ATTUALITÀ
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n.10 maggio 2013
IL PUNTO
SULLE RINNOVABILI
ELETTRICHE
NON FOTOVOLTAICHE
L’Energy & Strategy Group del Politecnico di
Milano ha presentato la prima edizione rappor-
to sulle Rinnovabili Elettriche Non Fotovoltai-
che, che, nel formato ‘executive’, mette insieme le analisi
sul mix rinnovabile italiano, dalle biomasse, all’eolico,
all’idroelettrico. Il Decreto per le Rinnovabili Elettriche
Non Fotovoltaiche stabilisce nuovi meccanismi e proce-
dure in sostituzione della Tariffa Onnicomprensiva, la cui
scadenza era prevista a fine 2012, e dei Certificati Verdi
che, negli ultimi anni, hanno mostrato molti limiti richie-
dendo l’intervento del GSE per garantirne il funziona-
mento. I principali obiettivi del DM del 6 luglio 2012 sono
tre: i) introdurre nuove procedure per incentivare le fonti
rinnovabili elettriche non fotovoltaiche; ii) rimodulare il
valore unitario dei singoli incentivi in linea con i miglio-
ramenti tecnologici degli ultimi anni e la vita utile delle
tecnologie; iii) definire le quantità di potenza incentiva-
bili per ogni singola fonte, al fine di poter controllare lo
sviluppo del mercato negli anni futuri. Complessivamen-
te il raggiungimento di questi tre obiettivi potrà consen-
tire un controllo maggiore dei costi totali del sistema di
incentivazione. Il ‘Decreto Rinnovabili’ fissa, come limite
massimo di spesa annuo per incentivare le fonti rinnova-
bili elettriche non fotovoltaiche, la soglia di 5,8 miliardi
di euro. È interessante notare innanzitutto come i livelli
di incentivazione previsti dal nuovo Decreto siano, in me-
dia, decisamente inferiori a quelli pre-2013 anche se sono
previsti premi aggiuntivi rispetto alle tariffe incentivanti
base per diverse tipologie e/o configurazioni e modalità
di funzionamento sostenibile degli impianti.
Appare ancora più essenziale capire la distanza dalla grid
parity delle diverse tecnologie per verificare la loro so-
stenibilità economica in assenza forme di incentivazione
diretta. L’analisi effettuata con questo approccio per le
diverse fonti dall’Energy&Strategy Group porta a conclu-
sioni piuttosto interessanti:
• per alcune fonti, come l’eolico o il mini idroelettrico, in
alcune situazioni di siti particolarmente ventosi o fiumi
con elevata portata d’acqua, le tecnologie rinnovabili non
sono molto lontane dalla grid parity presentando rendi-
menti interessanti anche in assenza di incentivi;
• per gli impianti a biomasse, la sola valorizzazione
dell’energia elettrica al prezzo di mercato non permette
nemmeno di pagare i costi operativi. La sostenibilità eco-
nomica dipende quindi dalla valorizzazione e dall’utilizzo
degli scarti/sottoprodotti e dall’inserimento dell’impianto
nel contesto locale al fine di valorizzare al massimo la
produzione elettrica e soprattutto termica. Attraverso l’u-
tilizzo di sottoprodotti e il recupero termico anche questi
impianti possono avvicinarsi alla gridparity. In pratica la
sostenibilità economica dipende fortemente dal costo del
combustibile e premia sole, vento, acqua e scarti prodotti
localmente che sono gratis e non. Il Rapporto si chiude
con un’analisi di dettaglio che cerca di rispondere alla
seguente domanda: a che punto siamo arrivati oggi con
le installazioni da fonti rinnovabili e la produzione di
energia elettrica da queste fonti e quanto siamo lontani
dagli obiettivi da raggiungere nel 2020?
Confrontando quanto previsto al 2020 e quanto già rag-
giunto nel 2012 è possibile notare come ci sia da col-
mare ancora una certa distanza, anche se alcune fonti
fanno già registrare risultati superiori agli obiettivi 2020.
In particolare il fotovoltaico già oggi produce circa l’80%
di energia in più di quanto avrebbe dovuto raggiungere
nel 2020. Anche l’idroelettrico nel 2012 ha registrato li-
velli di produzione maggiori rispetto agli obiettivi finali.
Le fonti che invece, a oggi, devono ancora raggiungere
gli obiettivi al 2020 sono l’eolico, le bioenergie e il geo-
termoelettrico. C’è stata dunque una deviazione rispetto
alla programmazione prevista.
Guardando poi il mix di spesa è possibile constatare
come non sia propriamente distribuito sulle fonti che
maggiormente richiederebbero incentivi per raggiungere
i propri obiettivi.
Gli attuali Decreti hanno un orizzonte di 3 anni e se, come
visto, il PAN non risulta più attuale, poiché già disatteso,
diviene essenziale introdurre nuovi obiettivi per bilancia-
re meglio lo sviluppo delle diverse fonti così da permet-
tere agli operatori del settore di effettuare investimenti
mirati e di lungo periodo.
A cura di Antonella Rampichini
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