ELEMENTI – Elio, via dei Gas Nobili 2

Nel 2009 La produzione mondiale di elio è stata di circa 170 milioni di metri cubi. Il principale impiego è per rifornire i dirigibili

Pubblicato il 11 gennaio 2011

Con questo bel nome, l’elio, con peso atomico 4, è il secondo elemento come abbondanza nell’universo, subito dopo l’idrogeno, da cui è preceduto anche nella tabella periodica degli elementi. Tuttavia sulla superficie della Terra l’elio è abbastanza scarso, tanto è vero che appartiene alla serie dei gas rari – elio, neon, argon, cripto, xeno e radon – chiamati anche gas nobili perché non reagiscono quasi per niente con altri elementi, cioè, come i nobili, non amano mischiarsi con la gente comune.

Nonostante tanta spocchia l’elio rappresenta un gas tecnico di grande importanza commerciale. L’elio è stato scoperto per la prima volta nel 1868 sul Sole (per questo gli è stato dato il nome della nostra stella) attraverso l’analisi spettrografica della radiazione solare, quasi contemporaneamente dall’astronomo Pierre Janssen (1836-1920) e dagli inglesi Norman Lockyer (1836-1920) e Edward Frankland (1825-1829). Il fisico italiano Luigi Palmieri (1807-1896) fu il primo a riconoscere la presenza dell’elio sulla Terra analizzando per via spettroscopica la lava del Vesuvio. Più tardi Sir William Ramsey (1852-1916) isolò il gas elio da un minerale contenente uranio. L’elio si forma infatti, ma anche questo sarebbe stato chiarito dopo, dall’uranio e dal torio che, nel loro decadimento radioattivo, emettono una o più particelle alfa, che sono nuclei di elio.

Poiché, peraltro, l’elio è un gas molto leggero, tende a sfuggire all’attrazione terrestre, per cui attualmente la sua concentrazione di equilibrio nell’atmosfera – come risultato del bilancio fra quello che si libera continuamente dagli elementi radioattivi della crosta terrestre e quello che sfugge negli spazi interplanetari – è bassissima, di circa 5,2 parti per milione, pari a 0,0005%.

Nel 1903 è stato scoperto che il gas naturale di un giacimento del Kansas conteneva circa il 2% di elio e nel 1908 l’elio è stato ottenuto allo stato liquido, raffreddando il gas alla bassissima temperatura di 4 gradi kelvin, pari a 269 gradi celsius sotto zero. La produzione industriale dell’elio è cominciata negli Stati Uniti, durante la prima guerra mondiale: il gas era usato per riempire i dirigibili, essendo leggero e non infiammabile. Gli altri paesi riempivano i dirigibili con gas idrogeno che è molto infiammabile e pericoloso, e anzi la mancanza di elio, al di fuori degli Stati Uniti, ha portato al rapido declino dei trasporti con il mezzo più leggero dell’aria, riempito con idrogeno. L’ultima catastrofe, l’incendio dell’idrogeno del dirigibile tedesco Hindenburg al suo arrivo in America nel 1937, ha segnato un declino di questo mezzo di trasporto.

Nel frattempo sono state trovate molte importanti applicazioni tecniche e anche militari dell’elio, la cui produzione è andata aumentando, soprattutto dagli anni Quaranta del Novecento. Negli Stati Uniti l’elio è recuperato da campi metaniferi, soprattutto nel Texas, che contengono metano con una concentrazione fra lo 0,2 e l’uno per cento. Le applicazioni attuali dell’elio vanno dalla saldatura, in atmosfera priva di ossigeno, di materiali e leghe ossidabili, alla produzione del freddo a bassissima temperatura, per esempio nel campo dell’elettronica e dei superconduttori (i materiali che consentono di trasportare l’elettricità, a bassissima temperatura con pochissime perdite di energia); l’elio viene inoltre impiegato per eliminare materiali infiammabili dai serbatoi, in laboratorio per le gascromatografie e per il riempimento di bombole per sommozzatori. Tali bombole non possono contenere aria (78% di azoto e 21% di ossigeno) e sono invece riempite con una miscela di ossigeno e elio, altrettanto inerte come l’azoto, ma molto più leggero.

Il principale impiego è comunque ancora per rifornire i dirigibili usati a fini turistici o per sopralluoghi o ispezioni dall’alto. La Goodyear, che possiede alcuni di tali dirigibili, ciascuno contenente circa 5.000 metri cubi di elio, ne acquista da sola da 250 a 500 metri cubi all’anno. La produzione mondiale di elio si aggira (2009) intorno a 170 milioni di metri cubi, di cui 80 sono prodotti negli Stati Uniti dal gas naturale e 45 sono estratti da un grande deposito governativo sotterraneo che si trova a Cliffside, nel Texas, gestito dal governo degli Stati Uniti. Altri produttori di elio dal gas naturale sono l’Algeria e il Qatar.

Giorgio Nebbia



Contenuti correlati

  • COP27 e Agenda 2030: i grandi del pianeta per lo sviluppo sostenibile

    Si è da poco conclusa Cop27, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Focus principale dell’incontro è stato l’urgenza di un’azione immediata in materia ambientale, consci del fatto che il delicato contesto geopolitico in Ucraina ha...

  • 5 giugno: World Environment Day

    In occasione della Giornata Mondiale dedicata al benessere dell’ambiente, emergono dati preoccupanti in merito alle produzioni industriali globali. Le soluzioni per invertire il trend? Innumerevoli, a partire da sistemi innovativi per il risparmio dell’acqua al riutilizzo degli...

  • 22 aprile, Giornata Mondiale della Terra: l’impegno di Comau per l’ambiente

    Il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra, data simbolica nella quale si rinnova l’impegno per promuovere la salvaguardia del pianeta. Per il 2022 aziende, istituzioni e cittadini, sono invitati ad agire e innovare: è...

  • Misura di interfase: non sempre un compito facile

    La separazione tra due fluidi a differente densità è un processo abbastanza frequente nell’industria chimica e petrolchimica, ma anche nel trattamento delle acque reflue, dove in generale un idrocarburo viene separato dall’acqua (o soluzione acquosa) per seguire...

  • La start-up che cura la Terra con la terra

    Arriva ad Expo la start-up che bonifica i territori e lotta contro il dissesto idrogeologico con le piante. Durante l’inaugurazione del Padiglione trentino, tenutasi venerdì 10 luglio, Bio Soil Expert, una giovane start-up nata tra le mura...

  • L’industria chimica sta uscendo dalla crisi

    “Le imprese chimiche in Italia stanno uscendo dalla crisi grazie a specializzazione, innovazione, internazionalizzazione e rafforzamento delle attività più avanzate e di qualità”. Questi i fattori chiave coi quali, secondo Cesare Puccioni, Presidente di Federchimica (Federazione nazionale...

  • A Catia Bastioli il “premio Giulio Natta”

    Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, è stata insignita, presso Palazzo Roverella a Ferrara, del “premio Giulio Natta per la chimica”. Istituito nel 2003, in occasione della ricorrenza del centenario della nascita del Nobel per la chimica...

  • Bioetanolo da biomassa lignocellulosica

    La principale novità dell’elaborazione del processo per ottenere dalla biomassa lignocellulosica il bioetanolo sta nell’impiego di un sistema a basso impatto ambientale, che usa solo aria e vapore e consente di allontanare selettivamente gli inibitori della fermentazione...

  • DuPont: sicurezza e sostenibilità ambientale

    Sono terminati a ottobre del 2014 i lavori di bonifica nell’area industriale di Bolzano Sud, sito dell’ex stabilimento di DuPont. Al termine dei lavori, effettuati in base ai più severi requisiti in termini di sicurezza ambientale, il...

  • Control Performance Analytics aumenta produttività, efficienza e qualità nell’industria di processo

    Control Performance Analytics è il servizio di analisi di dati (data-driven) di Siemens studiato per l’industria di processo. Qui i dati di stato e di processo dei circuiti di regolazione sono prima registrati dal sistema di controllo...

Scopri le novità scelte per te x