Il Festival dell’Acqua e l’industria manifatturiera del ciclo integrato

Alla prima edizione del Festival dell’Acqua si è tenuta la tavola rotonda in cui le aziende che si occupano di servizi idrici hanno confrontato le loro esigenze e prospettive per il futuro.

Pubblicato il 14 novembre 2011

Si è chiusa la prima edizione del Festival dell’Acqua, tenutosi a Genova dal 4 al 10 settembre 2011. Il bilancio dell’evento è stato particolarmente positivo: 40 appuntamenti, 120 relatori, 200 tecnici coinvolti per 25 mila spettatori complessivi, tra convegni ed eventi artistici e culturali organizzati nella città.

Durante il festival si è tenuta una interessante Tavola Rotonda presso il Palazzo Ducale, a titolo “Nell’acqua: Investire per innovare il servizio” .

Alberto Caprari, presidente di Assopompe e vicepresidente di Anima, ha portato la voce dell’industria manifatturiera italiana che fornisce macchine ai gestori del Ciclo Integrato dell’Acqua.

Le aziende auspicano adeguati investimenti nel settore. Questi investimenti avrebbero importanti ricadute sui livelli occupazionali dell’industria italiana che ha un know-how apprezzato in tutto il mondo.

L’industria attende che l’agenzia e l’autority indipendente sull’acqua dia certezze normative e definire piani tariffari adeguati per fare ripartire gli investimenti con chiarezza.

C’è un’attenzione forte delle associazioni per evitare il ripetersi dell’esperienza come sull’energia. Gli incentivi, che tutti gli italiani pagano in bolletta, hanno prodotto una ricaduta marginale sull’industria italiana (la green economy fino a oggi ha generato poca nuova occupazione) perché molti prodotti sono importati da Paesi extra Ce (molto oriente) a scapito di un potenziale sviluppo dell’industria italiana con proprie tecnologie e specifico know-how, e conseguenti benefici occupazionali.

Federutility, Assopompe e Anima si impegnano in una maniera sinergica presso le istituzioni competenti per utilizzare, almeno in parte, le poche risorse già disponibili per gli investimenti. Lo sviluppo dovrebbe passare dalle stazioni dell’acqua e dell’energia (green economy + blue economy) più che nelle grandi opere.

È necessaria una semplificazione burocratica: gare semplici, chiare e univoche per tutti gli associati Federutility, in modo da non dovere gestire procedimenti sempre diversi uno dall’altro, come capita oggi.

Anche la certezza dei pagamenti alla scadenza contrattuale e l’adeguamento delle dilazioni commerciali agli standard europei sono condizioni essenziali.

Alberto Caprari ha affermato: “Auspico una collaborazione sempre più stretta tra gestori (Federutility) e industria (Assopompe e Anima) per portare avanti istanze comuni presso le istituzioni (in primis nuovi investimenti)”.

“Parallelamente – ha proseguito -, auspico l’avvio dei ‘tavoli tecnici’ congiunti Gestori e Industria per studiare insieme soluzioni applicative innovative e prodotti più performanti in modo da garantire ai gestori una maggiore convenienza gestionale nel tempo e all’industria di trovare spunti e indicazioni per innovare il prodotto secondo le esatte esigenze degli utilizzatori”.

“Questa osmosi di esperienze e bisogni tra chi utilizza e chi produce – ha concluso Caprari -, sicuramente potrebbe portare grossi benefici al Made in Europe con ricadute anche sui mercati esteri e, di conseguenza, con un rilancio dei livelli occupazionali nel settore”.

Caprari: www.caprari.it
Assopompe: www.assopompe.it
Anima: www.anima.it
 



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