Olio usato: da rifiuto a risorsa
L’olio da cucina usato è un rifiuto non facile da smaltire. Un inadeguato smaltimento può provocare impatti ambientali rilevanti rendendo particolarmente difficoltoso e dispendioso il trattamento delle acque reflue.
In Italia tale rifiuto è classificato con il codice CER 200125 (oli e grassi commestibili usati) ed è considerato come un rifiuto non pericoloso. Nonostante ciò, l’olio da cucina usato, se disperso, risulta altamente dannoso per l’ambiente. L’olio all’interno dell’acqua forma, infatti, un velo sulla superficie che non permette lo scambio dell’ossigeno fra l’acqua e l’aria, provocando gravi danni all’ecosistema e causando moria dei pesci e della flora acquatica. Se poi l’olio penetra nelle falde acquifere profonde può rendere l’acqua non potabile.
L’olio da cucina usato, inoltre, se non raccolto e opportunamente valorizzato (per esempio per la produzione del biodiesel) ma gettato direttamente negli scarichi domestici, provoca gravi problemi tecnici, ambientali ed economici. Le condutture fognarie, unitamente ad altri materiali, vengono così ostruite nel tempo causando anche esondazioni nel periodo (primavera/autunno) di grandi piogge, oltre alla necessità di interventi su tutta la rete fognaria.
Attualmente, si stima che, a livello europeo, oltre il 60% di olio alimentare usato non venga smaltito correttamente (fonte Biodienet). Il settore domestico, per il quale spesso non sono previsti sistemi di raccolta, risulta essere la principale fonte di produzione di olio da cucina usato per diversi Paesi dell’Ue. Simile situazione si riscontra nel nostro Paese. In Italia, infatti, ogni anno vengono consumate 1.400.000 tonnellate di oli vegetali e di questa quantità si valuta un residuo pari al 20% che non viene utilizzato e che deve essere smaltito (pari a 280.000 tonnellate). Il 57% di tale quantità è attribuibile alle utenze domestiche, il 25% al settore della ristorazione e il 18% alle industrie alimentari.
Per quanto riguarda il recupero e lo smaltimento, nell’anno 2013 il Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti (Conoe) ha raccolto e riciclato 50.000 tonnellate di olio usato, di conseguenza la dispersione è stata di 230.000 ton (82% di tutto l’olio di scarto da cucina prodotto).
Appare evidente la necessità di supportare, a livello europeo e nazionale, il processo di raccolta e valorizzazione dell’olio usato da utenze domestiche, dato che, il suo recupero, non solo evita i danni ambientali ed economici, ma contribuisce anche alla valorizzazione energetica di questa risorsa. L’olio usato infatti, se recuperato, può essere utilizzato come risorsa energetica in impianti di cogenerazione oppure può essere trasformato in biocombustibile (biodiesel) mediante una trasformazione chimica.
I benefici del biodiesel da olio da cucina sono molti: è biodegradabile e il suo utilizzo contribuisce ad una significativa riduzione della CO2 e quindi a raggiungere gli obiettivi dell’Unione Europea di riduzione dei gas serra del 20%. Il biodiesel da olio da cucina usato, in particolare, diminuisce l’impatto della produzione di biocarburanti sull’agricoltura, limitando la competizione tra le colture energetiche e quelle alimentari.
Per supportare la raccolta e valorizzazione dell’olio usato da cucina si può partire dai numerosi casi di successo internazionali, identificando le migliori pratiche e soluzioni in base al contesto ambientale, sociale, economico e legislativo di riferimento.
Questo obiettivo è stato perseguito durante il progetto RecOil, co-finanziato dalla Commissione Europea mediante il programma Intelligent Energy Europe e a cui hanno preso parte numerosi partner internazionali quali l’Agenzia per l’Energia e l’Ambiente di Arrábida (capofila del progetto), l’Associazione Europea per la Biomassa, il Dipartimento Ambientale dell’Università tecnica della Grecia, il Comune di Castrolibero, l’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo sostenibile della Provincia di Cosenza (Alessco) e piccole medie imprese come Eta Florence Energie Rinnovabili di Firenze.
La valutazione delle migliori pratiche in uso nelle filiere di recupero dell’olio da cucina usato esistenti è stata realizzata attraverso indagini presso le famiglie, esperienze nelle industrie coinvolte ed un’accurata analisi della normativa in materia, al fine di evidenziare eventuali problematiche e barriere per l’introduzione del biodiesel nel mercato.
Con le informazioni raccolte sono state realizzate delle Linee Guida, oggi disponibili on-line al sito di RecOil (tradotte in italiano, spagnolo, francese, portoghese, greco e danese) che rappresentano uno strumento di aiuto alle comunità che vorranno sviluppare sul proprio territorio sistemi di raccolta e trasformazione dell’olio da cucina esausto per la produzione di biodiesel.
Per ogni nazione sono stati inoltre implementati progetti pilota per la raccolta, la trasformazione e commercializzazione del biodiesel prodotto dall’olio da cucina usato, accompagnati da campagne pubblicitarie per sensibilizzare il territorio. Questi progetti sono serviti a testare e a validare i sistemi adottati, ma anche a valorizzare e diffondere i risultati ottenuti stimolando altre realtà a sfruttare l’olio da cucina usato come una risorsa.
I progetti pilota in Italia sono stati sviluppati nei Comuni di Castrovillari e Castrolibero. Alessco ha supportato le attività del Comune di Castrovillari e ad oggi la raccolta dell’olio ha raggiunto circa 1.500 litri/mese, pienamente in linea con quanto previsto dal progetto. È stato inoltre realizzato un impianto pilota per la produzione di biodiesel, sono state prodotte già alcune quantità di biocarburante e le analisi chimiche svolte hanno dimostrato l’ottima qualità del prodotto.
La massiccia campagna promozionale di RecOil ha raggiunto molte famiglie del territorio. Diverse azioni hanno visto coinvolte le scuole di Castrovillari al fine di sensibilizzare i più giovani sulle tematiche ambientali. I cittadini sono stati coinvolti direttamente attraverso iniziative per le strade del Comune di Castrovillari e mediante incontri dedicati, la stampa ha seguito continuamente tutte le iniziative dando il giusto risalto ad ogni evento.
La filiera corta su Castrovillari è pronta e a disposizione del territorio. RecOil intende comunque andare oltre la scadenza temporale del progetto, diffondendo anche ad altri Comuni quanto sperimentato su Castrovillari.
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