provenienti da diversi Paesi europei. Infine ha chiuso il convegno il dibattito “Le esigenze degli stakeholders, riflessioni e prospettive”.

Il confronto tra gli stakeholders del sistema permetterà di capire quali sono le esigenze degli attori della filiera dei Raee e di discutere su quale potrà essere il modello corretto per favorire lo sviluppo di un modello virtuoso che permetta di raggiungere gli obiettivi dettati dall’Europa, rispettando l’ambiente e le risorse naturali.

 

Consorzio ReMedia: http://www.consorzioremedia.it

Hi Tech & Ambiente: http://www.consorzioremedia.it/it/le-iniziative/hi-tech-ambiente-2013



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