Imballaggi di legno, in calo riciclo e produzione

La crisi economica e dei consumi che colpisce il nostro Paese si ripercuote anche sulla filiera del riciclo.

Pubblicato il 6 settembre 2013

È stato un anno di luci e ombre, il 2012, per il settore degli imballaggi in legno, che si trova a fare i conti con il perdurare di una situazione di crisi economica e dei consumi che ha investito l’intero sistema produttivo del nostro Paese, e non solo.

Meno prodotti, meno imballaggi: questa situazione negativa riguarda anche gli altri materiali solitamente utilizzati per il packaging e la movimentazione di merci (acciaio, alluminio, carta, plastica, vetro): l’immesso al consumo complessivo dell’intero sistema Conai registra infatti un calo del 3,4% rispetto al 2011.

Il settore che risulta maggiormente colpito dalla crisi è quello degli imballaggi industriali e commerciali, che risentono della contrazione degli scambi. Ecco perchè il legno, rispetto ad altri materiali, ha registrato un risultato al ribasso, con un calo di 6,2 punti percentuali nell’immesso al consumo rispetto all’anno precedente.

A fare una fotografia della situazione è Rilegno, il consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi di legno, che nel 2012 ha gestito direttamente oltre 1 milione e 465 mila tonnellate di rifiuti legnosi in tutta Italia: questa quantità si riferisce alla mole di rifiuti legnosi avviati a riciclo trasitati dal circuito attivato dal Consorzio attraverso le convenzioni che esso stipula con Comuni, aziende, soggetti pubblici e privati per organizzare il recupero del legno in maniera capillare sul territorio nazionale.

In calo nel 2012 è stato anche il valore dell’immesso al consumo: gli imballaggi di legno circolanti sul territorio nazionale sono stati pari a 2 milioni 163 mila tonnellate (contro le 2 milioni 306 mila tonnellate del 2011).

Contestualmente, a valle della filiera, si registra una minore richiesta di rifiuto di legno post consumo da parte delle industrie trasfromatrici (prevalentemente industrie che producono pannello truciolare), che non sono certo esenti dalle ripercussioni della crisi interna dei consumi, e vivono una ridimensioanta richiesta di mobili sul mercato interno.

Gli imballaggi recuperati non hanno tutti lo stesso destino. Nel 2012 oltre 837 mila tonnellate (il 39% dell’immesso al consumo) sono state avviate al riciclo meccanico a materia prima presso le industrie, dove diventano pannello truciolare, impiegato nella produzione di mobili e complementi d’arredo e rivestimenti per interni ed esterni di abitazioni e uffici.

Un impiego di nicchia per il rifiuto legnoso che viene riciclato è rappresentato dalla produzione di pasta cellulosica per le cartiere, dove il legno proveniente dal circuito del recupero è utilizzato in sostituzione della fibra vergine, senza per questo che la pasta cellulosica perda in qualità.

I rifiuti di imballaggi di legno raccolti separatamente possono inoltre subire trattamenti che li rendono idonei ad essere utilizzati come materia prima per la realizzazione di blocchi in legno – cemento per applicazioni nella bioedilizia.

Nel 2012 il 9% degli imballaggi di legno immessi al consumo, dopo essere stato riparato, è tornato alla sua funzione originaria (oltre 204 mila tonnellate, in totale). Oggi una percentuale sempre più rilevante dei pallet prodotti viene inserita in circuiti di rigenerazione che ne allungano la “vita utile”, sottraendoli quindi ai canali tradizionali di riciclo.

Una minima percentuale dei rifiuti da imballaggio di legno è stata avviata a compostaggio (11.750 tonnellate, pari allo 0,54% dell’immesso al consumo).

Infine, una percentuale di rifiuti da imballaggi di legno (pari al 3,7% dell’immesso al consumo) è stata avviata al recupero energetico, destinazione per la quale si prevede nel tempo un graduale sviluppo.



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