Per 7 imprenditori italiani su 10 il 2017 è l’anno della “svolta green”

Pubblicato il 27 aprile 2017

Se in molti si augurano che il 2017 sia l’anno della tanto agognata ripresa economica, per la maggioranza degli imprenditori italiani questo è certamente l’anno della “svolta green”. Oltre 7 imprenditori su 10 (72%) hanno infatti affermato di avere già messo in atto, o hanno intenzione di farlo, una serie di politiche ed azioni concretamente ecosostenibili in azienda per contenere le emissioni inquinanti o, perlomeno, hanno adottato dei comportamenti più “green”, dai vertici fino ai dipendenti. Dalle scelte più complesse, come gli investimenti nell’innovazione dei macchinari (44%) e l’installazione di pannelli solari per generare energia pulita (37%), alle più semplici, come la raccolta differenziata in ufficio (51%) e l’abbassamento dei termosifoni (45%), sempre più realtà si sono messe all’opera per dare una mano al Pianeta. Tra i vantaggi maggiori, gli imprenditori rilevano un ambiente di lavoro più sano e sereno (87%), un risparmio economico sul medio e lungo termine (73%) e un incremento della reputazione dell’azienda in ottica CSR (62%). Una vera e propria tendenza che coinvolge principalmente le imprenditrici rispetto ai colleghi: tra le donne infatti la percentuale sale all’80%, soprattutto nelle grandi aree industriali del Centro-Nord.

È quanto emerge da uno studio promosso da Conlegno che ha coinvolto 150 imprenditori selezionati a campione dalle principali città del Bel Paese, per comprendere come le aziende italiane si stiano muovendo in difesa dell’ambiente, e uno scouting di 70 testate internazionali che hanno analizzato il tema.

Ma quali sono questi comportamenti “green” che gli imprenditori italiani stanno per mettere in atto? Al primo posto si pone l’obbligo in azienda di fare la raccolta differenziata (51%), oramai sdoganata nelle aree metropolitane di tutta Italia. Sul secondo gradino del podio invece tutti quegli accorgimenti che permettono di ridurre l’impiego d’energia, come abbassare i termosifoni o chiudere porte e finestre se è attivato il condizionamento dell’aria (45%). Medaglia di bronzo invece per gli investimenti in macchinari e strumentazioni con classe energetica A o a minor impatto inquinante (44%). Chiudono la top 5 l’installazione di pannelli solari o altri dispositivi per generare energia pulita (37%) e l’acquisto da fornitori e produttori che dispongono di adeguate certificazioni che garantiscano la sostenibilità dei prodotti acquistati (34%).

Elementi che rappresentano evidenti segni di una sempre più sviluppata coscienza “green” e di un’attenzione verso l’ambiente che sta condizionando anche le scelte di un numero crescente di imprenditori italiani. “La sempre più forte coscienza della necessità di rispettare l’ambiente sta influenzando anche le scelte degli imprenditori italiani – ha dichiarato Fausto Iaccheri, presidente di ConLegno, il Consorzio per la tutela del legno e del sughero – Noi, ad esempio, con l’impiego di materiali di riciclo abbiamo realizzato la linea 800×1200, ovvero complementi d’arredo costruiti con il recupero dei pallet EPAL. Il riutilizzo di un materiale naturale e non nuovo, che ha già vissuto un’altra vita, è un esempio perfetto di come coniugare lavoro e rispetto per l’ambiente. Una perfetta sintesi tra la qualità dei prodotti Made in Italy e la necessità di fare scelte sempre più consapevoli verso l’ecosistema. Un nuovo modo di pensare, per avvicinare la cultura, anche creativa, del riciclo alle esigenze del Pianeta, attraverso l’upcycling”.

Una tendenza che si sta concretizzando a livello mondiale, nonostante il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sembri voler sfruttare ancora le vecchie fonti fossili, causa di gran parte dell’inquinamento atmosferico. Nel resto del mondo invece il cambiamento culturale e sociale è già in atto. Basti pensare che secondo la IEA, International Energy Agency, e l’IRENA, l’International Renewable Energy Agency, grazie a innovazione e investimenti entro il 2050 si verificherà una riduzione del 70% delle emissioni di CO2 legate al settore energetico, come riportato recentemente dal portale francese Capital.fr. Ma non è tutto: secondo il “New Energy Outlook 2016” pubblicato da Bloomberg New Energy Finance, nel 2040 le fonti rinnovabili copriranno il 60% del fabbisogno, donando un beneficio economico che ripagherà oltre il 60% degli 11mila miliardi di dollari investiti nei prossimi anni.

Ma quali sono le reali ragioni di questa crescente attenzione all’ambiente da parte degli imprenditori? Tra le motivazioni principali della scelta di adottare politiche green nelle aziende, ben l’87% degli imprenditori rivela che l’obiettivo è creare un ambiente di lavoro più sano e sereno, mentre il 73% ne vorrebbe ricavare un risparmio economico sul medio e lungo termine. Ma non è tutto: la crescente attenzione alla reputazione dell’azienda in ottica Corporate Social Responsibility riveste un ruolo sempre più centrale per ben 6 aziende su 10 (62%), stimolando l’adozione di comportamenti e investimenti sostenibili.

Benefici interni ed esterni all’aziende, che inevitabilmente hanno ripercussioni sull’intera società. Anche l’autorevole testata Nature, in un recente approfondimento, ha evidenziato come le politiche green messe in atto dalle istituzioni e dalle aziende vadano a influenzare l’equità sociale e ad abbattere l’impatto dell’uomo sulla natura, esortando i decisori a estendere questi provvedimenti a tutti i livelli delle città e ad ogni strato sociale, rendendo così veramente sostenibile ed equa la vita nei centri abitati maggiormente industrializzati. In effetti molti stati stanno agendo in questa direzione: come riportato dal New York Times, la Cina intende investire oltre 360 miliardi di dollari nelle rinnovabili entro il 2020, ponendosi inoltre l’obiettivo di dare lavoro a circa 13 milioni di persone. Allo stesso modo in Gran Bretagna, si legge sulle colonne del Telegraph, il primo ministro Teresa May ha annunciato che verranno spesi 4,7 miliardi di sterline in ricerca per nuove tecnologie sostenibili: tra i 10 pilastri della manovra spiccano, infatti, gli investimenti nella scienza, nella ricerca e nell’innovazione, verso una crescita pulita attraverso le energie sostenibili.

Ad ogni modo molti imprenditori, nonostante la volontà, trovano alcune difficoltà nel concretizzare le proprie idee indirizzate verso la sostenibilità. Ad esempio il 48% ritiene che siano il Governo e le amministrazione locali a dover favorire l’investimento in nuovi macchinari e strumenti amici dell’ambiente attraverso sgravi fiscali e sovvenzioni. Il 35% degli imprenditori invece lamenta la poca collaborazione di una parte dei propri dipendenti a mettere in atto semplici accorgimenti come la raccolta differenziata e lo spegnimento totale delle luci e pc all’uscita dal lavoro, o sottolinea l’elevato costo di alcuni prodotti certificati o realizzati con materiali di recupero (22%).

Difficoltà che secondo Felipe Calderon, Presidente della Commissione Globale sull’Economia e il Clima, dovranno essere superate molto presto: “Nei prossimi 15 anni il mondo ha bisogno di investire in nuove infrastrutture e nell’innovazione più di quanto abbia mai fatto – ha affermato sul Financial Times – In primo luogo, una volta per tutte, dobbiamo sbarazzarci delle distorsioni del mercato che stanno investendo in progetti ad alto contenuto di carbonio. In secondo luogo dobbiamo investire molto di più nell’innovazione, le soluzioni tecnologiche green sono più economiche e contribuiscono a ripagare i costi d’investimento. Infine, dobbiamo sviluppare una pipeline di progetti sostenibili rafforzando gli investimenti pubblici”.

Ma qual è infine l’identikit dell’imprenditore “green” italiano? L’80% delle donne e il 64% degli uomini ha dichiarato di aver già messo in pratica, o ha intenzione di farlo, atteggiamenti sostenibili per la propria azienda e per i dipendenti. Tra di loro la maggior parte è under 45 (85%), mentre la percentuale scende al 59% tra i 46 e i 70 anni. Il fenomeno, più marcato nelle grandi città del Centro-Nord, vede in testa gli imprenditori dell’area di Milano (77%), seguita nella top 5 da Roma (75%), Torino (74%), Bologna (72%) e Napoli (68%).

La maggiore sensibilità al tema dell’eco-sostenibilità del genere femminile è già stata confermata da uno studio di Patricia Braun, professoressa della University of Ballarat in Australia, pubblicato sull’International Journal of Gender and Entrepreneurship, da cui è emerso che le imprenditrici di piccole e medie imprese, sottoposte a un questionario sulle politiche green in azienda, esprimono un maggiore livello di attenzione in circa il 50% delle domande. Nel corso dell’esperimento invece, su 30 partecipanti, ben 6 uomini su 15 hanno abbandonato il progetto, facendosi sostituire da colleghe o giustificandosi affermando di non avere tempo.



Contenuti correlati

  • Hewlett Packard e Danfoss insieme per ridurre il consumo energetico nei data center

    Hewlett Packard Enterprise e Danfoss collaborano per la fornitura di HPE IT Sustainability Services – Data Center Heat Recovery, un modulo di recupero del calore pronto all’uso che contribuisce a gestire e valorizzare il calore in eccesso...

  • Una piattaforma per la gestione dell’energia da Schneider Electric e Capgemini

    Schneider Electric e Capgemini hanno annunciato una nuova collaborazione nell’area dell’ottimizzazione energetica. Energy Command Center è una piattaforma pensata per aiutare ad accelerare sul percorso dell’efficienza energetica grazie a una gestione più intelligente e sostenibile delle facility...

  • distretti industriali italiani BCG
    Distretti industriali italiani, obiettivo transizione green per rimanere competitivi

    Dagli innovatori tecnologici della Silicon Valley agli artigiani in Toscana, i distretti industriali, in inglese “economic cluster”, fanno girare il mondo. Oggi questi sono chiamati ad adattarsi rapidamente alla transizione verde e a gestire efficacemente le sfide...

  • CGT_Gelit
    La trigenerazione di CGT abbatte le emissioni di CO2 di Gelit

    I vantaggi della cogenerazione e trigenerazione in ambito industriale rappresentano il tema trattato nel secondo episodio di “Re-Evolution Technologies”, la web serie prodotta da CGT, storica realtà italiana che fa parte del Gruppo Internazionale Tesya, che coinvolge...

  • EnergRed fotovoltaico incremento
    Transizione energetica, la spesa UE per il fotovoltaico a 42 miliardi di Euro

    La spesa europea per la componentistica solare è passata dai 6 miliardi di euro del 2016 agli oltre 25 miliardi di euro del 2022 e si arriverà a 42 miliardi nel 2024, prevede EnergRed, E.S.Co. impegnata nel...

  • Danfoss idrogeno verde
    Idrogeno verde: produzione ragionata per assicurare la sostenibilità

    Un nuovo report pubblicato da Danfoss Impact rivela che, poiché la produzione di idrogeno è destinata ad assorbire più della metà dell’attuale domanda di energia elettrica entro il 2050, l’efficienza energetica nella sua produzione è fondamentale. È...

  • Un occhio all’aria compressa

    L’automazione può migliorare efficienza energetica, produttività e flessibilità in azienda. E il monitoraggio dei sistemi di aria compressa? Una soluzione ifm electronic garantisce anche in questo caso risparmi consistenti a fronte di investimenti contenuti Ifm è una...

  • Efficienza energetica e flessibilità migliorate

    Anche i millesimi di secondo sono preziosi per l’industria della plastica. Lo pensa Netstal, che per garantire sempre una produzione controllata alle sue macchine per stampaggio a iniezione si è affidata a Keba Netstal è un’azienda svizzera...

  • Ottimizzare l’efficienza energetica con criteri ESG

    In Gigatek è stata scelta la soluzione iFactory EHS di Advantech per costruire un sistema di gestione energetica EMS Con la crescente consapevolezza ambientale e le limitazioni dell’approvvigionamento energetico, l’ottimizzazione della gestione energetica è diventata essenziale. Fondata...

  • ucimu siemens esg
    Siemens ottiene il marchio Ucimu per la sostenibilità

    Con il rating di 951 su 1000 Ucimu-Sistemi Per Produrre – l’associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione -, in collaborazione con Altis Advisory, spin-off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, concede a Siemens il...

Scopri le novità scelte per te x