L’alchimia dei rifiuti: come alcuni Stati membri li tramutano in risorsa
Come si è riusciti a tramutare i rifiuti da problema a risorsa? Lo spiega la nuova relazione pubblicata di recente dalla Commissione europea: combinando strumenti politici diversi.
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Una combinazione di imposte e divieti sulle discariche e sull’incenerimento, programmi di responsabilizzazione dei produttori e sistemi di “paga quanto butti” risulta essere la soluzione più efficace per incanalare i flussi dei rifiuti verso percorsi più sostenibili. Affinché l’UE riesca a conseguire gli obiettivi fissati nella Tabella di marcia verso l’impiego efficiente delle risorse (zero conferimento in discarica, massimizzazione del riciclaggio e del riutilizzo, limitazione del recupero di energia ai rifiuti non riciclabili), si dovrà generalizzare a tutti gli Stati membri l’introduzione di questi strumenti economici.
Janez Potočnik, commissario per l’ambiente, ha dichiarato: “I rifiuti sono troppo preziosi per essere semplicemente buttati via: con una gestione oculata è possibile reiniettarne il valore nell’economia. In sei Stati membri uno smaltimento in discarica pari praticamente a zero si associa oggi a percentuali di riciclo elevate. In tal modo questi Stati non soltanto sfruttano il valore dei rifiuti, ma hanno contestualmente creato anche industrie fiorenti e numerosi posti di lavoro. La relazione illustra come ci sono riusciti: aumentando l’attrattiva economica della prevenzione, del riutilizzo e del riciclaggio mediante strumenti economici selezionati. Condividiamo oggi con gli Stati membri e gli enti locali la responsabilità comune di far sì che tali strumenti siano usati efficacemente e diffusi in tutta l’UE. È questo uno degli obiettivi centrali della Tabella di marcia verso l’impiego efficiente delle risorse”.
L’esperienza maturata negli Stati membri insegna che il modo ottimale per migliorare la gestione dei rifiuti passa per la combinazione di strumenti differenti.
Strumenti importanti sono le imposte e/o i divieti sulle discariche e sull’incenerimento. I risultati dello studio sono inequivocabili: le percentuali di conferimento in discarica e di incenerimento sono scese nei Paesi in cui imposte o divieti hanno innalzato i costi di tali operazioni.
I sistemi di “paga quanto butti” si sono rivelati molto efficienti nel prevenire la produzione di rifiuti ed incoraggiare i cittadini a partecipare alla raccolta differenziata e i meccanismi di responsabilizzazione dei produttori hanno consentito a vari Stati membri di raccogliere e ridistribuire i fondi necessari a migliorare la raccolta differenziata e il riciclaggio. Tuttavia, date le grandi divergenze riscontrate fra Stati membri e fra flussi di rifiuti in termini di efficienza rispetto ai costi e di trasparenza, questi programmi presuppongono una pianificazione accurata e un monitoraggio attento.
La gestione dei rifiuti varia notevolmente da uno Stato membro all’altro: stando alla relazione pubblicata il 27 marzo da Eurostat (cfr. STAT/12/48), i sei Stati membri più avanzati in materia (Belgio, Danimarca, Germania, Austria, Svezia e Paesi Bassi) conferiscono in discarica meno del 3% dei rifiuti urbani, percentuale che, all’estremo opposto, sale tuttora ad oltre il 75% in nove Stati membri. I dati statistici pubblicati di recente da Eurostat indicano progressi continui in alcuni nuovi Stati membri, con un rapido aumento delle percentuali di riciclaggio. Anche la produzione di rifiuti urbani è diminuita in vari Stati membri, probabilmente a causa della flessione dell’economia.
Affinché l’UE riesca a raggiungere gli obiettivi previsti nella sua normativa in materia di rifiuti e quelli fissati in materia di impiego efficiente delle risorse, occorrerà generalizzare gli strumenti citati a tutti gli Stati membri. Nel contesto del riesame degli obiettivi dell’UE in materia di rifiuti, previsto per il 2014, si vaglierà pertanto l’ipotesi di prevederne per legge l’obbligatorietà in alcuni casi.
La Commissione sta inoltre inserendo la buona gestione dei rifiuti fra le condizioni per l’ottenimento di determinati fondi europei (cfr. IP/11/1159 e MEMO/11/663).
Nel frattempo la Commissione esorta gli Stati membri ad attuare in modo più efficace la normativa sui rifiuti vigente. Nel 2008 il settore della gestione dei rifiuti e del riciclaggio nell’UE ha realizzato un fatturato di 145 miliardi di euro per un totale di circa 2 milioni di posti di lavoro. La piena attuazione della politica unionale sui rifiuti potrebbe creare altri 400.000 posti di lavoro nell’UE, incrementando di 42 miliardi di euro il fatturato annuo del settore (cfr. IP/12/ 18). Migliorando la gestione dei rifiuti si contribuirebbe al conseguimento di vari obiettivi e traguardi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
Relazione e risultati particolareggiati per ciascuno Stato membro: ec.europa.eu/environment/waste/use.htm
Relazione Eurostat sulla gestione dei rifiuti urbani: STAT/12/48
Studio sulla modellistica macroeconomica dello sviluppo sostenibile e legami fra
economia e ambiente: ec.europa.eu/environment/enveco/studies_modelling/index.htm#macro
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