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RMO 202 – marzo 2017

Sbaglia Bill Gates, non tassiamo l’innovazione

Secondo Bill Gates, il celebre fondatore di Microsoft, il lavoro dei robot dovrebbe andare tassato. In un’intervista al sito Quartz, l’imprenditore statunitense parte dall’assunto che se i Governi tassassero il lavoro fatto dalle macchine si ridurrebbe l’impatto negativo dovuto alla progressiva sostituzione del lavoro umano con quello automatizzato. Non solo, per Gates una tassa rallenterebbe il processo di automazione, dovuto alle spese che le aziende dovrebbero mettere in conto, dando così tempo ai Paesi di fare quegli investimenti necessari per formare le persone rimaste senza lavoro in altri ambiti. Diamo merito a Bill Gates di avere dato il là a un dibattito più ampio, quello della tutela del capitale umano in uno scenario caratterizzato da Industria 4.0 e dall’implementazione delle tecnologie interconnesse. Secondo uno studio McKinsey, infatti, con le attuali risorse tecnologiche il 45% degli impieghi attualmente svolti dalle persone potrebbe essere automatizzato e circa il 60% delle attività produttive potrebbe essere automatizzato almeno del 30%. Per Gates il passaggio dalla situazione attuale a quella futura avverrà praticamente tutto in una volta: per questo i Governi – e non le aziende – dovrebbero cominciare a pensare a come affrontare la situazione per evitare che si formino nuovi tipi di ineguaglianze e disoccupazione di massa. Tra le molte strade possibili, Gates ne cita una, che non esclude le altre: introdurre una tassa sui robot. Lo scorso anno anche il Parlamento Europeo si è interrogato su come le aziende dovessero rivalorizzare le competenze delle persone sostituite nelle loro mansioni dai robot. È chiaro che il tema posto da Bill Gates deve trovare un dibattito costruttivo perché, in un quadro di quarta Rivoluzione Industriale, vanno garantite anche le condizioni di tenuta sociale. Ma è altrettanto chiaro che, in un momento nel quale alle imprese è chiesto uno sforzo di investimenti per dotarsi di strumenti per competere sullo scenario di Industria 4.0 non è pensabile gravarle di un ulteriore fardello. Insomma, la questione è ben posta ma la soluzione forse meno.

Luca Rossi