Wwf: “Nutrire il mondo e proteggere il pianeta”

Pubblicato il 22 aprile 2013

Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del Wwf Italia, che ha partecipato alla maratona web dell’Earth Day con un intervento in video, ricorda che: “L’alimentazione ha un ruolo prioritario quando si parla di tutela ambientale. Il cibo che scegliamo – e ancor di più quello che sprechiamo – rischia di ‘affamare’ il Pianeta e i suoi abitanti. Per garantire la salute a lungo termine del Pianeta è necessario e urgente ridurre drasticamente l’impatto negativo delle produzioni alimentari. La ricetta per salvare il Pianeta passa anche nel cambiamento della nostra alimentazione quotidiana, tra cui la riscoperta del modello alimentare mediterraneo, il cui valore ambientale e nutrizionale è riconosciuto da tempo dalla comunità scientifica internazionale”.

La produzione alimentare è infatti responsabile del consumo del 38% delle terre emerse non coperte da ghiacci, del degrado di habitat e della perdita di biodiversità. L’agricoltura ha già distrutto o trasformato radicalmente il 70% dei pascoli, il 50% delle savane, il 45% delle foreste decidue temperate e il 25% delle foreste tropicali mentre l’irrigazione utilizza il 70% dell’acqua dolce disponibile sul Pianeta. I processi produttivi connessi alle produzioni alimentari causano l’inquinamento di fiumi e oceani e l’emissione di una quantità di gas serra molto elevata. Se escludiamo l’ultima glaciazione, nessun altro fattore ha avuto un impatto tanto distruttivo sugli ecosistemi.

Se da un lato per vincere questa sfida sono necessarie azioni globali che riguardano l’arrestare l’espansione dei terreni agricoli, il miglioramento dell’efficienza dell’uso di risorse (per unità di acqua, di energia), la riduzione degli sprechi lungo filiere, dall’altro basterebbero alcuni semplici cambiamenti alle nostre scelte alimentari per spingere la produzione di cibo in una direzione più sostenibile. A partire dalla rivalutazione di un’alimentazione ricca di vegetali e frutta di stagione e di provenienza locale, passando per una drastica riduzione dei consumi di carne, soprattutto bovina, evitando i cibi eccessivamente elaborati e trasformati, diversificando il pesce che si acquista (evitando le specie sovrasfruttate): sono tutte misure che possono migliorare la nostra salute e al contempo ridurre i costi ambientali del sistema agroalimentare.

E ancora, se nei Paesi poveri, gli sprechi sono dovuti principalmente a raccolti perduti e infrastrutture inadeguate, in Europa il 40% avviene nelle nostre dispense e frigoriferi. Anche i piccoli miglioramenti sono importanti. Sforzi mirati nel ridurre gli sprechi – soprattutto di quegli alimenti che assorbono più risorse, come carne e latticini – potrebbero fare una grande differenza. A questi temi il Wwf ha dedicato l’iniziativa ‘One Planet Food’ sul proprio sito, dove i consumatori possono trovare anche il “Carrello della spesa” virtuale per calcolare quanta acqua e CO2 mettiamo ogni giorno nel piatto e scegliere un’alimentazione più sostenibile.

E in occasione della giornata mondiale della Terra del 22 aprile il Wwf ricorda i numeri del nostro pianeta, con la sua grandissima ricchezza di vita e di risorse ma anche con le tante minacce che ogni giorno mettono a rischio l’equilibrio tra uomo e natura dovute alle nostre crescenti pressioni sui sistemi naturali, dai cambiamenti climatici alla perdita di biodiversità.

Tra i dati che l’associazione ha raccolto si ricorda come nel 2011 le emissioni globali sono incrementate del 3%, raggiungendo la cifra più alta delle emissioni annuali antropogeniche sin qui prodotta pari a 34 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, a gennaio 2013 a una concentrazione di CO2 nell’atmosfera record di 395 parti per milione. Il 2012 inoltre ha fatto registrare la massima riduzione della superficie della banchisa estiva artica dal 1979. La perdita netta annuale di aree forestali tra il 2000 e il 2010 è stata di 5,2 milioni di ettari – un’area pari alle dimensioni del Costa Rica. Circa 5.000 tonnellate di pesce vengono pescate dagli stati europei ogni anno con metodi di pesca ad elevato impatto per la biodiversità. Preoccupante anche la situazione di molte specie tra cui le tigri, di cui sopravvivono in natura solo 3.200, dopo che ne abbiamo “perso” ben il 97%, mentre i 20.000-25.000 individui di orsi polari rimasti sono fortemente minacciati dai cambiamenti climatici.

Gianfranco Bologna Direttore scientifico del Wwf Italia ha commentato: “Le giornate celebrative come quella del 22 aprile aiutano a ricordare a tutti la fragilità della Natura e i drammatici effetti della crescente pressione che esercitiamo su di essa e come sia ormai necessario cambiare rotta verso una nuova economia che metta al centro il capitale naturale, senza il quale non può esservi benessere e sviluppo economico per alcuna società umana. Il forte appello che lanciamo, anche in occasione della giornata della Terra, al mondo politico ed economico è che è giunto il momento di modificare profondamente i nostri modelli economici: senza la natura e la ricchezza della vita sul Pianeta la civiltà umana non ha futuro”.

Il lavoro del Wwf è possibile anche grazie a quanto raccolto dal 5×1000 che ogni cittadino può devolvere gratuitamente all’associazione.

Earth Day: earthdayitalia.org
Wwf: www.wwf.it
 



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