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RMO 218 – Marzo – 2019

Manca la formazione per le digital skills

Si chiamano digital skills: sono le competenze digitali sempre più richieste dal mercato del lavoro orientato verso una logica digitalizzata. Un esempio è nell’analisi dei dati, nell’intelligenza artificiale e nelle blockchain. I dipendenti italiani intravedono più benefici che problematiche da questo approccio tecnologico ma non si ritengono ancora sufficientemente attrezzati, né seguiti in modo tale da colmare una lacuna che potrebbe minacciare la loro sopravvivenza professionale. L’analisi è contenuta in un report stilato da Randstad, multinazionale olandese delle risorse umane. I risultati di questo quadro, svolto su un campione di circa 14.600 lavoratori internazionali (400 gli italiani), sono quindi contradditori. Bel ’80% dei dipendenti del nostro Paese considera positivamente il crescente impatto della tecnologia 4.0 sul mondo del lavoro, con un occhio di riguardo per le potenzialità che potrebbero essere sprigionate soprattutto dall’Artificial Intelligence. Una quota paritetica, ossia l’80%, si senta parimenti ‘sotto pressione’ nelle proprie competenze, delegando ai datori di lavoro il compito di ‘predisporre piani di formazione per consentire ai dipendenti di acquisire le competenze mancanti’. Sempre secondo la disamina di Randstad, solo il 41% delle imprese è corso ai ripari con programmi di formazione specializzati mentre il 50% degli intervistati ritiene che le Università forniscano un pacchetto adatto di competenze. Una media pari che però è pari al 18% in meno rispetto alla media globale e al 15% in meno rispetto agli standard europei. L’indagine Randstad mette in luce anche che l’87% dei lavoratori intervistati ambisce ad aumentare le proprie competenze, anche per garantirsi maggiore occupabilità nel lungo termine

Luca Rossi