Plastica e nanocompositi

Pubblicato il 20 dicembre 2010

Sono stati resi pubblici da “Brescia Ricerche”, testata scientifica edita da Inn.Tec. (Consorzio per l’innovazione scientifica), i risultati di un’importante ricerca sull’utilizzo delle nanoparticelle nell’industria plastica, svolta da Rifra Masterbatches, azienda attiva nel settore delle materie plastiche e degli elastomeri, il Dipartimento di chimica dell’Università di Brescia e CSMT (Centro servizi multisettoriale e tecnologico), commissionata dalla stessa Rifra e da altre aziende del settore.

La ricerca, intitolata “Sviluppo e produzione di nanocomponenti a base polimerica con profili di proprietà flessibili e mirate a specifiche applicazioni”, ha avuto quale obiettivo la verifica della possibilità di utilizzare le nanoparticelle nella realizzazione di particolari d’arredamento ed elettrici in plastica per uso civile, di manufatti in plastica autoestinguente haloge-free (senza chimica del bromo) e di film (pellicole) in polimero in grado di proteggere il contenuto (alimenti o altro).

I risultati sono stati estremamente confortanti, dimostrando non solo tutte le ipotesi di partenza, ma anche che le nanoparticelle possono fornire un effetto ‘barriera’ protettivo o selettivo al passaggio di alcune molecole inquinanti e ottenere proprietà fisico meccaniche in manufatti di poliammide senza l’impiego della fibra vetro o con un impiego sensibilmente inferiore alle odierne metodologie impiegate. Le ottime prestazioni raggiunte grazie alla ricerca, durata due anni, hanno consentito di ottenere nuove caratteristiche rispetto all’impiego di polimeri di base. Questo, grazie ad alcune proprietà dei nanocompositi, in particolare alla dimensione delle particelle dell’ordine di grandezza di pochi nanometri (un milionesimo di mm). L’impiego dei nanocompositi è efficace soprattutto nella realizzazione di compositi ad alte prestazioni, quando è necessaria una buona dispersione del riempitivo e le proprietà del riempitivo in nanoscala sono sostanzialmente diverse e migliori di quelle della matrice.

Numerose le possibilità pratiche d’impiego individuate dalla ricerca: oggetti in plastica in grado di resistere al graffio e respingere la polvere grazie a proprietà antistatiche intrinseche; pellicole capaci di evitare la fotodegradazione e di abbattere l’impatto ambientale su spessori di gran lunga inferiori a quelli in uso tradizionale; eliminazione dell’utilizzo della fibra di vetro in molti manufatti in poliammide. Il tutto con un’importante riduzione delle sostanze chimiche utilizzate, quindi con effetti positivi per l’ambiente.

Rifra: www.rifra.it



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