Janssen punta sulla sostenibilità con il progetto di ottimizzazione energetica HOT

Pensato per garantire in ogni momento le corrette condizioni di temperatura e umidità nel sito, porterà significativi vantaggi economici, gestionali e ambientali, consentendo di ridurre ogni anno i consumi energetici del plant di 7.200 MWt e le emissioni di CO2 di 1.470 tonnellate

Pubblicato il 6 luglio 2021

Lo stabilimento di Latina di Janssen, un fiore all’occhiello nel campo dell’innovazione farmacologica a livello mondiale, diventa ancora più sostenibile. L’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson ha infatti implementato presso il plant di Latina il progetto di ottimizzazione energetica HOT, ideato per rispondere alla necessità di avere acqua calda per fini produttivi e garantire in ogni momento le corrette condizioni termoigrometriche nel sito.

Il progetto nasce dalla collaborazione a livello globale tra Johnson & Johnson e Optimum Energy, azienda americana che supporta diverse realtà industriali nell’accelerare la loro transizione verso una maggiore sostenibilità delle risorse. Per implementarlo, la centrale elettrica dello stabilimento è stata ricostruita completamente, sostituendo i vecchi generatori termici con nuove caldaie a vapore e ad acqua calda più efficienti e sicure, che vengono controllate dall’Opticx Optimum, tecnologia in grado di gestire autonomamente le macchine senza l’intervento degli operatori.

Il sistema è provvisto di un software di Intelligenza Artificiale che consente di modificare rapidamente i parametri per garantire importanti vantaggi energetici. È dotato inoltre di una tecnologia basata sul machine learning, in grado di incrementare l’efficientamento degli impianti, imparando a riconoscere autonomamente la temperatura esterna, le condizioni di funzionamento all’interno dello stabilimento e il tipo di produzione in corso. Questa tecnologia permette di lavorare nell’ottica di una manutenzione predittiva, che consentirà di prevedere e anticipare potenziali guasti o anomalie del sistema, salvaguardando così la produzione.

Da HOT derivano significativi vantaggi economici, gestionali e ambientali. Il progetto permetterà, infatti, al plant di Latina di ridurre considerevolmente i consumi di energia termica ed elettrica: si prevede una riduzione annuale dei consumi energetici di 7.200 MWt (Megawatt termici) e delle emissioni di CO2 di 1.470 tonnellate, che equivalgono alle emissioni di un’auto che percorre 5,4 milioni di chilometri, o 135 volte il giro del mondo.

Quello per la sostenibilità è un impegno che Janssen porta avanti da tempo. Parallelamente ad altre iniziative, nel 2016 era stato implementato a Latina il progetto COLD, concettualmente simile al funzionamento di HOT, ma che si focalizza sul sistema di refrigerazione dello stabilimento. L’obiettivo di COLD è quello di produrre in maniera efficiente acqua fredda “refrigerata”, necessaria a mantenere le corrette condizioni termoigrometriche all’interno dei locali e garantire una produzione sostenibile e di qualità. Complessivamente, ad oggi, il progetto COLD ha permesso di ridurre l’impatto di energia elettrica dell’impianto di 15.500 MWh e le emissioni di CO2 di 5.100 tonnellate, equivalenti alle emissioni di un’auto che percorre oltre 18,7 milioni di chilometri, o 467 volte il giro del mondo.

Negli anni, inoltre, in linea con i protocolli nazionali e internazionali finalizzati ad abbattere l’incremento del riscaldamento globale e a ridurre le emissioni di anidride carbonica, il Gruppo Johnson & Johnson si è posto tre obiettivi sfidanti: a partire dal 2025, tutti i siti produttivi del Gruppo dovranno utilizzare energia da fonti rinnovabili al 100%; entro il 2030, i siti dovranno raggiungere la carbon neutrality e impegnarsi a ridurre del 20% le emissioni indirette che derivano non solo dal ciclo produttivo ma anche da servizi esterni a disposizione dell’azienda.

Parallelamente agli investimenti nella sostenibilità, Janssen ha puntato molto anche sull’innovazione per il proprio sito di Latina. Negli ultimi anni, il sito infatti è stato ampliato con ulteriori 3.000 m2 di spazio e ha aumentato la sua capacità produttiva passando da 1,8 miliardi di trattamenti orali nel 2010 a 4 miliardi nel 2015, che si prevede aumenteranno fino a 5 miliardi entro la fine del 2021. La produzione del plant è destinata per oltre il 90% all’esportazione, raggiungendo oltre 100 Paesi nel mondo.

Fonte foto Pixabay_ivabalk



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