RMO 210 – Marzo – 2018
Italia 4.0: un’occasione per le nuove generazioni
Negli ultimi decenni quella italiana è stata una storia di divari generazionali. Un recente report del Fondo Monetario Internazionale ha evidenziato come nell’Unione Europea, sebbene gli indici totali di disuguaglianza siano rimasti pressoché stabili durante la crisi, i più giovani soffrano le condizioni peggiori fra le diverse classi d’età. La questione giovanile ha un denominatore: il lavoro. L’Italia non era un Paese per giovani dieci anni fa. Ora lo è ancora meno. Il tasso complessivo di disoccupazione è passato dal circa 5% del 2007 all’11% odierno, quello giovanile dal 20 al 32% nello stesso periodo. L’Italia ha il record europeo di Neets – Not (engaged) in education, employment or training –, ragazzi tra i 16 e i 24 anni che non fanno nulla: uno su cinque non ha un lavoro e non lo cerca, non studia e non frequenta un corso di formazione. Secondo l’Ocse la perdita dovuta alla non partecipazione dei Neets al mercato del lavoro è di oltre 140 miliardi di euro, pari all’1,2% del PIL europeo. In Italia, stando ai calcoli di Eurofond, questo costo sale al 2% del PIL, pari a 36 miliardi all’anno. Un prezzo enorme che stiamo pagando non solo economicamente ma anche socialmente, che suggerisce di tornare a mettere al centro dell’agenda le opportunità per i giovani. E l’occasione ora l’abbiamo. Entrata a regime Industria 4.0 nella sua parte delle incentivazioni fiscali, adesso è il momento di formare i tecnici ma anche di assumere nuovi talenti. È una sfida impegnativa, un ricambio tecnologico imponente. Nel 2017 i corsi di formazione sono aumentati del 10% rispetto all’anno precedente grazie anche alla defiscalizzazione in tema prevista dalla Legge di Bilancio. Inoltre, si stima che le imprese italiane tra il 2017 e il 2019 avranno installato nei loro capannoni circa 45 mila nuove macchine, garantite dai 14 miliardi di euro di investimenti che saranno attivati nel triennio. Un’occasione per ridare energia alle nuove generazioni.
Luca Rossi