Petrolio sotto i 100$: due diverse dinamiche per benzina e lubrificanti

Pubblicato il 6 ottobre 2008

Alla luce delle oscillazioni del prezzo del petrolio che avvengono nei grandi mercati internazionali e delle conseguenze che esse comportano sia per l’economia in generale che, in particolare, per la spesa quotidiana delle famiglie, il GAIL-Gruppo delle Aziende della Lubrificazione che fa parte di Federchimica/AISPEC ritiene necessario fare chiarezza sulle variazioni dei prezzi degli oli lubrificanti tuttora in corso ma talora valutati inappropriati dal mercato rispetto alla quotazione del dollaro e del costo del petrolio degli ultimi giorni.

Oggi ogni tipo di consumo subisce in misura sensibile gli effetti del prezzo del barile, il comune cittadino però percepisce questa realtà soprattutto in riferimento al prezzo di due importanti e particolari prodotti: la benzina e il gasolio. Quando il prezzo del barile cala, anche il prezzo alla pompa si avvia a scendere, sia pur con un leggero ritardo.

Questo ritardo è molto più accentuato per i prodotti della lubrificazione e il motivo risiede in svariati fattori:

– La lavorazione del greggio per la produzione di basi lubrificanti rappresenta il ciclo di raffinazione più complesso esistente in raffineria, con la conseguenza che i prodotti ottenuti (circa 500 articoli diversi) sono quelli con il costo di lavorazione più elevato.

– Solo alcuni tipi di greggio sono adatti a essere trasformati in lubrificanti, ed essendo più pregiati e più scarsi la loro quotazione è sempre più elevata rispetto a quella presa a riferimento (Brent oppure WTI) che è poi la più nota, pertanto l’incidenza del costo della materia prima è superiore a quella degli altri prodotti petroliferi.

– Solo alcune raffinerie sono dotate di impianti per la produzione di lubrificanti, e sono sempre in numero minore ad averne, in quanto i costi di investimento e di gestione sono molto elevati.

– Infine, per i lubrificanti, la disponibilità del prodotto finito rispetto al momento dell’acquisto del greggio avviene in un tempo molto più lungo di quello necessario per passare dal greggio alla benzina. Così quando il prezzo del greggio si alza o si abbassa, quello della benzina segue a breve distanza, mentre quello dei lubrificanti ritarda.

Le imprese della lubrificazione aderenti al GAIL/Federchimica osservano che in questi mesi di settembre e ottobre il costo dei lubrificanti di base sta ancora assorbendo l’onda piena degli aumenti verificatisi in estate, e soltanto nel tardo autunno, se non accadranno altri fenomeni negativi, potrà ricollocarsi nella sua naturale posizione rispetto al barile.

Per una corretta interpretazione del mercato attuale e prossimo dei prodotti lubrificanti il GAIL suggerisce di seguire l’andamento a grandi linee del prezzo del barile e attendersi un ragionevole riequilibrio di un mercato normalizzato, augurandosi che ciò possa avvenire stabilmente.

Occorre inoltre tener presente i seguenti fattori: la domanda mondiale di lubrificanti è molto aumentata in questi anni; la frazione lubrificante è una parte molto piccola del barile di greggio, intorno all’1%; l’offerta è attualmente limitata non soltanto dalle quantità di greggio estratte e messe sul mercato, ma anche da capacità di raffinazione tarate sugli standard di una domanda storicamente assai minore di quella oggi; la domanda attuale è alimentata dai cosiddetti paesi emergenti, oggi ormai più che emersi, i quali assorbono quantità tali da generare una inconsueta tensione nel mercato globale dei lubrificanti.



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