Importante scoperta per la depurazione degli inquinanti pericolosi

Pubblicato il 27 ottobre 2014

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Manchester ha compiuto un’importante passo avanti per la messa a punto di metodi più efficaci per la disintossicazione di inquinanti pericolosi come le diossine e i PCB. Il team, presso l’Istituto di Biotecnologia, stava studiando in che modo alcuni organismi naturali riescono ad abbassare il livello di tossicità e ad abbreviare la durata della vita di diversi inquinanti noti.

Il professor David Leys spiega la ricerca: “Sappiamo già che alcuni degli inquinanti più tossici contengono atomi di alogeni e che la maggior parte dei sistemi biologici di fatto non sanno come affrontare queste molecole. Tuttavia, ci sono alcuni organismi che riescono a rimuovere questi alogeni utilizzando la vitamina B12. La nostra ricerca ha dimostrato che questi organismi sfruttano la vitamina B12 in un modo molto diverso rispetto a quanto si pensasse.”

E continua: “L’aver descritto in modo dettagliato il funzionamento di questo nuovo processo di depurazione, ci mette nella condizione di poterlo replicare. Ci auguriamo che, in ultima analisi, ora possano essere sviluppati nuovi metodi per combattere, in modo più rapido ed efficiente, alcune delle principali tossine esistenti.”

Leys ha dedicato 15 anni alla ricerca per raggiungere questa importante scoperta, resa possibile da un finanziamento del Consiglio Europeo della Ricerca (CER). La principale difficoltà è stata quella di far crescere abbastanza organismi naturali per studiare in quale modo agiscono per  depurare gli inquinanti. Il team del MIB è riuscito a ottenere le proteine chiave attraverso la modificazione genetica di altri organismi che crescono più velocemente. Hanno quindi utilizzato la cristallografia a raggi X per studiare, in 3D, come si ottiene la rimozione alogena.

L’obiettivo principale di questa ricerca è stato quello di studiare dei metodi per combattere le numerose molecole, particolarmente dannose, che vengono rilasciate nell’ambiente. Molte vengono espulse direttamente dagli inquinanti o dagli incendi dei rifiuti domestici. Poiché la concentrazione di queste molecole è aumentata nel corso del tempo, la loro presenza costituisce una vera e propria minaccia per l’ambiente e per l’umanità. Sono già state prese alcune misure per limitare la produzione di inquinanti, per esempio i PCB sono stati vietati negli Stati Uniti dal 1970 e in tutto il mondo nel 2001.

“Oltre a combattere la tossicità e la longevità degli inquinanti, riteniamo che i risultati della ricerca aiuteranno a sviluppare un metodo migliore per lo screening di campioni ambientali o alimentari” – conclude David Leys.

Fonte: Nature and Professor David Leys et al



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