Target sulle rinnovabili, Starace: “governance adeguata per rimuovere gli ostacoli”

Per scongiurare i rischi di un fallimento del Recovery Plan occorre trovare sintesi e coordinamento tra livello europeo e peasi membri in tema di energia

Pubblicato il 9 settembre 2021

Per raggiungere i nuovi target riduzione di gas serra entro il 2030 del 55% (e non più del 40%) stabilito dal pacchetto “Fit for 55” a livello europeo c’è un gap di investimenti di 3.564 miliardi e per l’Italia di 186 miliardi. Dati questi contenuti nello Studio redatto da Enel per Ambrosetti “European Governance of the Energy Transition” e presentato sabato scorso a Cernobbio.

E se l’Italia continuerà a procedere al passo attuale con gli investimenti ci sarà un ritardo medio di 29 anni nel centrare i target, contro i 19 dell’Europa (2043), e un ritardo di 24 anni per le energie rinnovabili che raggiungerebbero i livelli previsti solo nel 2054.

Per queste ragioni, Francesco Starace, ad di Enel, ha richiamato l’attenzione senza mezzi termini: «occorre accelerare e dotarsi di un sistema di governance adeguato alla portata della sfida. Sarebbe un peccato perdere anche l’occasione di una creazione di valore economico così grande».

Il problema d’altronde è ben noto a Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, che in più di una occasione ha anche parlato della sindrome di Nimby, vero e proprio freno allo sviluppo delle energie rinnovabili.

Per scongiurare quindi i rischi di un fallimento del Recovery Plan occorrerà trovare sintesi e coordinamento tra il livello europeo, dove le divergenze normative in materia energetica sono vaste e quello dei singoli Paesi, dal momento che l’energia è una competenza concorrente, dove entrambi possono legiferare.

Per questo tra le proposte formulate nello Studio per migliorare la governance a livello comunitario c’è il rafforzamento della cooperazione e del coordinamento tra Commissione e Stati membri, valorizzando i cosiddetti meccanismi di enforcement, ovvero gli aspetti vincolanti. Oppure ancora di estendere a livello internazionale il Carbon Border Adjustment Mechanism, meccanismo introdotto dalla Commissione Ue.

In Italia l’attenzione è focalizzata sulle procedure per autorizzare gli impianti rinnovabili, ma anche per individuare un meccanismo di interazione tra amministrazioni locali, distributori e gestori dei punti ricarica per i veicoli elettrici per favorire lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica.

 

Franco Metta



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