Da anidride carbonica a soluzione acquosa
Dalla rivista:
Automazione Oggi
Un risultato che segna un passo significativo nello sviluppo dell’industrializzazione della tecnologia e nella crescita della società” commenta il Ceo e founder di Limenet (https://limenet.tech), Stefano Cappello. Limenet è una delle tante eccellenze italiane di cui ci piace parlare e che, attraverso una tecnologia elevatissima, è in grado di trasformare l’anidride carbonica in una soluzione acquosa di bicarbonati di calcio, con potenziali effetti benefici per l’ecosistema marino. Vediamo come. Intanto è necessario dire che Limenet opera nell’ambito della rimozione di anidride carbonica con lo stoccaggio attraverso il mare. “Per farlo” ci racconta Stefano Cappello “ha messo a punto una tecnologia che permette lo stoccaggio del carbonio in forma di bicarbonati. Semplificando, la tecnologia in questione funziona così: dal carbonato di calcio (presente in natura in grandissime quantità, si pensi che è il 7% della crosta terrestre), acqua marina ed energia rinnovabile, Limenet è in grado di trasformare l’anidride carbonica, raccolta dall’atmosfera o da altre sorgenti, in una soluzione acquosa di bicarbonati di calcio. In questo modo è possibile ottenere una soluzione di stoccaggio di CO2 duratura e stabile (per oltre 10 mila anni) all’interno di mare e oceani. Questo processo offre un duplice beneficio: da una parte, trasforma l’anidride carbonica contrastando il cambiamento climatico, dall’altra, dissolvendo i composti carbonatici nell’acqua marina, ne aumenta l’alcalinità, cioè la capacità di resistere ai cambiamenti nei livelli di acidità, con potenziali benefici per l’ecosistema marino”. In realtà, noi sappiamo che l’azione trasformativa di Limenet avviene anche in natura, ma con tempi estremamente più lunghi: è chiamato ‘ciclo geologico del carbonio’, un processo naturale attraverso il quale il carbonio presente nell’atmosfera viene scambiato con la geosfera (il terreno), l’idrosfera (mari e oceani) e la biosfera (le acque dolci come laghi e fiumi). Prima che le emissioni legate alle attività dell’uomo sul pianeta raggiungessero i preoccupanti livelli di oggi, per millenni, i processi naturali di assorbimento hanno mantenuto stabile l’equilibrio carbonico della nostra atmosfera. Questo perché i principali depositi di anidride carbonica del nostro pianeta sono proprio mari e oceani: l’acqua salata, infatti, permette l’assimilazione dell’anidride carbonica per poi neutralizzarne l’acidità grazie alle rocce carbonatiche. Come si passa dall’anidride carbonica al bicarbonato di calcio quindi? “Il processo della tecnologia Limenet” continua Cappello “prevede 3 step. In una prima fase si cattura la CO2 dall’atmosfera: metà della calce prodotta nella fase 3 del processo viene utilizzata per catturare la CO2 dall’atmosfera. O tramite carbonatazione della calce stessa o tramite l’utilizzo di CO2 biogenica proveniente da gassificazione di biomassa. Nella seconda fase avviene la frantumazione, la calcinazione e l’idratazione: la materia prima calcarea (carbonato di calcio) viene triturata, calcinata e quindi trasformata in calce viva e anidride carbonica, attraverso la decomposizione termica all’interno di un forno alimentato da energia elettrica rinnovabile. La calce viva viene quindi idratata per ottenere calce spenta. La terza e ultima fase invece riguarda lo stoccaggio di CO2 della calcinazione con bicarbonati di calcio: poco più della metà della calce spenta ottenuta viene utilizzata per rimuovere l’anidride carbonica prodotta. Tutto questo delicato e complesso processo avviene nel reattore di Limenet: mescolando anidride carbonica e idrossido di calcio in acqua di mare si ottiene bicarbonato di calcio, che conferisce all’ambiente marino le sue proprietà alcaline. L’altra metà della calce spenta è a disposizione per la cattura della CO2 descritta nella fase 1”. Al termine di questo ciclo cosa avviene? “Queste fasi permettono la produzione di emissioni negative di CO2. L’anidride carbonica può essere rimossa anche da contattori (ventilatori di grosse dimensioni) che filtrano l’aria atmosferica catturandone la CO2 in eccesso o da processi industriali, da ciminiere di navi o industrie dove la si può catturare attraverso filtri industriali. Questa CO2 viene fatta reagire con la calce spenta decarbonizzata prodotta da Limenet per generare carbonati o bicarbonati di calcio. Questi ultimi, quando dispersi in mare, ne garantiscono l’aumento di alcalinità e quindi benefici al contrasto dell’acidificazione del mare”. La società intanto annuncia un aumento di capitale di cinque milioni di euro per costruire nel 2025 un nuovo impianto industriale modulare capace di rimuovere in continuo circa 2.000 tonnellate di CO2 l’anno.
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