Cop 17: picchi di inquinamento registrati in Himalaya
Sono i dati preoccupanti emersi dai cinque anni di ricerche del progetto Share – Stations at High Altitude for Research on the Environment – promosso da Comitato Ev-K2-Cnr che sono stati presentati a Durban nell’ambito del Cop 17, la Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite.
I cambiamenti climatici incidono pesantemente sulla salute delle montagne, vulnerabili all’inquinamento, che si registra persino a 5.050 metri di altitudine, nel cuore della regione himalayana. È quanto sta osservando da più di cinque anni il Progetto Share, coordinato da Paolo Bonasoni dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Isac-Cnr), grazie al costante monitoraggio di composti inquinanti e clima-alteranti presso la stazione globale Gaw-Wmo “Nepal Climate Observatory – Pyramid” (Nco-P), posta a 5.079 m di quota in Nepal, alle pendici del Monte Everest.
I nuovi importanti risultati sono stati presentati a Durban in un evento a latere del Cop 17: Mountain Day, la giornata organizzata da Icimod, Unep, Fao e World Bank con la collaborazione di Ev-K2-Cnr, unico ente italiano presente, e di Mountain Partnership.
Secondo i risultati raccolti nell’ambito del Progetto Share tra marzo 2006 e dicembre 2010 si sono registrati oltre 164 giorni di inquinamento acuto, pari al 9% del totale del periodo analizzato, per lo più localizzati durante la stagione pre-monsonica (primaverile) quando si verifica il 56% dei giorni caratterizzati da picchi di inquinamento. Rispetto alla normalità, in questi giorni le concentrazioni dell’ozono aumentano del 29%, quelle del black carbon del 352%.
Dati significativi soprattutto se si considera che entrambi i composti rivestono ruoli importanti sia come inquinanti, avendo effetti diretti sugli ecosistemi e sulla popolazione, sia come forzanti climatiche. L’ozono troposferico, infatti, è riconosciuto come il terzo più importante gas a effetto serra antropico, mentre le particelle di black carbon possono interagire direttamente con la radiazione solare, modificare le proprietà micro-fisiche delle nubi e influenzare il rateo di scioglimento di nevi e ghiacciai nelle aree montane e polari.
Tali elevati livelli di inquinanti appaiono principalmente connessi al trasporto di masse d’aria inquinate dall’area interessata dalla cosiddetta “Atmospheric Brown Cloud”, la nube di inquinanti che durante il periodo invernale e pre-monsonico si estende dall’Oceano Indiano all’Himalaya per effetto delle emissioni di particelle e gas dalle vaste aree urbane e industriali, agricole e forestali dell’Asia meridionale.
Questi dati e altri studi, realizzati dal Comitato Ev-K2-Cnr nella regione himalayana e del Karakorum, sono stati presentati da Paolo Cristofanelli, ricercatore presso l’Isac-Cnr di Bologna, responsabile delle attività di ricerca inerenti le osservazioni di ozono troposferico e gas reattivi presso l’osservatorio Nco-P e la stazione di ricerca “O. Vittori” del Cnr di Monte Cimone (Italia): entrambi, come la Piramide, stazioni globali del programma Global Atmosphere Watch (Gaw) dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (Wmo).
A Durban è stata anche proiettata la clip di un documentario, prodotto da Ev-K2-Cnr e realizzato dal giornalista Stefano Ardito sulla regione delle Mustang (Nepal), dal titolo, “Mustang: il cambiamento climatico sul tetto del mondo”.
Da qualche anno, gli abitanti di Dhe, di Sam Dzong e di altri villaggi d’alta quota nel Mustang hanno visto le loro sorgenti inaridirsi e sono stati costretti ad abbandonare una parte dei loro campi. I pascoli, che prima consentivano la vita di grandi mandrie di yak, diventano rapidamente più aridi. In alcune zone, le fonti di acqua per irrigare e dissetarsi si sono ridotte del 70-80%.
Gli abitanti di alcuni villaggi hanno chiesto alle autorità locali e al governo di Kathmandu di essere considerati dei “rifugiati ambientali” e di essere ricollocati in nuovi centri edificati ad hoc. Una testimonianza diretta degli effetti dei cambiamenti climatici in una delle terre più belle e fragili del mondo.
Ev-K2-Cnr: www.evk2cnr.org
Contenuti correlati
-
L’impatto dell’agricoltura sulla qualità dell’aria in Lombardia
Nonostante la parziale sospensione del settore dei trasporti e delle attività industriali durante i lockdown del 2020 dovuti all’epidemia di Covid-19, i livelli di particolato nell’atmosfera nel nord Italia sono rimasti elevati. Questo evento, sorprendente quanto significativo,...
-
Sighting, il progetto multidisciplinare per contrastare la siccità e migliorare la resilienza del settore agricolo
La crescente crisi idrica e l’impatto della siccità sull’agricoltura hanno spinto L’Università di Perugia, l’Università Niccolò Cusano e il CNR a lanciare il progetto Sighting. Questa iniziativa mira a sviluppare soluzioni innovative per mitigare gli effetti della...
-
Partnership Simplifhy – Itsgreen per realizzare un laboratorio a idrogeno per la ricerca
Simplifhy e la Fondazione Itsgreen hanno firmato un accordo per l’istituzione di un avanzato laboratorio a idrogeno. Il laboratorio, situato nella sede di Itsgreen a Vimercate (MB), offre agli studenti dell’istituto un’opportunità unica per immergersi nella ricerca,...
-
Inquinamento da microplastiche nel mare, 10 fatti per saperne di più
La recente accelerazione dell’inquinamento da microplastiche ha aumentato la necessità di sviluppare nuovi strumenti di collaborazione per problemi sinergici che interessano gli ecosistemi costieri e oceanici. Uno degli ostacoli principali è la mancanza di informazioni standardizzate, comparabili...
-
Decarbonizzazione: imparare ad essere sostenibili già nei consumi domestici
di Matteo Birindelli, Country Manager di Qundis in Italia Riscaldamento globale, climate change, qualità dell’aria. Si tratta solo di alcune delle tante emergenze a livello ambientale a cui è necessario porre rimedio. D’altronde, come è stato ribadito...
-
Tecnologia e inquinamento digitale
È innegabile che le nuove tecnologie abbiano offerto enormi benefici sia nell’ambito industriale che nella vita privata. Un esempio che coglie entrambi gli aspetti è ad esempio la grande diffusione dello smart working, oppure la continua crescita...
-
Il drone ‘mangia rifiuti’ di Climate Tech: ne raccoglie fino a 60 kg a missione
Un drone per tutelare la salute delle acque della Darsena milanese dall’inquinamento e dalla minaccia dei rifiuti. LifeGate, società benefit e network d’informazione, progetti e servizi da oltre 20 anni punto di riferimento italiano sulla sostenibilità, in...
-
Allarme rendicontazione ESG nei bilanci delle aziende europee
Le imprese europee corrono il rischio di essere percepite dai cittadini come poco trasparenti rispetto al loro reale impegno in tema di sostenibilità. Sono ben 7 su 10 (70%) le aziende del Vecchio Continente che pubblicano bilanci...
-
Hoffmann Group schiera un team di esperti in ecologia industriale
L’attenzione crescente per la protezione dell’ambiente e delle persone richiede attività produttive sempre più sostenibili. Tuttavia, le soluzioni che oggi consentono alle aziende di gestire in modo efficiente e sicuro le risorse che entrano in gioco nella...
-
Honeywell per un’economia circolare della plastica
Di tutta la plastica prodotta tra il 1950 e il 2017, 7 miliardi di tonnellate sono diventate rifiuti, e la quantità continua ad aumentare. Oggi, il mondo produce il doppio della plastica rispetto a due decenni fa,...