Riciclaggio dei materiali per le costruzioni, questa la sfida del futuro

Pubblicato il 23 settembre 2013

Oggi il bitume riciclato rappresenta più di un quarto delle materie prime, cioè circa 4.000 tonnellate per anno. L’obiettivo sul lungo termine è ancora più ambizioso: l’impatto zero nel 2020.

Specializzato in materiali impermeabili per coperture che permettono di risparmiare e produrre energia, Derbigum da tempo si è dotata di sistemi che consentono di integrare direttamente gli scarti dei tetti nel processo di produzione, aggiungendoli alle materie prime vergini per essere nuovamente utilizzati nella produzione di membrane ecologiche.

In Belgio, dove Derbigum ha sede, la raccolta degli sfridi di lavorazione avviene tramite apposite maxi borse “Derbigum-Recycling” che si trovano presso le rivendite di materiali per l’edilizia e per le coperture ai quali gli applicatori possono consegnare i loro sfridi di lavorazione di qualsiasi marca. Attualmente esistono 150 punti di raccolta sul territorio belga e l’iniziativa si è rivelata un vero successo. La raccolta annuale degli scarti di lavorazione di qualità nelle Fiandre e nella regione vallona supera già le 350 tonnellate.

Le attività di recupero e riciclaggio rientrano nella politica aziendale e nel suo percorso verso il “totalmente verde”. I numerosi sforzi profusi, sia a livello di produzione dei materiali sia a livello degli scarti di cantiere, sono stati ricompensati dal rilascio del certificato ISO -14001 e della norma EMAS.

Nel 2008, Derbigum ha ricevuto, unica PMI europea, il premio EMAS della Commissione Europea conferito alle aziende e agli enti pubblici che si sono distinti in materia di impatto ambientale.

Infatti, la quantità di energia necessaria per la produzione di un metro quadro di prodotto è diminuita del 30% in cinque anni, mentre il consumo di gas è diminuito del 25% nel corso degli ultimi sei. Inoltre, tutta l’energia utilizzata per la produzione è rinnovabile.



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