Italiani per tutela ambientale e riciclo rifiuti

Pubblicato il 14 ottobre 2015

Italiani promossi dal punto di vista della consapevolezza ambientale e della conoscenza dell’avvio a riciclo dei rifiuti, tanto da eccellere nel confronto internazionale con i cittadini giapponesi, statunitensi, brasiliani, russi e cinesi.

È quanto emerge dalla ricerca “Greenability, conoscenza e utilizzo dei prodotti realizzati con materiali di riciclo”, commissionata da Conai – Consorzio Nazionale Imballaggi, realizzata da Doxa Marketing Advice e presentata ad Expo Milano 2015 nell’ambito di un confronto internazionale sui sistemi di avvio a riciclo dei rifiuti, in particolar modo quelli di imballaggio, tra giornalisti e esperti del settore.

L’importanza di una corretta gestione dei rifiuti è il tema ambientale più sentito presso l’opinione pubblica nazionale, ed è indicato dal 29% dei cittadini come la sfida più pressante del settore, e prioritaria rispetto ad altri grandi temi come la transizione energetica verso le fonti rinnovabili (14%) o all’inquinamento atmosferico (10%) e del sottosuolo (9%).

Inoltre gli italiani ben si comportano nel confronto internazionale in termini di sensibilità ambientale, ottenendo un punteggio di 74/100, davanti a Usa (63), Russia (62) e Giappone (59), secondo un indice sintetico elaborato a partire dall’analisi dei comportamenti quotidiani dei rispondenti. Si collocano invece su valori più vicini all’Italia il Brasile (73/100) e la Cina (70/100). In particolare, gli italiani sembrano aver compreso e assimilato quei comportamenti quotidiani che uniscono alla lotta allo spreco anche una componente economica, come lo spegnimento delle luci non necessarie, l’uso di lampadine a risparmio energetico e la lotta agli sprechi di alimenti e bevande.

Il buon risultato italiano è dovuto a una crescita di consapevolezza e di attenzione nei confronti delle tematiche ambientali, sia a livello individuale, sia a livello di Sistema Paese: l’81% degli italiani ritiene infatti di essere molto più attento rispetto al passato alle informazioni sull’ambiente, ritenendone la salvaguardia una priorità (74%). L’attenzione all’ambiente viene trasferita anche nei comportamenti d’acquisto (73%), mentre viene riconosciuto alle aziende italiane un maggior impegno in termini di sostenibilità (49%).

La raccolta differenziata è tra le azioni che più attivano la sensibilità ambientale degli italiani: ben l’87% degli italiani dichiara infatti di svolgerla abitualmente, superando di gran lunga gli altri Paesi oggetto della ricerca. Seguono gli italiani infatti i giapponesi (74%) e, su valori inferiori, brasiliani (64%), statunitensi (57%), cinesi (48%) e russi, dove la raccolta differenziata è svolta da solo un abitante su quattro (26%).

Il primato italiano è dovuto innanzitutto alla conoscenza generale delle informazioni di base sul processo di raccolta differenziata (96%), passo fondamentale per consentire l’avvio a riciclo dei rifiuti, e dal consenso pressoché unanime (90%) che viene accordato alla sua importanza per la tutela dell’ambiente.

Gli italiani sono anche il popolo che vanta la migliore conoscenza dei prodotti più comunemente realizzati a partire da materiali di imballaggio riciclati, con l’indicazione media di 7,5 prodotti – tra i più citati: libri e giornali, bottiglie, cassette per frutta e verdura, complementi d’arredo, confezioni di prodotti alimentari, vasi per fiori e felpe in pile, ma anche imbottiture, coperte e scope – contro i 6,9 citati dai brasiliani, i 6 degli statunitensi, i 5,9 dei giapponesi, i 5,8 dei cinesi e i 5,7 prodotti segnalati dai russi.

Tre italiani su quattro (75%), infine, hanno dichiarato di aver acquistato dei beni realizzati con materiale riciclato, venendo superati su questo fronte solo dai brasiliani, dove l’acquisto di ri-prodotti raggiunge quota 82%.

Nonostante i risultati che emergono dalla ricerca, che vedono ben figurare l’Italia nel confronto internazionale, solo il 20% degli italiani ritiene il sistema nazionale di raccolta, riciclo e riutilizzo dei materiali il più efficiente tra quelli dei sei Paesi presi in considerazione. Dalle risposte degli intervistati italiani prevale infatti una vocazione esterofila – in particolare nei confronti del Giappone (51%), che risulta essere il sistema con reputazione migliore a livello mondiale, essendo percepito come il più efficiente dai rispondenti di tutti i Paesi ad eccezione degli Usa, dove prevale una visione più nazionalista.

L’attenzione all’ambiente degli italiani emerge anche nelle priorità sulle caratteristiche presenti e future degli imballaggi: l’ecosostenibilità, intesa sia come riduzione dell’impatto ambientale del packaging sia come facilità di riciclo, è la caratteristica più ricercata in un imballaggio (64%), e la maggioranza assoluta (57%) ritiene che proprio questo dovrà essere il principale driver di innovazione del packaging nel prossimo futuro, distanziando e doppiando l’innovazione in termini di materiali (27%) e di design (8%). L’attitudine green degli italiani nei confronti degli imballaggi condiziona anche le scelte d’acquisto, con quasi 6 rispondenti su 10 (59%) che dichiarano di aver acquistato un prodotto per via della sostenibilità del packaging. Nel confronto internazionale, cinesi e brasiliani dimostrano di essere molto attenti sul fronte della funzionalità e dell’ecosostenibilità degli imballaggi, premiando maggiormente rispetto all’Italia (74%) chi offre prodotti con un packaging più leggero e ecosostenibile.

L’impegno verso un packaging green è uno dei fronti su cui Conai è più attivo, attraverso il progetto “Pensare Futuro”, che raccoglie le iniziative ideate dal Consorzio sul tema della prevenzione dell’impatto ambientale degli imballaggi, mentre attraverso il Bando Prevenzione vengono premiati economicamente quei progetti di imballaggio che più innovano in termini di risparmio idrico, energetico e di riduzione delle emissioni di CO2.

“I dati mostrano chiaramente come gli italiani padroneggino le informazioni di base sulla raccolta differenziata, che viene percepita come il mezzo per consentire l’avvio a riciclo dei rifiuti”, ha commentato Walter Facciotto, Direttore Generale di Conai. “La ricerca mostra inoltre un forte interesse da parte dei consumatori, italiani e non, per l’ecosostenibilità, la funzionalità e la leggerezza del packaging dei beni di consumo, tanto da premiare nelle scelte d’acquisto chi propone imballaggi più green. Conai è impegnato da tempo su questo fronte, con iniziative come il Bando Prevenzione che favoriscono l’innovazione in termini di sostenibilità ambientale degli imballaggi, con l’obiettivo di innescare un meccanismo virtuoso in grado di portare benefici a cascata sull’intera filiera”.

“Anche qui in Expo Milano 2015”, ha affermato Gloria Zavatta, Sustainability Manager di Expo 2015, “dove nell’ultimo periodo siamo riusciti a raggiungere il 70% di raccolta differenziata dei rifiuti assimilati agli urbani, abbiamo constatato che tra gli elementi più importanti vi è sicuramente il coinvolgimento, tanto dei Partecipanti presenti nelle varie aree espositive con approcci e culture assai diverse, quanto dei visitatori. Significativo è dare un riscontro immediato, i risultati ottenuti, anche grazie al Contatore Ambientale di Conai”.

“I risultati italiani della ricerca mostrano un modello che funziona e che è riuscito a sviluppare nel Paese una vera economia circolare”, ha dichiarato Joachim Quoden, Managing Director di Expra (Extended Producer Responsibility Alliance). “Tutto ciò è stato possibile anche grazie a un sistema che si basa sulla responsabilità estesa del produttore e che ha una natura no profit, esprimendo al meglio il modello che Expra rappresenta e promuove a livello internazionale”.



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