Gruppo CAP e Remade: green public procurement

Acquisti verdi obbligatori per tutti gli enti pubblici; è quanto prevede il cosiddetto “Collegato ambientale” alla legge di stabilità pubblicato il 18 gennaio in Gazzetta Ufficiale. Un obiettivo ambizioso che Gruppo CAP ha subito raccolto scegliendo come suo partner Remade in Italy, associazione protagonista nella certificazione dei prodotti ecosostenibili e nella consulenza per gli appalti pubblici verdi. Il Progetto pilota, partito già dal mese di dicembre, coinvolge 8 Comuni della città Metropolitana che, insieme a CAP e Remade, hanno intrapreso un percorso che li porterà a rendere operativi gli acquisti verdi già in sei mesi.
“Da tempo il Gruppo CAP ha fatto della sostenibilità uno dei suoi valori fondanti”, spiega la vicepresidente di Gruppo CAP Eva Imparato. “Proprio in occasione della conferenza sul clima di Parigi abbiamo lanciato il programma CAP 21, assumendoci per tutto il 2016, specifici impegni per raccogliere la sfida del clima che cambia. È un modo concreto di rendere trasparenti e tangibili i risultati che il Gruppo intende raggiungere con il piano degli investimenti in termini di sostenibilità ambientale. E gli acquisti verdi vanno proprio in questa direzione. Per questo abbiamo pensato al progetto con gli amici di Remade. Il nostro ruolo di società partecipata interamente dai Comuni ci rende una società di rete capace di affiancare i nostri soci in una sfida così importante. Dal lato nostro abbiamo l’obiettivo di arrivare già nel 2016 tra il 60% e il 100 % di acquisti green per tutti gli acquisti, con il 100% sul fronte dei consumabili, illuminazione e IT.
“Il provvedimento appena pubblicato era atteso da tempo”, così Simona Faccioli, Direttore di Remade in Italy. Si tratta di una possibile svolta per l’ambiente, considerando il volume degli acquisti di tutte le pubbliche amministrazioni, e insieme una bella opportunità per le imprese della Green Economy. È proprio su questi aspetti che Remade in Italy ha formato negli ultimi anni la sua esperienza, facendo accreditare il primo (e unico) schema di certificazione di prodotto ambientale riconosciuto da Accredia, relativo al contenuto di riciclato e la verifica della tracciabilità dei materiali nel processo produttivo. La pubblica amministrazione, dunque, indica i requisiti ambientali che i prodotti devono avere; il prodotto certificato (e accreditato) porta già con sé la prova di avere i requisiti richiesti. In questo modo si completa il processo, con certezza del rispetto dei requisiti, evitando il rischio di greenwashing, si semplificano le procedure e si consente alla PA di monitorare nel tempo le positive ricadute sull’ambiente”.
Il progetto ha l’obiettivo di arrivare, al termine dei sei mesi di sperimentazione, ad un’adeguata formazione del personale delle amministrazioni e di CAP sugli obblighi imposti dalla normativa e alla predisposizione delle necessarie procedure di acquisto e di selezione di prodotti e servizi “verdi”, che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente e sulla risorsa idrica in una logica di economia circolare. Otto i Comuni che hanno aderito volontariamente alla fase pilota: Abbiategrasso, Cesano Boscone, Cornaredo, Gorgonzola, Inveruno, Ossona, Segrate, Vanzago, per un totale di oltre 150.000 cittadini interessati.
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