Economia verde

Un’economia tutta verde, rigorosa nella tutela ambientale ma alleata dello sviluppo. Ecco la vera grande speranza per riavviare il motore della crescita e creare nuova occupazione in un’Europa in difficoltà, alla continua ricerca di strade percorribili per restituire credibilità alle sue istituzioni e benessere ai cittadini del continente.
Il modello di sviluppo novecentesco ha dimostrato tutti i suoi limiti: sprechi di risorse naturali, produzione di rifiuti, scelte economiche senza prospettiva sostenibile che ci hanno portato a vivere una crisi economica e sociale con pochi precedenti nella storia.
Oggi serve un cambio di prospettiva. Non è più ammissibile pensare a quello verde solo come un ‘quartiere virtuoso’ dell’economia: come se potessimo chiudere le buone pratiche in un recinto e per il resto proseguire a fare scelte ‘insostenibili’ come quelle che hanno caratterizzato il passato e di cui oggi paghiamo le conseguenze. Per troppo tempo ambiente e sviluppo sono stati visti come due mondi in contrapposizione: il rispetto dell’ambiente come alternativa alla crescita, come un freno alla competitività di un’impresa. Tale impostazione s’è rivelata perdente sia sotto il profilo economico sia sotto quello culturale: lo dimostra il passato recente, quello in cui solo le aziende che hanno puntato sull’economia green hanno avuto la forza e il coraggio di assumere, di creare valore aggiunto nel bel mezzo della crisi. Il futuro è l’economia circolare, un nuovo modello che punta sul riciclo e la rigenerazione di ogni risorsa. Che non produce scarto ma attiva nuovi circuiti di produzione a “rifiuti zero”, con enormi potenzialità occupazionali specie per le nuove generazioni.
Il nostro governo ha messo questo approccio al centro di ogni ragionamento economico. Lo ha fatto con determinazione nello scorso Semestre di Presidenza dell’Unione europea. Sei mesi in cui abbiamo voluto trasmettere una nuova visione dell’ambiente, come chiave e non intralcio alla crescita dell’Europa: ogni risultato che abbiamo ottenuto in quella sede è stato coerente con questa visione.
L’Europa ci ha seguito: nel corso della nostra presidenza a Lussemburgo tutti i ministri dell’Ambiente hanno richiesto un cambio di governance che rafforzi la dimensione ambientale delle scelte economiche. E sempre in quella sede abbiamo chiesto che nella Strategia Europa 2020 venisse dato un maggiore peso all’uso efficiente delle risorse. Con altrettanta forza, in questi sei mesi, abbiamo ribadito che l’Agenda post-2015 dovrà necessariamente essere un’agenda di sviluppo sostenibile. Cosi come ci siamo schierati contro ogni passo indietro nei confronti di direttive come quella sulla qualità dell’aria, sulla riduzione dei rifiuti prodotti e del riciclo obbligatorio dei materiali, indispensabili nella strada che deve condurci al modello circolare di sviluppo.
Per noi non ci sono alternative a una crescita verde in tutte le sue declinazioni.
E lo diremo all’Expo 2015 di Milano, evento di portata storica al quale ci avviciniamo con la consapevolezza di poter e dover essere protagonisti. Dopo quelli alla guida dell’Europa, saranno altri sei mesi decisivi nei quali avremo l’opportunità unica di presentare al mondo intero le nostre eccellenze: penso all’inestimabile patrimonio di diversità naturale (la mostreremo all’interno del ‘Biodiversity Park’), alla nostra ricchezza agroalimentare unica al mondo, all’innovazione sostenibile che meglio di tutti siamo in grado di realizzare e che il ministero dell’Ambiente sarà in grado di certificare attraverso un ‘bollino verde’ per le imprese che accertino il basso impatto ambientale delle loro attività.
Non cadiamo nell’errore di pensare a Expo come una semplice rassegna fieristica: è piuttosto una vera occasione di proporre agli Stati un patto che guarda al futuro, a un nuovo modello di sviluppo che ci proietti verso l’economia circolare e ci allontani definitivamente da quelle scelte che hanno creato solo contraddizioni e disuguaglianze sociali (pensiamo al grave divario nell’accesso alle risorse e nella nutrizione degli abitanti del Pianeta).
È questa la grande sfida che abbiamo di fronte a noi. Perché bisogna essere chiari su un punto: il futuro dell’Europa e di tutto il Pianeta dovrà essere verde o semplicemente non sarà.
Ministero dell’Ambiente: http://www.minambiente.it
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