Piastrelle italiane: da Avvenia 20 milioni di euro

Avvenia, protagonista dell’efficientamento energetico, per rendere più efficiente il settore della produzione di piastrelle di ceramica è disposta ad investire 20 milioni di euro.

Pubblicato il 13 maggio 2015

Centocinquantasei aziende con 20.537 addetti, un fatturato di 4,7 miliardi di euro ed un export pari all’82% delle vendite totali: sono questi i numeri che descrivono l’industria italiana delle piastrelle di ceramica. A scattare questa fotografia è Avvenia, azienda protagonista nel settore della “white economy”, il ramo dell’economia relativo all’efficienza e alla riqualificazione energetica, che ora si rende disponibile ad investire 20 milioni di euro per affiancare le imprese del settore della ceramica nell’ambito di progetti di efficientamento energetico.

Nel 2000 la produzione italiana di piastrelle di ceramica rappresentava il 20% di quella mondiale, ma oggi la produzione globale ha superato i 12 miliardi di metri quadrati e la quota di mercato italiana rappresenta solo il 3%, superata dalla Cina che si assesta intorno ai 6 miliardi di metri quadrati, dal Brasile con 900 milioni di metri quadrati, dall’India con 800 milioni, dall’Iran con 500 milioni e dalla Spagna con 420 milioni.

Ma sono le piastrelle made in Italy ad essere ancora oggi le più apprezzate in tutto il mondo quale espressione di gusto, stile e qualità. “E le aziende del comparto ceramico hanno dimostrato una grande vitalità e dinamismo nell’affrontare la competizione sui mercati globalizzati”, commentano gli analisti di Avvenia. L’Italia resta dunque in una posizione di eccellenza sui mercati mondiali per tecnologia, design e innovazione, una posizione che si fonda sulla grande tradizione italiana e che si rinnova di anno in anno grazie ad una costante innovazione tecnologica alla quale Avvenia vuole ora contribuire attraverso adeguati progetti di efficientamento energetico appositamente studiati per il comparto ceramico, che rendano le imprese ancora più competitive ed aumentino la redditività di un settore così importante in Italia.

D’altra parte già nel 2014 l’industria italiana delle piastrelle di ceramica è tornata a crescere arrivando a 390 milioni di metri quadrati di produzione, con una crescita delle esportazioni pari a 310 milioni di metri quadrati (+3%) che ha consentito di compensare il calo del mercato interno (-6,9%) che dagli 86 milioni di metri quadrati del 2013 è sceso a 80 milioni di metri quadrati nel 2014. Poi, per il 2015, questa è la previsione messa in evidenza da Avvenia, la tendenza è ancora positiva, con un aumento del 3,9% delle esportazioni, che raggiungeranno così i 322 milioni di metri quadrati, e una perdita più contenuta (-2,5%) per quanto riguarda il mercato interno che scenderà a 78 milioni di metri quadrati. Il comparto delle piastrelle di ceramica, dai 387 milioni di metri quadrati del 2013 e dai 390 milioni di metri quadrati del 2014, secondo Avvenia nel 2015 si attesterà a 400 milioni di metri quadrati (+2,6% rispetto all’anno precedente), pari ad un fatturato totale che supererà così i 5,7 miliardi di euro.

“Ma per recuperare maggiori quote di mercato ed avviarsi verso una maggiore ripresa economica si rende necessario intensificare il rapporto impresa-energia in un’ottica di efficientamento energetico diverso e più evoluto, non rivolto ai risultati del passato ma alle prospettive future, come ci impone la rapida trasformazione dei mercati mondiali del comparto ceramico”, dichiara Giovanni Campaniello, fondatore e amministratore unico di Avvenia che, creata con l’intento di fornire una risposta significativa per affrontare e risolvere in modo consapevole e sostenibile le problematiche legate all’efficienza energetica, ha sempre dimostrato una particolare attenzione al settore dell’industria delle piastrelle di ceramica.

In concreto Avvenia vuole aiutare le aziende del comparto ceramico a conoscere meglio i loro processi produttivi e ad implementare i meccanismi di innovazione tecnologica più adeguati per aumentare l’efficienza e la produttività, partecipando con fondi propri agli investimenti di efficientamento energetico che si rendano necessari e per questo è ora disposta ad investire 20 milioni di euro.



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