COP21 e rifugiati ambientali

Pubblicato il 2 novembre 2015

Dal 30 novembre all’11 dicembre si svolgerà a Parigi la Conferenza sul clima (COP21) per definire un nuovo accordo globale sui cambiamenti climatici. L’obiettivo del nuovo accordo è ridurre le emissioni nei Paesi sviluppati e in via di sviluppo a un livello che consentirà di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C. Nel corso del 2015 si stanno progressivamente delineando gli Intended National Determined Contributions (Indc) cioè gli impegni e i piani nazionali che i diversi Governi intendono adottare per il contenimento delle emissioni nei prossimi decenni. Le prime autorevoli stime rilevano, però, che in assenza di passi ulteriori queste azioni non saranno sufficienti a contenere entro i 2°C l’aumento delle temperature medie planetarie e l’impatto dei cambiamenti climatici ricadrà prevalentemente su centinaia di milioni di persone che vivono in aree geografiche più esposte a fenomeni estremi. In queste zone maggiormente colpite le persone potrebbero essere spinte a migrare.

Gli effetti sui Paesi più vulnerabili
Nel rapporto “Migrazioni e cambiamento climatico” a cura di CeSPI, Focsiv e WWF si riportano i risultati dei recenti studi secondo cui i Paesi più colpiti dagli impatti del cambiamento climatico sono quelli delle regioni equatoriali. Infatti, anche se il riscaldamento assoluto sarà maggiore alle latitudini alte, il riscaldamento che si verificherà ai tropici è maggiore rispetto alla media storica della temperatura e alle escursioni termiche estreme che gli ecosistemi naturali e umani hanno affrontato e cui si sono adattati. Ai tropici vi saranno quindi impatti maggiori sull’agricoltura e sugli ecosistemi. Anche l’innalzamento del livello del mare, l’intensità dei cicloni tropicali, l’aridità del suolo e la siccità avranno effetti maggiori nei regioni dei paesi in via di sviluppo situati nelle aree tropicali e subtropicali. D’altro canto, se si prendono in esame altri fattori, per esempio l’innalzamento dei mari, le regioni più colpite dal punto di vista economico potrebbero essere quelle settentrionali dell’Europa Centrale, il Sud Est Asiatico e l’Asia Meridionale.

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