La chimica è sostenibile, sia priorità nel decreto sviluppo
“L’industria chimica sente di meritare un posto particolare nelle priorità del Fondo per la Crescita Sostenibile in termini di politica industriale”. È la richiesta che Cesare Puccioni, Presidente Federchimica, ha rivolto a Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, nel corso della sua relazione all’Assemblea annuale della Federazione.
Esprimendo apprezzamento per il Decreto nel suo complesso, Puccioni osserva: “Il nostro intimo legame con la scienza, la nostra vocazione all’innovazione e il lungo percorso compiuto sul fronte dello sviluppo sostenibile giustificano le nostre aspettative. Dobbiamo però avere chiaro il significato di ‘chimica sostenibile’, che per noi vuol dire sviluppo di processi e prodotti con migliorato impatto su sicurezza, ambiente ed energia; corretta gestione dei rifiuti (valorizzazione e riciclo); chimica da biomasse”.
Con riferimento alla congiuntura economica, è da sottolineare il dato dell’export: l’industria chimica ha la più alta percentuale di imprese esportatrici (il 53% contro una media del 20%). Il modello di specializzazione dell’industria chimica in Italia si conferma virtuoso, con un surplus commerciale che ha raggiunto i 1.400 milioni di euro nella cosmetica e detergenza e 800 milioni di euro nelle vernici e adesivi, per non parlare dell’eccellenza mondiale dei principi attivi farmaceutici.
Il problema del credito è fortemente avvertito dal settore: “La posizione della nostra industria, che opera a monte dei processi produttivi delle diverse filiere, ha reso particolarmente grave l’effetto della mancanza di credito”, ha osservato Puccioni. “Le nostre imprese sono quasi sempre ben capitalizzate, ma i nostri clienti sono, tipicamente, aziende piccole e con poca capacità di credito. Così le nostre imprese si ritrovano a fare da banca agli utilizzatori, subendo allungamenti insopportabili dei tempi di pagamento e l’aumento della loro rischiosità. Una politica sui pagamenti pubblici e sul credito non è più procrastinabile, e deve essere il cuore di una nuova politica industriale”.
Puccioni ha inoltre ringraziato il Vice Presidente della Commissione Europea, Antonio Tajani, per l’impegno in una politica industriale a sostegno, in particolare, delle Pmi, con misure a favore della piccola impresa e della manifattura europea.
Nel corso della sua relazione, Puccioni ha anche avuto modo di considerare il ruolo dell’Associazionismo come valore aggiunto: la competitività industriale dipende sempre più dalle competitività di sistema: Federchimica è forte, coesa, propositiva e innovativa.
“Giorgio Squinzi, oggi a capo di Confindustria, è espressione di una cultura associativa veramente unica”, ha concluso Puccioni, “che ha contribuito in modo decisivo a costruire in Federchimica e che offriamo alle imprese e al Paese, con molti valori positivi: un modello di relazioni industriali di successo, la nostra attenzione costante a fattori chiave come innovazione, internazionalizzazione e sviluppo sostenibile. Una realtà al servizio delle imprese, ma anche del Paese, che deve essere considerata elemento chiave per la ripresa”.
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