L’Italia è un Paese “avanti” nel fotovoltaico
Forse l’Italia – come dice Piero Angela – è un paese un tantino arretrato “che bisticcia con il digitale e con la tecnologia”, ma sul fronte dell’energia le aziende stanno facendo un buon lavoro. “Con i suoi 800 mila impianti fotovoltaici in esercizio, per una potenza installata di 22 mila MW ed una produzione complessiva di 26,8 TWh di energia, l’Italia parte bene”, osservano gli analisti di Solar Power Network, che prevedono un vero e proprio un boom del fotovoltaico, come accadde all’inizio per i Certificati Bianchi e la White-Economy.
È vero che nel nostro Paese per l’energia i cittadini pagano di più, con fatture che restano pesantissime. Ed è vero che Solar Power Network, la multinazionale del fotovoltaico, ha calcolato che per l’elettricità la spesa per la famiglia-tipo italiana nell’anno in corso sarà di 650 euro, con una variazione del +13,5% rispetto ai 12 mesi dell’anno precedente.
Ma è anche vero che le aziende, il tessuto produttivo del nostro Paese, sono molto dinamiche in questo settore e stanno operando bene. Secondo gli analisti di Solar Power Network in Italia ci sarà una vera rivoluzione ed un vero e proprio un boom per l’energia solare, come accadde all’inizio per i Certificati Bianchi e per la White-Economy.
A distanza di 15 anni il modello dei Titoli di Efficienza Energetica non è più sostenibile. A prenderne il posto sarà un progetto ancora più innovativo ed ambizioso: i Power Purchasing Agreement “verdi” («Green PPA») che Solar Power Network porta in Italia, con grandi prospettive di crescita. E proprio per questo motivo la multinazionale canadese ha scelto l’Italia per cominciare il suo piano di sviluppo in Europa, con un piano di investimenti di 100 milioni di euro per aiutare le aziende che vogliono avviare una transizione energetica basata sulle rinnovabili attraverso soluzioni «capital free».
L’Italia è un Paese privilegiato per la quantità e la qualità di energia che il sole trasmette sulla superficie terrestre. Ed è vero che nel nostro Paese il fotovoltaico continua a crescere, soprattutto sul fronte dell’autoconsumo. Lungo tutta la Penisola gli impianti in esercizio sono oltre 800.000, per una potenza installata di circa 22.000 MW ed una produzione complessiva di 26,8 TWh di energia.
“Sul fronte dell’autoconsumo i numeri sono molto rilevanti. L’energia elettrica non immessa nella rete di trasmissione ma utilizzata nel luogo di produzione è infatti pari al 22% della produzione complessiva degli impianti fotovoltaici, con una crescita annuale Italia del 2,5%” osservano gli analisti di Solar Power Network.
Come mai allora tutti questi rincari per i cittadini? «Il principale motivo dipende da un’eccezionale situazione di tensione nei mercati energetici in Europa, determinata dalle sostenute quotazioni internazionali delle materie prime energetiche e dalla crescita senza precedenti del prezzo dei permessi di emissione di anidride carbonica ovvero dei titoli che i produttori di energia elettrica devono acquistare per compensare la loro CO2 immessa nell’atmosfera. Ed i prezzi sui mercati a termine per il quarto trimestre non danno segnali di inversione dell’attuale tendenza al rialzo» risponde l’ingegner Peter Goodman, presidente e ceo di Solar Power Network.
In rialzo anche la spesa della famiglia-tipo per la bolletta del gas che a fine anno sarà di circa 800 euro, con una variazione del +10,5% rispetto al 2018. In altri termini, la spesa annuale per la famiglia tipo sale di circa 34 euro per la luce e di circa 62 euro per il gas.
“Insomma una batosta, sempre e comunque” commenta Giorgio Mottironi, senior partner di BAngel che per Solar Power Network svolge un ruolo di supporto all’analisi di mercato e sviluppo della strategia e che sta posizionando l’azienda ricordando che per loro solar is a mission.
Ma il solare diverrà ben presto anche in Italia un’opportunità di profitto visti i suoi più bassi costi di produzione dell’energia rispetto a tutte le altre fonti, anche rinnovabili, e viste le tecnologie oggi a disposizione per il suo dispacciamento virtuale, e potrebbe portare ad una rivalutazione anche dei grandi immobili e del loro ruolo, settore oggi in grande crisi.
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