La legge italiana funziona: cala l’incidenza dei frammenti di shopper nei rifiuti marini riscontrati da Goletta verde

Pubblicato il 27 agosto 2014

Sono quasi 700 i rifiuti rilevati sulle tratte costiere italiane prese in considerazione da Goletta Verde e Accademia del Leviatano durante il monitoraggio del marine litter che assedia i nostri mari. Dopo 87 ore di osservazione dei rifiuti galleggianti nei mari italiani e 1.700 km di mare analizzati, questo è il risultato: rifiuti per lo più plastici con una percentuale di quasi il 90%.

Nota positiva sulla presenza dei frammenti di sacchi e sacchetti nei rifiuti marini, che si è ridotta in modo rilevante: nel Mar Tirreno, dove Goletta Verde ha riscontrato una densità di rifiuti pari a 26 ogni km2 con il 91% di rifiuti di plastica, balzano al primo posto le bottiglie (bevande e detergenti), che rappresentano il 34%, seguita dalle buste di plastica (29%) che, invece, fino all’anno scorso avevano il primato con il 41% dei residui individuati.

Significativo il raffronto con il Madre Adriatico sulle cui coste si affacciano Paesi che non hanno adottato il provvedimento di divieto della commercializzazione dei sacchi non biodegradabili e compostabili: sono stati riscontrati, dal progetto di Goletta Verde con l’Accademia del Leviatano, 27 rifiuti galleggianti ogni km2 di mare con al primo posto le buste di plastica (41%) seguite dai residui di prodotti per la pesca (reti e polistirolo) al 21%.

Come noto, con l’introduzione del bando in Italia, l’immissione in commercio delle buste (biodegradabili e non) ha registrato una forte contrazione complessiva, da 180.000 a 118.000 tonnellate pari a una riduzione del 35% rispetto ai valori del 2010, (dati Plastic Consult). Questo, oltre a migliorare la qualità della raccolta differenziata in Italia, incide in modo rilevante sulla riduzione del rischio di inquinamento dell’ambiente marino come evidenziato anche da questa indagine pluriennale.

“Le attività svolte dalla Goletta Verde sono a nostro parere fondamentali per restituirci un quadro organico e chiaro dei principali fattori di rischio nel marine litter”, sottolinea Andrea Di Stefano, responsabile Progetti Speciali di Novamont, azienda che ha sostenuto le attività di ricerca di Goletta Verde. “Le bioplastiche stanno dimostrando un crescente ruolo a sostegno di una riduzione del rischio come evidenziato dalle ultime ricerche scientifiche svolte da Hydra Institute che hanno permesso di verificare che il Mater-Bi si decompone per circa il 90% in 8 mesi in quei luoghi dell’ambiente marino in cui le plastiche disperse tendono ad accumularsi. Successive prove di biodegradazione supervisionate dall’Istituto Italiano dei Plastici (Iip) indicano che la plastica biodegradabile Mater-Bi di quarta generazione ha raggiunto una biodegradazione superiore all’80% in circa 220 giorni. Le prove di laboratorio simulano le condizioni ambientali del fondo marino e della battigia, habitat in cui finiscono molti rifiuti plastici. Questo è il primo passo di un iter che porterà alla definizione di un processo di certificazione da parte di Iip”.

 

Legambiente: http://www.legambiente.it

Novamont: http://www.novamont.com



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