Progetto Biogas Pioneer: importanti risultati a 5 anni dall’avvio del programma

Il Progetto Biogas Pioneer fornisce alle aziende agricole assistenza tecnica e analitica in ogni fase della filiera bioenergetica. La valorizzazione agronomica del digestato è fondamentale per conseguire elevati standard produttivi e preservare la fertilità del terreno.

Pubblicato il 16 aprile 2014

Il Progetto Biogas Pioneer è stato ideato nel 2009 per supportare senza costi aggiuntivi tutte le aziende italiane che producono energia rinnovabile da biomassa. Il programma fornisce alle aziende agricole un’assistenza tecnica e analitica in ogni fase produttiva della filiera bioenergetica: dalla semina alla gestione del residuo di fermentazione dell’impianto biogas. Tra queste, la valorizzazione agronomica del digestato è l’aspetto principale da tenere in considerazione per conseguire elevati standard produttivi e preservare la fertilità del terreno.

In ogni contesto agronomico Pioneer elabora un piano di fertilizzazione rispondente alla realtà e alle necessità aziendali, grazie all’integrazione delle informazioni provenienti dall’analisi del terreno dell’azienda e dalla caratterizzazione chimica del digestato, entrambe effettuate presso il Laboratorio Pioneer di Cremona.

Questo approccio analitico consente di valorizzare appieno il digestato e contemporaneamente ridurre la necessità di concimazioni minerali, senza inficiare le rese e con il vantaggio di prevenire squilibri chimici nel terreno. A cinque anni dal lancio del programma, è proprio in questi aspetti che risultano più evidenti i benefici del Progetto Biogas Pioneer.

Mirko Bracchitta, Biogas/Biomass Marketing Coordinator, Pioneer Hi-Bred Italia, spiega: “Tra le esperienze più importanti maturate in questi 5 anni, c’è sicuramente lo studio condotto con il Consorzio Italiano Biogas e l’Azienda Agricola Vanzetti, in provincia di Torino. La cooperativa La Speranza, a cui l’azienda è associata, conduce due impianti biogas alimentati principalmente a reflui bovini, colture dedicate (cereali vernini e mais di norma in doppio raccolto) e sottoprodotti agricoli. I dati poliennali raccolti ci hanno consentito di mettere in relazione l’evoluzione dei parametri di fertilità del terreno con le variabili legate a composizione del digestato, scelte agronomiche e sistemi di distribuzione adottati dall’azienda”.

In questo studio le informazioni analitiche e gli strumenti messi a disposizione da Pioneer hanno permesso di dimostrare come, in un contesto di alta produttività, lo spandimento pianificato di digestato con tecniche di distribuzione avanzate, sia stato in grado di sopperire completamente al fabbisogno nutrizionale della coltura anche in assenza di fertilizzanti chimici, arrivando a migliorare la fertilità del suolo. È il caso ad esempio del potassio, che in controtendenza con la sua iniziale carenza nei terreni in esame, ha visto un graduale e progressivo arricchimento fino a livelli normali, nonostante l’assenza di apporti chimici e le notevoli asportazioni conseguenti alla trinciatura in doppio raccolto.

In base ai risultati di medio periodo evidenziati è possibile confermare le proprietà del digestato come risorsa rinnovabile, capace di portare reali benefici sulla fertilità del terreno e contribuire ad un sensibile contenimento dei costi di produzione, sia da un punto di vista produttivo ed economico che in termini di ritorno ambientale. Tuttavia, perché i benefici siano tangibili, è fondamentale che ad una distribuzione efficiente con mezzi avanzati, sia affiancato un supporto analitico costante ed integrato delle caratteristiche del digestato e del terreno. Raggiungere elevati standard produttivi, infatti, richiede la necessità di fornire alla coltura un apporto bilanciato e razionale di nutrienti, evitando qualsiasi potenziale carenza, anche attraverso le analisi e le competenze messe a disposizione da Pioneer.

 

Pioneer: http://www.agronomico.com

 



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