CDP Italy 100 Climate Change Report 2014
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Migliorano le performance ambientali delle imprese italiane, che nell’ultimo anno hanno ridotto le emissioni dirette di CO2 e del 7% e investito ben 3,4 miliardi di euro (+ 27% rispetto al 2013) in attività di riduzione e mitigazione del proprio impatto sul cambiamento climatico. Questi i principali risultati emersi dal CDP Italy 100 Climate Change Report 2014 “Tackling climate change – Recent developments in the strategic vision of Italian companies” presentato a Milano in Borsa Italiana, che analizza le informazioni sull’impatto ambientale fornite dalle principali 100 aziende quotate italiane e, dopo averne identificato i principali trend, stila la classifica delle realtà maggiormente virtuose.
Il report – redatto per la prima volta dalla scuola di management SDA Bocconi e con il supporto di IMQ in qualità di scoring partner, che ha valutato le aziende italiane sulla base della metodologia CDP per la trasparenza e qualità della comunicazione delle emissioni e delle iniziative finalizzate alla lotta al cambiamento climatico – mette in luce un forte incremento del numero di imprese che hanno rendicontato le proprie attività ambientali tramite CDP, in crescita del 15% per un totale di 53.
Anche il punteggio medio ottenuto dalle aziende è nettamente migliorato, a testimonianza di una maggiore consapevolezza circa l’importanza non solo di rendere disponibili le informazioni sul proprio impatto sul cambiamento del clima, ma di mettere in atto azioni di mitigazione. La maggior parte (62%) della riduzione delle emissioni è infatti dovuta alle iniziative di riduzione delle emissioni messe in atto dalle aziende, mentre solo un 15% si spiega con la diminuzione delle attività industriali e logistiche dovuta alla crisi.
“I risultati mostrano che le imprese italiane, nonostante il perdurare della crisi economica, continuano ad investire e impegnarsi a favore della sostenibilità del proprio business, cosa che le rende ancora più capaci di attrarre investimenti. Risultati incoraggianti e che devono essere ulteriormente implementati: per essere veramente efficaci infatti, le politiche in materia di difesa dell’ambiente devono assumere un orizzonte di lungo periodo, diventando parte integrante delle strategie di investimento e di sviluppo aziendali” sottolinea Steve Tebbe, Managing Director CDP per l’Europa.
Nonostante i notevoli e progressivi miglioramenti, le imprese italiane continuano a preferire investimenti sul breve periodo che possano quindi apportare un beneficio più immediato sia in termini ambientali che economici. È invece importante che le aziende si impegnino sempre di più per limitare l’aumento della temperatura globale, non solo per trarne vantaggi diretti ma anche perché, investendo in politiche più sostenibili, a loro volta queste realtà possono attrarre ulteriori investimenti dando così vita ad un circolo virtuoso veramente significativo per l’ambiente.
Le aziende italiane si concentrano principalmente sulle emissioni direttamente connesse all’attività d’impresa (quelle definite nel rapporto come Scope 1) ma rendicontano sempre di più anche quelle di Scope 2, ovvero le emissioni indirette derivanti dal consumo di energia elettrica; tuttavia i dati del report 2014 indicano anche la presenza di un crescente numero di organizzazioni che iniziano a rendicontare anche le emissioni di Scope 3 (quelle legate alla supply chain), a monte e a valle della loro attività di impresa: il numero di aziende che è in grado di registrare anche le emissioni di Scope 3 è aumentato, passando negli ultimi cinque anni da 13 a 29. Un trend positivo incoraggiante che riflette tuttavia la mancanza di politiche governative di incentivazione alla riduzione delle emissioni indirette e la difficoltà di coordinare gli sforzi in tutti i punti della filiera.
Il cambiamento climatico viene identificato dal 91% delle aziende come rischio elevato per il proprio business nei prossimi tre anni, sia in termini di ostacoli all’attività d’impresa, (es. accesso al credito e rischi reputazionali), che in relazione all’aumento dei costi operativi e finanziari, oltre ai costi di adattamento alle nuove disposizioni legislative in materia ambientale. Il 79% delle aziende afferma infine di aver cercato di tradurre i rischi in opportunità attraverso climate policy engagement, ammettendo l’importanza di analizzare e anticipare le insidie del climate change come contributo fondamentale alla conservazione dei propri profitti.
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