Nuove alluvioni, vecchi problemi: il WWF ricorda le cinque azioni per prevenire i disastri

Pubblicato il 3 marzo 2011

Le intense piogge di questi giorni non bastano a giustificare il continuo stato di calamità naturale in cui si trova il nostro territorio. La causa principale del diffuso dissesto idrogeologico è, infatti, ancora la quotidiana “malagestione” dei fiumi e dei versanti.Il problema va affrontato alla radice ridando forza alla pianificazione e prevenzione sul territorio, superando la logica “emergenziale” dei finanziamenti a “pioggia” che si sono rivelati solo controproducenti. Per questo il WWF durante l’ennesima crisi ambientale dello scorso novembre aveva lanciato le 5 azioni urgenti per difenderci dalle alluvioni.

Innanzitutto, come previsto dalle direttive europee, è necessario istituire le Autorità di distretto, conferendo loro un ruolo vincolante per il coordinamento delle misure e degli interventi di difesa del suolo e di qualità delle acque a livello di bacino idrografico, in un’ottica di reale “federalismo territoriale”.
Occorre, poi, rivedere il “Piano strategico idrologico” previsto dal Ministero Dell’Ambiente e della Tutela del mare e del territorio integrandolo con azioni diffuse di rinaturazione sul territorio basata sul recupero della capacità di ritenzione delle acque in montagna e sul recupero delle aree di esondazione naturale in pianura.

È fondamentale inoltre ripristinare i finanziamenti ordinari per la difesa del suolo drasticamente tagliati anche nell’ultima finanziaria e garantire l’interdisciplinarietà nella progettazione delle misure e degli interventi di difesa del suolo. Infine bisogna avviare una efficace politica di riduzione del “consumo del suolo”, ormai non più sopportabile e che, nel caso delle alluvioni e frane, sta decisamente contribuendo all’aumento del rischio sul nostro territorio.

Il WWF è impegnato a proporre concretamente progetti differenti che seguono l’approccio di Paesi europei sui grandi fiumi, basato su interdisciplinarietà, partecipazione, recupero della funzionalità ecologica del territorio e rinaturazione. Nelle Marche, così pesantemente colpite in questi giorni dal maltempo, sul fiume Esino all’interno della Riserva Naturale oasi WWF Ripa Bianca una delle più importanti zone umide delle regione, il WWF ha avviato un progetto per prevedere l’esondazione controllata di terreni agricoli limitrofi all’alveo fluviale restituendo spazio vitale che consente di ridurre il rischio idrogeologico per le zone più a valle.

Sul fiume Ete, dove si sono verificati i fatti più gravi di questi giorni, il WWF ha recentemente presentato un Progetto di mitigazione del rischio idraulico per restituire alla dinamica fluviale la piana inondabile per aumentare la sicurezza idraulica, favorire la ricarica delle falde idriche; proporre l’eventuale impianto di nuove colture agricole che possano resistere alle temporanee sommersioni, ripristinare habitat naturali.

WWF: www.wwf.it



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