I cittadini europei auspicano un rafforzamento della politica unionale sulla qualità dell’aria

Pubblicato il 9 gennaio 2013

Secondo i dati più recenti, la maggior parte degli europei (56%) ritiene che la qualità dell’aria sia peggiorata negli ultimi 10 anni. In Italia è di questa opinione addirittura l’81% degli intervistati, mentre a Cipro, in Francia, in Grecia, in Ungheria, in Romania e in Spagna la percentuale si attesta tra il 70 e il 75%: sono i risultati di un’indagine Eurobarometro intitolata “La posizione degli europei riguardo alla qualità dell’aria”, dalla quale emerge un forte sostegno per un potenziamento degli interventi su questo fronte a livello unionale. Quasi quattro intervistati su cinque (79%) ritengono che l’Unione europea debba proporre ulteriori misure per combattere l’inquinamento atmosferico.

Nell’ambito dell’indagine è stato chiesto espressamente agli intervistati se fossero a conoscenza delle norme unionali sulla qualità dell’aria e dei limiti nazionali di emissione; tra coloro che conoscono tali strumenti (il 25% in entrambi i casi), oltre la metà (rispettivamente il 58 e il 51%) è favorevole a un loro potenziamento. La Commissione utilizzerà i risultati dell’indagine nella revisione della politica dell’UE in materia di qualità dell’aria, attualmente in corso, che dovrebbe essere ultimata nella seconda metà del 2013.

Janez Potočnik, Commissario europeo responsabile per l’Ambiente, ha dichiarato in proposito: “I cittadini ci chiedono di intervenire e noi lo faremo esaminando nel 2013 la nostra politica sulla qualità dell’aria. Ci vengono chieste più misure nei settori chiave e una migliore informazione sull’efficacia delle politiche: per soddisfare tali richieste dobbiamo collaborare a tutti i livelli politici e dispiegare interventi concreti sul territorio”.

L’indagine evidenzia un’insoddisfazione diffusa nei confronti degli interventi in atto per affrontare i problemi connessi alla qualità dell’aria: sette europei su dieci (il 72%) non ritengono adeguati gli sforzi fatti dalle autorità pubbliche per migliorare la qualità dell’aria. Emerge inoltre dall’indagine che il livello di informazione sulla qualità dell’aria è generalmente ritenuto insufficiente: quasi sei europei su dieci (il 59%) non si sentono adeguatamente informati al riguardo; in Spagna il 31% e in Lussemburgo, Cipro e Lettonia il 27% degli intervistati ritiene di non disporre di alcuna informazione su tale argomento.

Dovendo indicare il modo più efficace per contrastare l’inquinamento atmosferico, il 43% degli intervistati suggerisce di rafforzare i controlli sulle emissioni dell’industria e del settore energetico. Le emissioni dei veicoli (96%), del settore industriale (92%) e dei trasporti internazionali (86%) sono considerate le maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico.

Destano preoccupazione anche le ripercussioni dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana e sull’ambiente naturale: quasi nove europei su dieci ritengono che le malattie connesse alla qualità dell’aria, quali le affezioni respiratorie e cardiovascolari, rappresentino un problema serio; circa otto su dieci ritengono gravi l’acidificazione e l’eutrofizzazione.

Si ritiene che le automobili elettriche e quelle ibride a energia elettrica e a benzina offrano benefici maggiori per la qualità dell’aria, mentre l’energia elettrica è ritenuta il sistema di riscaldamento domestico più rispettoso dell’ambiente, seguita da biomassa legnosa, gas e biomassa sottoforma di pellet. Sette intervistati su dieci ritengono che le fonti energetiche rinnovabili debbano essere considerate la principale opzione energetica per il futuro. Circa l’85% dei cittadini europei concorda con il principio “chi inquina paga”, in base al quale coloro che inquinano devono sostenere i costi delle ripercussioni negative, determinate dalle loro scelte, sulla salute e sull’ambiente. Dovendo suggerire comportamenti individuali in grado di determinare un miglioramento della qualità dell’aria, la maggioranza degli intervistati (il 63%) ha indicato la riduzione dell’uso dell’automobile e (il 54%) la sostituzione delle apparecchiature vecchie che consumano energia con modelli più efficienti come gli interventi più importanti da intraprendere a livello personale.

Nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni, numerose norme sulla qualità dell’aria sono ancora ampiamente disattese nelle zone più densamente popolate dell’Unione europea, in particolare per quanto riguarda inquinanti come il particolato, l’ozono troposferico e il biossido di azoto. Nel 2013 l’attuale politica della Commissione sulla qualità dell’aria sarà sottoposta a revisione, in particolare per trovare soluzioni volte a migliorare la qualità dell’aria che respiriamo.

Nell’ambito di tale processo di revisione, la Commissione ha avviato tra l’altro una consultazione online dei soggetti interessati tramite la quale i cittadini, le organizzazioni e le imprese dell’UE possono esprimere le loro opinioni e idee sulle opzioni per il futuro di tale politica. La consultazione online è aperta fino al 4 marzo 2013 all’indirizzo sotto riportato. Una prima consultazione online dei soggetti interessati è stata effettuata nel 2011; la relazione al riguardo può essere consultata sul sito dell’UE.

Il sondaggio Eurobarometro sulla qualità dell’aria, nell’ambito del quale sono stati intervistati oltre 25.000 cittadini di tutti gli Stati membri dell’UE, si è svolto nell’autunno del 2012. I risultati saranno utilizzati nel processo di revisione, attualmente in corso, della politica unionale in materia di qualità dell’aria.

Politica unionale sulla qualità dell’aria: ec.europa.eu/environment/air/index_en.htm
Risultati completi dell’Eurobarometro: ec.europa.eu/public_opinion/archives/flash_arch_360_345_en.htm#360
Consultazione online sulla qualità dell’aria: ec.europa.eu/environment/consultations/air_pollution_en.htm



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