Verso una politica energetica realmente europea
Nello stilare un quadro generale del mercato dell’energia nell’UE, il Comitato economico e sociale europeo nota la disomogeneità nella distribuzione e nella fruizione nei diversi Stati membri.
Il Comitato economico e sociale europeo (Cese), l’organo consultivo dell’UE che rappresenta la società civile, ha difeso l’idea di istituire una comunità europea dell’energia nel tentativo di recuperare lo slancio perduto per il completamento del mercato interno dell’energia nell’UE e forgiare un approccio comune e strategico alle questioni energetiche.
L’idea fu suggerita originariamente da Jacques Delors, ex Presidente della Commissione europea; il Comitato, assolutamente favorevole alla proposta, se ne è occupato ampiamente nel suo parere di iniziativa “Coinvolgere la società civile nella creazione di una futura comunità europea dell’energia”, adottato durante una recente sessione plenaria.
Preoccupato dallo scarso progresso registrato nel completamento del mercato interno dell’energia elettrica e del gas, il Cese ha rilevato con amarezza che solo il 10% dell’energia elettrica transita da un Paese all’altro, che ai consumatori non è consentito optare per un operatore stabilito all’estero le cui condizioni siano magari più allettanti, che la povertà energetica è in aumento, la pianificazione delle reti è in gran parte gestita a livello nazionale, e che l’UE non ha negoziato in maniera unitaria con i Paesi fornitori, ponendo se stessa e gli Stati membri in condizione di svantaggio.
Nell’ambito della creazione di un mercato europeo integrato dell’energia, il Cese ha sottolineato l’importanza di un approccio congiunto nei confronti della produzione, della trasmissione e del consumo dell’energia, aggiungendo che gli Stati membri devono agire “responsabilmente” in questo settore. Ha espresso una certa frustrazione rispetto alle decisioni unilaterali prese da alcuni Paesi in materia di scelte energetiche, affermando che “nello spirito di solidarietà ed efficienza” tali decisioni, invece, avrebbero dovuto esser adottate “di concerto su scala europea”. Ha inoltre messo in guardia dall’abbandonare troppo presto fonti energetiche a basse emissioni, poiché questo potrebbe mettere a repentaglio gli obiettivi della politica energetica dell’UE.
Come primo passo verso la comunità europea dell’energia, il Cese ha appoggiato l’idea di creare dei gruppi regionali, al cui interno i Paesi e gli operatori possano coordinare le decisioni chiave in materia di mix energetico e sviluppo della rete. “Questo consentirebbe non solo di realizzare notevoli economie di scala e favorire lo sviluppo industriale legato alle nuove fonti energetiche”, ha spiegato il relatore del parere, Pierre-Jean Coulon (Francia, gruppo Lavoratori), “ma porterebbe anche a un’integrazione graduale dei mercati sinora divisi e a un allineamento dei prezzi.”
In un periodo di restrizione dei bilanci e in cui lo sviluppo di nuove fonti energetiche è sempre più costoso, il Cese ritiene che sia fondamentale mettere in comune le risorse nazionali e incanalarle verso progetti in linea con gli obiettivi UE, dichiarandosi inoltre favorevole all’utilizzo di obbligazioni per il finanziamento di tali progetti.
Il Cese si è schierato a favore dell’idea di Delors di creare un “gruppo europeo per l’acquisto del gas” al fine di rafforzare il potere contrattuale degli Stati membri e delle società, e ha avanzato la proposta di istituire una struttura comune per l’approvvigionamento di gas e altri combustibili che garantisca coerenza nei negoziati e contribuisca ad abbassare i prezzi; è inoltre convinto che la Commissione europea si trovi nella posizione migliore per negoziare gli accordi sull’energia con i Paesi terzi a nome degli Stati membri, nel caso in cui tali accordi abbiano un impatto su diversi Paesi dell’UE. Ad avviso del Comitato, la Commissione dovrebbe inoltre assicurarsi, prima della loro entrata in vigore, che tali accordi energetici conclusi con Paesi terzi siano in linea con le regole del mercato interno dell’UE e con gli obiettivi di sicurezza dell’approvvigionamento.
Dato l’impatto globale delle decisioni in materia di energia, il Cese ritiene che l’opinione pubblica non debba essere esclusa dal dibattito. A tal fine, ha proposto di creare un forum europeo della società civile incaricato di seguire le questioni energetiche; tale forum dovrebbe operare in stretta collaborazione con le istituzioni europee e creare dei meccanismi di dialogo con i rappresentanti della società civile negli Stati membri. “La politica energetica è un settore in cui l’accettazione da parte dell’opinione pubblica è fondamentale; essa può essere conseguita soltanto con un’informazione equa e trasparente”, ha dichiarato Coulon.
Il 31 gennaio, il Cese e il laboratorio di idee Notre Europe organizzeranno una conferenza dal titolo The European Union moving towards a European energy community (“L’Unione europea verso una comunità europea dell’energia”); la conferenza, a cui parteciperanno il Presidente del Cese Staffan Nilsson, il Presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, l’ex Presidente della Commissione europea Jacques Delors, il commissario responsabile per l’Energia Günther Oettinger e molti altri, esaminerà le diverse possibilità con cui affrontare le principali sfide energetiche del futuro.
Comitato economico e sociale europeo (Cese): www.eesc.europa.eu
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